“Trovo assurda e suicida la decisione di star fuori dal progetto di aggregazione dell’area riformista”. “Nonostante il Partito faccia continuo riferimento alla cultura di governo, non si portano avanti proposte concrete e si pratica solamente una politica subalterna senza alcuna dignita?”.
Gli spostamenti e il fermento all’interno del centro sinistra sammarinese, e in particolare nel Partito socialista, hanno caratterizzato anche la settimana appena trascorsa. Mercoledi? il consigliere del Ps Alessandro De Biagi ha rassegnato le proprie dimissioni dal consiglio e dal partito “con effetto immediato e irrevocabili”. In una dichiarazione all’agenzia Dire l’affondo agli ex compagni di viaggio: “Il Ps e? ormai un giocattolo attraverso il quale qualche compagno vuole conservare un pezzetto di potere”. Al suo posto, probabilmente gia? nel prossimo Consiglio, entrera? Erik Casali, anche lui fuoriuscito dal Ps nei mesi scorsi e ora insieme ad Augusto Casali in Nuova San Marino.
Abbiamo deciso di interpellare l’ex presidente del Ps, Alessandro Bevitori, per conoscere il suo punto di vista sulla situazione visto che non piu? tardi di qualche settimana fa, proprio insieme allo stesso De Biagi, aveva scelto di autosospendersi da ogni incarico all’interno del Ps.
Bevitori, possiamo considerarla ancora un esponente, anche se autosospeso, del Partito socialista?
“Con il documento di autosospensione, presentato insieme ad Alessandro De Biagi, avevo innanzitutto preteso che il Ps facesse piena chiarezza sulle proprie intenzioni, abbandonando definitivamente i tatticismi e i giochi tipici della vecchia politica, in merito al progetto costituito dal Tavolo riformista. Quindi, successivamente all’ufficialita? da parte del Ps di voler rinunciare a tale progetto, ho atteso gli sviluppi dell’Assemblea congressuale sperando in un cambio di rotta che purtroppo non c’e? stato. A questo punto, in coerenza con le posizioni precedentemente assunte, risulta inevitabile che la mia esperienza all’interno del Partito socialista sia conclusa”.
Ora anche lei entrera? a far parte della Costituente dei riformisti?
“Certamente e lo faro? mettendo il mio modesto e umile contributo a disposizione del progetto. Su questo sono perfettamente d’accordo con Alessandro de Biagi quando afferma che la Costituente sia l’unico progetto con un senso nel campo della sinistra riformista e democratica e percio? sono convinto al cento per cento che in tale contesto il popolo socialista debba essere forte e ampiamente rappresentato”.
Ma cosa non funziona nel Ps?
“In poco piu? di un anno ben tre consiglieri hanno preso le distanze dal partito, prima Pedini Amati, poi Celli e ora De Biagi, e non si e? sentita nemmeno una parola di autocritica. Anziche? analizzare e intervenire sui tanti problemi, si continua a dire che “va tutto bene”. A prevalere e?
un atteggiamento autoreferenziale in cui l’unica costante e? sostenere con ostinazione, peraltro un po’ sospetta, che la base c’e? ed e? forte. Quando ho assunto l’incarico di Presidente del Ps avevo l’obiettivo di creare un grande partito che potesse tornare a incidere sulle scelte necessarie per il rilancio di San Marino.
Il mio mandato e? sempre andato in quella direzione, cercando di unire e rafforzare l’area socialista per restituire al Ps il proprio ruolo, che per tradizione gli spetta, alla guida del Paese. Invece, nonostante il Partito faccia continuo riferimento alla cultura di governo, non si portano avanti proposte concrete e si pratica solamente una politica subalterna senza alcuna dignita?. Con la Costituente dei riformisti del prossimo 5 luglio si metteranno le basi per dare vita ad un grande soggetto politico rappresentativo dei valori del Pse e dall’Internazionale socialista e, i socialisti, con tutto il proprio patri- monio di uomini e di idee, dovranno esserne i protagonisti. Per questo trovo assurda e suicida la decisione di star fuori dal progetto di aggrega- zione dell’area riformista, come se il Ps non fosse una forza di sinistra. Per tornare alla sua domanda ci sono tante cose che non funzio- nano nel Ps e, si badi bene, da ex presidente mi assumo tutta la mia responsabilita? in quanto evi- dentemente non sono riuscito a incidere in modo adeguato, anche se a mia parziale giustificazione a posteriori posso serenamente riconoscere che era pressoche? impossibile cambiare le cose in un’organizzazione che qualcuno ancor oggi considera proprieta? privata”.
Ha fatto riferimento al Pse. Dopo l’esito del referendum sulla Brexit, l’Ue sembra essere sull’orlo dello scioglimento. Ha ancora senso richiamarsi all’Unione europea?
“Secondo me ha ancora senso perche? liberta?, giustizia sociale, democrazia, legalita?, pace e pari opportunita?, sono valori attualissimi e dovranno essere i pilastri fondamentali su cui riformare l’Unione europea in termini politici, economici, finanziari e sociali. Al di la? del doveroso rispetto che si deve manifestare verso una decisione assunta democraticamente dal popolo britannico, il mio auspicio e? che l’Unione europea venga difesa e rafforzata, compiendo finalmente quel salto di qualita? per diventare a tutti gli effetti Stati Uniti d’Europa. Alla lunga non possono prevalere le proposte politiche basate sul populismo e sulla demagogia e, analizzando i dati referendari di Brexit rispetto all’eta? anagrafica dei votanti, in termini di prospettiva e? evidente che i giovani hanno le idee chiare sull’Ue”.
Per lei quindi San Marino deve andare avanti con il negoziato relativo all’accordo di associazione?
“Assolutamente si. Lo dico con grande convinzione: l’Europa e? un’opportunita? che, attraverso corretti e vantaggiosi negoziati, San Marino deve necessariamente cogliere. Occorre fare basta con una politica che lancia solo messaggi di paura e di incertezza. San Marino puo? avere grossi benefici attraverso una maggiore integrazione con la Ue e per questo invito il Governo ad andare avanti nelle trattative con coraggio e determinazione. Aggiungo che questo percorso porterebbe anche ulteriori vantaggi nel rapporto con il vicino di casa, l’Italia”.
Ma si puo? conciliare una maggiore integrazione europea con il rapporto privilegiato con l’Italia?
“Ne sono certo. Le due cose non sono in contraddizione, purche? ci sia la consapevolezza che la maggiore integrazione nella Ue non sia un modo per scavalcare i rapporti con Roma. L’Italia deve restare l’interlocutore principale e deve comprendere che una sinergia d’azione con San Marino puo? rap- presentare una grande opportunita? per entrambi i Paesi. Negli ultimi anni sono stati fatti passi in avanti, ma ancora la situazione non e? del tutto normalizzata. E? sufficiente pensare alla questione Torre d’Avorio avviata dalla Procura di Forli?. Ritengo indispensabile rafforzare ulteriormente le relazioni sul piano politico e istituzionale ed e? su questo terreno che San Marino deve trovare la giusta intesa”.
Bevitori, crede che San Marino possa farcela ad uscire dall’odierno stato di crisi? E come?
“Non solo San Marino puo? farcela, ma deve farcela. Vede, il nostro Paese ha delle potenzialita? straor- dinarie in tanti settori economici che pero? vanno sfruttate al meglio. E? ovvio che la politica deve fare la propria parte. Basta con l’immobilismo, le decisioni vanno prese e le riforme anche se impopolari vanno realizzate se si vuole dare una prospettiva seria e credibile ai sammarinesi di oggi e alle nuove generazioni. Sono ottimista, pero? e? evidente che serve un radicale cambio di passo sul piano politico. L’unico modo per contenere l’avanzata della varie forme di populismo e demagogia, a destra e a sinistra, e? rispondere concretamente ai problemi della mancanza del lavoro, del crescente disagio sociale e della scarsa competitivita? di sistema”.
La Tribuna