L’amarezza dei Comitati referendari “bocciati” per errori tecnici, non per firme false.
Pesanti i giudizi dei proponenti. Si aspetta il commento dei notai.
E’ stata una decisione in netto contrasto con la volonta? della migliaia e oltre di cittadini che volevano la tornata referendaria, che volevano correggere la distorsione del ‘quorum’ degli stessi referendum e che volevano ridimensionare gli ‘stipendi’ elevati di molti dipendenti pubblici”.
Non la mandano a dire i promotori dei due Referendum gia? ritenuti ammissibili dal Collegio dei Garanti come quesiti, invece poi clamorosamente bocciati dagli stessi Garanti perche? non in linea con una serie di disposizioni amministrative.
Una serie di errori formali da agenda degli orrori in quanto commessi da Notai e Capitani di Castello.
Ed e? questo il vulnus dell’arrabbiatura dei due Comitati promotori: “Solo una firma e? stata respinta per motivi contro legem: era di un cittadino che non aveva il diritto di voto. Sia noi che il notaio che ha raccolto la firma non potevamo saperlo. Poi c’e? la decina di cittadini che hanno firmato due volte. Un errore comprensibile perche? chi promuoveva il referendum doveva prima firmare la richiesta, poi firmare nuovamente la condivisione. Qualcuno si sara? probabilmente confuso”.
Continuano i due Comitati promotori: “Su questa manciata di firme invalidate, nulla da eccepire. Solo una decina quelle motivate, non le oltre 500 come si legge nella sentenza di non ammissibilita?”.
Spiegazione: “Le firme sono tutte vere, nessuna e? risultata falsa o strappata contro la volonta? del firmatario. Non ci sono denunce”.
Ecco le denunce penali: “Non e? chiaro quale reato si sia eventualmente compiuto. Le irregolarita? sono tutte amministrative, sanabili con una contravvenzione. La firma e? stata apposta come fosse un contratto civile che rimane valido per la volonta? espressa e aggiustabile per errori di forma, veniali. Insomma non c’e? stato alcuno dolo”.
Ma allora come leggere la sentenza dei Garanti?
Semplice la risposta. “Siamo all’anno zero della democrazia, c’e? una volonta? di non concedere il diritto d’opinione ai cittadini. Pensate solo 72 firme su 1.116 sono state ritenute ricevibili”.
Gian Maria Fuiano, La Tribuna