“Il Conto Mazzini segni la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra”.
La ‘Mazzinopoli’ deve essere veramente una faccenda disastrosa, se anche l’asettica Avvocatura dello Stato abbandona il suo abituale gergo di norma imprigionato nel freddo “giuridichese”. Mi hanno colpito le espressioni usate dai difensori dello Stato nel maxiprocesso. Ne ricordo due.
“La politica si e? distaccata dalla democrazia e gli interessi di pochi sono stati anteposti agli interessi di molti; sono state compromesse liberta? fondamentali, il diritto di voto. Ha indotto nella popolazione sammarinese una generalizzata e forse irreparabile sfiducia nei confronti dello Stato”.
Un’intera classe politica, facendo un uso distorto delle funzioni politiche e amministrative, ha allevato una politica senza democrazia. Separandole, ha tolto l’anima; ed e? rimasto un corpo morto. Lo struento e? stata la corruzione, parola che si addice bene per descrivere un cadavere.
Questa politica ci ha rubato la democrazia: il valore piu? caro a noi sammarinesi. Un valore storico, talvolta protetto da una eccessiva doratura di retorica. Il termine corruzione ci proietta anche su un altro significato. Deriva dal latino “corrumpere”, rompere. E’ stata rotta la fiducia dei cittadini. L’Avvocatura parla, come abbiamo visto, di una sfiducia “irreparabile” verso lo Stato: questa politica ha spezzato lo Stato.
Da qui nasce la mia riflessione, piu? frustrante e arrabbiata. Su facebook, nei bar, al supermercato si sente trasparire una rabbia da linciaggio verso i singoli personaggi accusati del malaffare.
Le reazioni dei partiti coinvolti tendono ad addossare le colpe sulle singole persone. Moderni capri espiatori biblici, che venivano abbandonati e cacciati nel deserto, per ridare verginita? morale alla comunita?.
No signori. Cosi? non va. Se viene messa a processo un’intera classe dirigente, di vario colore politico, significa che e? marcio l’intero sistema. Lo dice il Tribunale. Lo diceva anche la Commissione Antimafia. Sfogliando la storia sammarinese, si possono citare due casi di processo ad un’intera classe politica. La caduta del fascismo. La vicenda di Rovereta. Ma e? tutt’altra cosa. Nei due casi si trattava della fine di un epoca e dell’inizio di un’altra, al di la? dei giudizi merito.
Oggi la politica che conta resta nel pantano. Non persegue la rottura col passato. E chi la vorrebbe, non riesce a creare un’alternativa per una svolta. E i cittadini sammarinesi? Ricorro ancora alla storia. Ho curiosato nelle vicende della corruzione nel mondo antico. La corruzione e? stata sempre bilaterale. C’e? il corruttore. C’e? chi si lascia corrompere.
Plauto e Sallustio affermavano che i poveri si erano messi “a vendere la propria liberta? insieme con lo Stato. Cosi? a poco a poco il popolo, che era padrone e comandava a tutte le genti, si disperse e in luogo del dominio comune ciascuno procuro? a se stesso una servitu? personale”.
A Roma si sosteneva che la politica fosse corrotta fin dalla sua nascita: “Nacque con il latte della lupa”. Il latte delle nostre origini, quelle sammarinesi, non era inquinato. Semmai l’ha reso tale la centrale del latte della mala politica. E’ ora di ribellarci al sistema inquinato. E’ ora di voltare pagine e aprire tempi nuovi. Dopo il Tribunale Unico dovra? tornare in scena il Tribunale del Popolo.
Domenico Gasperoni