A quasi un anno e mezzo dalla firma del preaccordo per la realizzazione del Parco Scientifico e Tecnologico (PST), in cui sono state coinvolte decine di organizzazioni – sindacali, economiche, politiche e amministrative italiane – non si vede nulla di concreto. Quella che doveva essere, per il Segretario di Stato per l’Industria Arzilli, una risposta decisiva alla crisi e uno degli strumenti principali per creare nuova occupazione e rilanciare un’economia ferma e da ricostruire su nuove basi, è rimasto un progetto di fatto ancora in fase embrionale. Tutto ciò è alquanto singolare e sorprendente, considerata la fretta con cui lo stesso Segretario per l’Industria nell’autunno 2012 aveva sollecitato tutte le parti a firmare rapidamente il preaccordo sul PST (all’epoca si era alla vigilia delle elezioni, che fosse questa la causa di tanta fretta…?).
E ora, neanche all’indomani della visita a San Marino di Flavio Zanonato, Ministro italiano per lo sviluppo economico, sono emersi elementi concreti e certi circa la realizzazione del Parco Scientifico e Tecnologico. Siamo ancora alla fase delle promesse, delle ipotesi e dei proclami. E dire che il paese ci conta molto, anche perché a quanto ci risulta nei cinque anni in cui lo stesso Arzilli ha guidato la Segreteria di Stato per l’Industria nessuna nuova impresa importante si è insediata a San Marino…
Vista l’assenza di sviluppi concreti per questo progetto, intendo porre cinque domande sul PST, alle quali il Segretario per l’Industria dovrebbe rispondere senza indugi.
1) Ritiene di coinvolgere le parti che hanno sottoscritto il preaccordo dell’autunno 2012 per renderle edotte rispetto alle prossime fasi del progetto?
2) Qual è il reale stato di avanzamento del progetto e chi intende coinvolgere per creare l’incubatore di imprese?
3) Quale sarà la sede o l’area dove si intende sviluppare il PST? è certo che sarà a San Marino?
4) A che punto è la partecipazione al progetto delle amministrazioni italiane che hanno sottoscritto l’accordo?
5) Il PST sarà in grado di accogliere al proprio interno una parte significativa dei tanti disoccupati sammarinesi e residenti che attendono risposte da un progetto che deve dare opportunità occupazionali adeguate, tenendo conto delle professionalità esistenti e della necessità di formare i giovani?
E sempre a proposito dell’economia che non riparte, tutto il paese si chiede anche come mai nell’incontro bilaterale con il Ministro Zanonato non si sia accennato minimamente alla questione primaria dell’uscita di San Marino dalla Back list.
Considerato che la ripresa economica in buona parte è subordinata al superamento degli ostacoli esistenti tra San Marino e l’Italia, il Governo dovrebbe spiegarci definitivamente e senza nascondere nulla quali siano gli ostacoli che ritardano il raggiungimento di questo risultato, di vitale importanza per l’economia sammarinese. Un’occasione per fornire risposte a tutte queste domande, dovrà essere l’incontro da noi sollecitato sulle politiche occupazionali e di sviluppo economico, rispetto a cui l’Esecutivo non ha ancora fornito alcuna risposta.
Gilberto Piermattei, Csdl