San Marino, dove certa informazione sbanda e i voti, “segreti”, sembrano contare più dei fatti … di Enrico Lazzari

A San Marino, l’informazione a volte è come un turista che vuole scalare il Titano con le infradito: parte con grandi ambizioni, ma inciampa al primo gradino e poi dà la colpa alla salita. 

L’ultimo scivolone? Un titolone che sbandiera “Finanze del Titano e Accordo Ue, ieri l’incontro ‘segreto’ alla Camera”, dipingendo, con la tutela delle virgolette, un’audizione alla Camera dei Deputati come un intrigo da romanzo giallo. Peccato che l’incontro fosse in diretta streaming, visibile a chiunque, dai cittadini curiosi ai pensionati annoiati.

Segreto? Certo, segreto quanto un cartello luminoso in Piazza della Libertà, con la scritta “guardami” composta da neon lampeggianti.

La Segreteria di Stato per le Finanze ha risposto con un comunicato che non lascia scampo: l’audizione alla Commissione Politiche dell’Unione Europea, a Roma, era trasmessa live sul portale della web TV della Camera.

Bastava un clic per verificarlo, non serviva una spedizione archeologica.

Non sto dicendo che i giornalisti abbiano inventato tutto di sana pianta – non esageriamo – ma forse la ricerca di un sensazionalismo che facesse rumore – e magari spostasse qualche voto? – ha avuto la meglio sul buon senso.

È comprensibile, in un Paese che talvolta premia chi urla più forte, ma è anche un problema: quando l’informazione sbanda così, smette di informare e diventa un megafono per spostare voti, tessere trame, accontentare qualcuno, invece di servire chi legge.

Non è un episodio isolato. Ricordate il caso Mazzini? Un “dramma dell’assurdo” – lo definivo così – con fascicoli che sparivano e titoli che gridavano prima di sapere. Non è solo colpa dei giornalisti, che spesso corrono contro il tempo in un contesto che li spinge a cercare lo scoop a tutti i costi, ma di un sistema: a San Marino, l’informazione sembra più interessata a chi vince le elezioni che a chi cerca i fatti.

Un incontro cruciale sull’Accordo di Associazione con l’UE – un tema che potrebbe cambiare il futuro del Titano – si trasforma in un pettegolezzo da bar, mentre la verità sta lì, a un link di distanza, e aspetta invano che qualcuno la trovi. È un peccato, perché i giornalisti sammarinesi sanno fare il loro mestiere, ma talvolta qualcuno, o qualcosa, li trascina in una gara a chi fa più rumore, non a chi illumina di più.

Eppure, un’informazione diversa sarebbe possibile, persino quassù.

Immaginate una stampa che si ferma un attimo, verifica, racconta i fatti per quello che sono: un’audizione trasparente, un dialogo con l’Italia, un passo verso l’Europa. Addirittura, c’è anche una Autority apposita, un organismo di vigilanza di informazione. Inutile, così com’è vien da pensare… Un’informazione ligia ai suoi cardini non è un sogno, è quello che fanno altrove – in Svizzera, in Islanda (dove non hanno un ordine ndr) – mentre noi a volte ci perdiamo a inseguire “segreti” che esistono solo nei titoli.

San Marino merita un giornalismo che informi davvero, non che sbandi al primo tornante. E i giornalisti, ne sono certo, possono farcela, se solo il gioco dei voti e degli “amici” smettesse di pesare più della verità.

La Segreteria di Stato invoca un “approccio condiviso e costruttivo”, e non ha torto: ma il primo passo spetta a chi scrive e a chi pubblica. Finché l’informazione sammarinese sarà più attenta a chi vince che a chi legge, San Marino resterà un Paese di sussurri, non di certezze. È ora di rimettersi in piedi, scrollarsi la polvere e ripartire, con un clic di verifica in più e un “segreto” in meno.

I pensionati annoiati su YouPo… su YouTube, almeno loro, lo apprezzerebbero.

Enrico Lazzari