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  • San Marino. Dove sono finiti gli europeisti? … di Emilio Della Balda

    Diverse persone mi chiedono perché, ormai da anni, viene annunciata come imminente la firma dell’accordo di associazione con l’Unione Europea e poi viene puntualmente e silenziosamente rimandata. Dove sono finiti gli europeisti?
    Il nuovo governo, purtroppo, è opaco come il precedente. Non ho fonti di informazione privilegiate e pertanto una risposta adeguata non la posso dare. Posso fare solo supposizioni. Però è evidente che nel governo, almeno una parte, non è favorevole alla firma, per interessi nascosti che noi cittadini comuni non dobbiamo conoscere. Ho anche il sospetto che la firma sia condizionata alla trasparenza e quindi alla desecretazione dei contratti sul debito estero, all’accettazione della vigilanza europea sul sistema bancario, all’autonomia della Pubblica Amministrazione, allo stato della giustizia, alla separazione dei poteri.
    Ritengo, inoltre, che l’Unione Europea non possa accettare un debito estero contratto con la grande speculazione internazionale e sottoposto a segreto di stato. Non possa accettare un sistema bancario che non applica le regole di Basilea. Non possa accettare che l’esecutivo neghi l’autonomia dei pubblici funzionari e pretenda di esercitare il clientelismo a ruota libera. Non possa accettare la denegata giustizia con centinaia di processi mandati in prescrizione. Non possa accettare che i Capi dello Stato presiedano l’esecutivo, il legislativo e il giudiziario. Del resto, se sono passati 40 anni dai primi approcci positivi con l’Unione Europea vuol dire che è prevalsa la conservazione anti riformista. Se si è scartata, nel 1990, la possibilità di adesione all’Europa pur di continuare gli affaracci e i traffici, significa che la mentalità della “San Marino da bere” ha sempre prevalso, a livello governativo. Se il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, già da tempo, dichiara che si firma l’accordo e ciò non avviene, significa che nel governo c’è chi blocca la conclusione, remando contro.
    E’ chiaro ormai che la questione è di natura politica e sicuramente sarà in atto uno scontro dentro la Democrazia Cristiana che viene tenuto nascosto ai cittadini ridotti a sudditi silenti. La possono girare come vogliono, ma il problema può essere solo politico e solo da parte sammarinese. E’ la scelta tra un Paese con un deficit di democrazia, un eccesso di affarismo, le banane sulle Torri, e un Paese virtuoso, democratico, onesto, fondato sul lavoro, sulla legalità e sulla cooperazione internazionale.
    La mancanza di ideali e valori; la decadenza della politica e dei partiti; il potere accentrato nelle mani del governo che a sua volta dipende da un potere esterno alle istituzioni il quale tira i fili del teatrino; la disaffezione dei cittadini alla vita pubblica; la mancanza di cultura e di competenza dei governanti; ritardano una scelta che maturava già negli Anni Ottanta del secolo scorso e che era stata avviata a Bruxelles con buoni risultati.
    I danni causati al Paese sono enormi. Non c’è altro tempo da perdere!
    Emilio Della Balda