San Marino. Dove verranno reperiti 150 milioni di euro? Che cosa verrà utilizzato a garanzia di questo prestito?

“Banca Centrale si è attivata per reperire entro questo mese fino a 150 milioni di euro, portando a garanzia asset nella sua disponibilità, per assicurare un livello di liquidità adeguato al sistema bancario appesantito da 1,8 miliardi di crediti deteriorati lordi”. Lo scrive la Reuters, citando una fonte anonima che spiega – come si legge nel sito di SmTv – “Banca Centrale è al lavoro per reperire un importo compreso tra 100 e 150 milioni da iniettare nel sistema bancario per assicurare la liquidità necessaria”. Ora, la speranza è che questi soldi non arrivino via Qatar, come qualcuno vocifera da fonti sindacali e di opposizione. Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi ed Egitto hanno infatti chiuso le frontiere col Qatar perché “fomenta il terrorismo”. Con una decisione senza precedenti sono state interrotte tutte le relazioni diplomatiche ed espulsi i rappresentanti: in 48 ore le ambasciate sono state svuotate. Riad ha messo al bando anche i cittadini qatarioti. Blocco totale dei voli e dei confini. La nazione esclusa dalla coalizione che sta intervenendo militarmente nello Yemen. In forse anche i Mondiali di calcio del 2022. Il terrorismo rappresenta il male di questi anni e la maggiore preoccupazione delle persone, chiaramente. Non passa giorno in cui non si venga a sapere di un attentato. San Marino – lo si ricorda – era stato accostato nel gennaio 2015 dal periodico Panorama ai foreign fighters, beccandosi comunque una sacrosanta querela da parte dell’allora governo, visto che si voleva dare ad intendere persino che dall’Antica Repubblica si finanziasse il terrorismo. Di certo c’è invece l’allarme su Rimini che sarebbe diventato il centro di riferimento dei salafiti oltranzisti di tutta la Regione, come ha avuto modo di scrivere l’autorevole quotidiano “Il Resto del Carlino”. Lo abbiamo già scritto e senza voler creare inutili allarmismi possiamo dire che la preoccupazione può essere estesa alla Repubblica di San Marino. In una delle recenti relazioni della Digos infatti si legge di un soggetto “legato al terrorismo internazionale di matrice islamica, poi identificato dalla Digos di Bologna, nei cui confronti sono in corso accertamenti di p.g. (anche mediante attività rogatoriale in corso di predisposizione) da parte delle stessa Digos per attività di riciclaggio svolta a San Marino”. Di particolare interesse diventano alla luce degli attuali sviluppi alcune intercettazioni che risalgono comunque a tempo addietro. In pratica lo sceicco Ahmed Abu Alharit, coordinatore dei volontari che continuamente affluiscono nelle file jihadiste a fianco dello Stato Islamico, riceve “continuamente richieste da Inghilterra, Francia, Marocco, Libia, perfino da San Marino e dalla Svezia”. Si parla sempre dei foreign fighters, coloro che sono pronti a dare la vita per lo Stato islamico. L’intercettazione sull’utenza turca parte il 12 dicembre 2014. In totale vengono censiti contatti con 22 utenze di 13 paesi diversi. Tra queste Svizzera, Svezia, Francia, San Marino appunto e l’Italia. Infine una frase da brividi, quella di colei che venne ribattezzata lady Jihad: “In Italia abbiamo molti mujaheddin, hanno dei collegamenti, sanno cosa fare, non c’è da preoccuparsi…”. Tornando al Qatar e a San Marino appare doveroso sottolineare come al momento non vi sia nulla di concreto e reale ma solo voci incontrollate. Non solo. Al netto di polemiche, antipatie, gossip e quant’altro, appare impensabile che un esperto di finanza islamica qual è il Presidente di Banca Centrale Wafik Grais, possa pensare di reperire risorse in un Paese che ad oggi è stato messo al bando internazionale con la benedizione degli stessi Stati Uniti.

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