San Marino. Draghi ricarica poco le sue armi Borse deluse, bruciati 250 miliardi

Mario-Draghi1-e1412831671894-1024x513IL MONDO sviluppato entra nell’era della Grande Divergenza. La Bce di Mario Draghi immette altra liquidità nel sistema, anche se i mercati sono rimasti delusi dalla gradualità delle misure, mentre la Fed di Janet Yellen punta decisa a stringere i cordoni della borsa. Draghi ha elencato ieri gli strumenti messi in campo dal consiglio direttivo per supportare la ripresa economica e dei prezzi – sui quali «non c’è stata unanimità ma una maggioranza molto ampia» – a partire dalla mossa più attesa dagli analisti: il taglio del tasso sui depositi da -0,2% a -0,3%, che dovrebbe accelerare la messa in circolo della moneta. Dalla prossima settimana, infatti, le banche pagheranno di più (l’interesse è in negativo) per lasciare la loro liquidità parcheggiata alla Bce.

MA,
DATO che «l’impatto geopolitico del terrorismo è sconosciuto», tanto da proiettare «rischi sul futuro», al di là dei tassi, il consiglio ha deciso di estendere l’acquisto di titoli pubblici, il Quantitative easing, dal settembre 2016 fino al marzo 2017, «o anche oltre se necessario». Non c’è stato invece un aumento del ritmo mensile di acquisti, attualmente fissato a 60 miliardi. Da qui la delusione dei mercati europei, che hanno bruciato 250 mliliardi. Piazza Affari, che in mattinata guadagnava oltre un punto, ha perso subito quota e ha chiuso in ribasso del 2,47%, superata da Parigi e Francoforte, che hanno perso oltre il 3 per cento. Forte reazione anche sull’obbligazionario, con lo spread Btp-Bund, schizzato da 90 a 130 punti subito dopo le parole di Draghi, per poi ritornare sotto 100 punti, e sul valutario, con l’euro in rafforzamento sul dollaro.

«LA DECISIONE di oggi riflette il desiderio della Bce di tenere in serbo qualche cartuccia in caso ci sia bisogno di aumetare lo stimolo in futuro – commenta Marco Valli, capo economista di UniCredit per l’eurozona – Non è per forza una strategia sbagliata, ma andava comunicata meglio». Al di là dell’eterno scontro tra le due anime di Eurolandia, quella più rigida della Bundesbank (con il presidente Weidmann che, in serata, ha ufficializzato la propria contrarietà) e quella più aperta del governatore, sembra aver prevalso uno schema di pensiero relativamente ottimista sull’evoluzione dell’inflazione, che dà segnali di sganciamento dalla curva discendente del petrolio.

OLTRE all’estensione temporale, Draghi ha annunciato che la Bce reinvestirà il rimborso dei titoli acquistati sotto il programma, alla loro scadenza, «finché ciò sarà necessario»: i bond insomma resteranno a lungo nel bilancio della Bce. In più, la Bce potrà acquistare anche titoli emessi da autorità regionali e locali, come i Laender tedeschi, gli emettitori più forti, e continuerà a garantire liquidità illimitata a tasso fisso alle banche fino a tutto il 2017.
La divergenza delle aspettative sull’azione monetaria della Federal reserve americana e della Banca centrale europea «ha provocato un sostanziale aumento del dollaro», ha commentato Janet Yellen, che ieri ha confermato in Congresso la possibilità di un aumento dei tassi alla prossima riunione nel mese, assicurando però che la stretta monetaria sarà graduale e che terrà conto dell’andamento del mercato del lavoro.

La Stampa