E’ tornato in Tribunale ieri mattina Vincenzo Esposito, il napoletano, che chiede il dissequestro di 4,7 milioni di euro erroneamente, a suo dire, bloccati sul suo conto corrente per una vicenda che, secondo quanto giudicato in diverse udienze dal suo difensore Filippo Cocco, ha dei tratti kafkiani: alla base del blocco della cifra c’è un evidente doppio scambio di persona causato non solo da semplice omonimia.
Ed ieri, in Aula, davanti al magistrato di Terza Istanza Lamberto Emiliani (un’ora la durata dell’udienza) si è cercato di sbrogliare la matassa una volta per tutte. L’avvocato Filippo Cocco e il suo assistito al termine si sono detti fiduciosi per l’esito della vicenda che il giudice Emiliani:“Confidiamo nel magistrato, noi abbiamo chiarito la nostra estraneità all’ipotesi di corresponsabilità e confidiamo che ci siano restituiti i soldi erroneamente messi sotto sequestro”. La vicenda partì da una indagine per frode fiscale (evasione dell’Iva di 80 milioni) della Guardia di Finanza di Napoli che aveva agganci pure con operatori sammarinesi. L’operazione era la “Dual Broker” che nel giugno 2010 vide l’arresto di una decina di campani.
Nell’inchiesta venne coinvolto appunto Vincenzo Esposito titolare di un conto sul Titano come il fratello Giacomo, coinvolto invece nella frode carosello. Da qui non solo il sequestro dei 4,7 milioni a Vincenzo e di altrettanti al Giacomo. Ieri, in Aula, si è ribadita la richiesta che la somma appartenente a Vincenzo sia restituita. Il magistrato Lamberto Emiliani si è riservato di decidere entro dieci giorni.
La Tribuna