Il Resto del Carlino, 1 marzo 2020 – Arriva la prima vittima da Covid-19 nella Repubblica di San Marino. La vittima è un uomo di 88 anni che era ricoverato all’ospedale Infermi di Rimini da lunedì 25 febbraio. Presentava una situazione clinica complessa per varie patologie già prima dell’infezione. Sette i casi positivi registrati.
Sono passati giusto due anni, un’eternità segnata da una serie molto lunga di momenti difficili. Oggi, i nostri occhi e il nostro cuore sono in Ucraina, in mezzo a dolori e preoccupazioni assolutamente inaspettati, a cui si aggiunge la paura dell’ignoto, degli sviluppi che questa guerra porterà a tante persone, a tanti popoli. Ma oggi c’è anche la necessità di ricordare quanto è successo con la pandemia, proprio perché l’esperienza ci aiuti a superare ulteriori difficoltà
Le scuole erano già state chiuse il 22 febbraio 2020. La crescita immediata dei contagi e del numero dei decessi, fa imporre il lockdown dal 9 marzo. Ogni possibilità di relazione sociale è vietata. La gente impara a mettere le mascherine, a tenere il distanziamento, a stare in casa e uscire solo per stretta necessità. San Marino risulta, di gran lunga, al primo posto in Europa e nel mondo per mortalità da COVID-19, con la percentuale di 0,125% deceduti su numero di abitanti.
Il virus che ormai colpisce tutto il mondo è sconosciuto, si procede per tentativi: la scienza non sa quali medicina usare, le mascherine sono introvabili, per i tamponi bisogna rivolgersi a strutture esterne, i risultati arrivano quando possono.
Poi arriva l’estate e si torna tutti ad una vita quasi normale. Fino all’autunno, quando l’epidemia riprende vigore e l’ospedale torna a riempirsi. Tanto che per le feste di fine anno, si ritorna alla chiusura totale. Di nuovo a casa, nell’angoscia della solitudine e nella paura del contagio.
Tutti auspicano un vaccino. Che è pronto verso fine anno. San Marino rimane fuori dalla distribuzione europea ed italiana, il governo si muove su tutti i fronti e finalmente il 24 febbraio 2021 arriva il primo stock di vaccini Sputnik. Si ipotizzano 400 somministrazioni al giorno, si supereranno le mille. Ci vorrà un mese per vedere calare i numeri dei contagi, dei ricoveri, dei morti. Ma il successo è planetario. Tutti guardano all’organizzazione messa in piedi da San Marino, che inaugura anche il turismo vaccinale.
Nell’autunno 2021, una nuova doccia fredda: prima la variante Delta, che colpisce in maniera grave; poi la Omicron, molto più leggera ma molto più contagiosa. Si arriva a cifre bibliche per un piccolo paese come San Marino, che tocca anche 1800 casi attivi. Alla fine, oltre 14 mila cittadini risulteranno avere avuto un contatto più o meno grave con il virus, 112 decessi, quasi 70 mila vaccini somministrati, tra cicli interi, monodose, pediatrici. Quasi 136 mila i tamponi, che vengono processati direttamente in ospedale, il risultato arriva in pochissimo tempo.
Due anni esatti di incubo, che ha cambiato le vite di tutti, che ha provocato tanto dolore nelle famiglie, danni alle aziende; che ha lasciato strascichi di angoscia e tensioni ancora tutti da studiare. Senza entrare nel merito delle conseguenze economiche, ancora non esattamente quantificabili. E poi ci sono i giovani, la scuola, gli artisti, eccetera, eccetera.
Ma nel bilancio c’è molto di più. Dall’afflato umanitario e solidale della prima fase si scivola nell’egoismo dei diritti individuali appena arrivano i vaccini e ancor di più quando viene introdotto il green pass come strumento di controllo per la mobilità dei cittadini. Ci sono prese di posizione e manifestazioni pubbliche. San Marino, insieme a Rimini e Santarcangelo, secondo fonti italiane, fa parte del triangolo geografico con maggiore percentuale di no-vax e no-green pass. Difficile confermare o contestare tale affermazione. È un dato di fatto però che queste posizioni arrivano a farsi sentire dalla politica e a creare ulteriori situazioni di scompiglio e litigiosità. Tutto ciò contribuisce anche ad una forte opposizione per le scelte del governo, che viene attaccato praticamente ogni giorno.
Tuttavia la maggioranza delle persone risponde semplicemente mettendosi con diligenza in coda per i vaccini: l’81 per cento dei cittadini completano il ciclo vaccinale e rispettano le norme anti Covid espresse nei decreti leggi. La maggioranza dei cittadini apprezza e sostiene medici e infermieri che si occupano in prima persona delle persone contagiate, ma anche l’altro personale sanitario che prosegue le attività ospedaliere nonostante le restrizioni. Esprime ammirazione per le soluzioni tecnologiche che San Marin ha messo in campo: dai servizi online per le prenotazioni e la ricettazione, al fascicolo sanitario elettronico, al green pass interoperabile con il sistema italiano ed europeo.
A due anni esatti da quando tutto è cominciato, l’esperienza maturata sia a livello individuale, sia a livello di sistema, sarà davvero preziosa per il prossimo futuro. Il virus si è indebolito, ma non se n’è andato, la guerra in corso potrebbe addirittura favorirne l’ulteriore diffusione. E proprio in questi momenti così difficili sarà importantissimo recuperare quei sentimenti di umanità, solidarietà, capacità organizzativa di cui San Marino ha dimostrato ampie doti nella prima fase dal Covid.
a/f