San Marino. Due cose di cui non si parla mai: riformare il meccanismo di formazione dei prezzi sulle bollette, mancanza di investimenti “seri” nel green … di Alberto Forcellini

Il rincaro delle bollette anche per i sammarinesi arriva nel momento in cui il prezzo del gas sta scendendo vistosamente, con effetti a breve sulle utenze europee. Sembrerebbe una beffa, se dietro a tutto ciò non ci fossero problemi molto seri: geopolitici, di politica nostrana, tecnici e finanziari.

Il gas sta scendendo perché il freddo non è arrivato e i consumi sono rimasti stabili e perché le azioni di stoccaggio ormai sono quasi terminate. Un altro prepotente rialzo è atteso per la prossima primavera, quando i Paesi cercheranno di ripristinare le riserve per l’inverno 2023/24.

Sul Titano, il primo aspetto da segnalare è la lentezza della politica nel prendere decisioni. Quella politica che è sempre stata ben ancorata alla mentalità assistenziale/clientelare che demandava alla Stato l’intervento (anche finanziario) su tutti i settori. Sono pochi ad aver capito che quella mentalità e quel sistema hanno creato più danni che utilità, generando tutti i problemi che oggi ci strozzano. Già dallo scorso anno, con le speculazioni post pandemiche sempre più evidenti, si sarebbe dovuto provvedere ad attivare un meccanismo di formazione delle bollette ancorato ai costi reali e non alle decisioni politiche. Se non ci fosse stato l’intervento finanziario di AASS sul price cap, lo scorso gennaio, San Marino avrebbe rischiato davvero grosso. Tutti fermi, tutti zitti, mentre le situazioni stavano evolvendo in maniera precipitosa. Gli utenti sammarinesi tranquilli perché del piccolo aumento effettuato, non si sono neanche accorti.

Così si sta verificando una situazione tra quelle più assurde: trovarsi di fronte al bivio più difficile, perché quello che si fa, si sbaglia. In sostanza, si va ad aumentare le bollette nel momento in cui il gas costa meno. Ma è il momento di fare i contratti di approvvigionamento per l’anno prossimo: ci vogliono i soldi. Che non ci sono. Per questo è necessario aumentare le bollette, rischiando la rivoluzione. E poi ci dovrebbe essere una campagna di comunicazione per il risparmio: più case ed aziende risparmiano nei consumi quotidiani, meglio l’Azienda potrà affrontare questo periodo di crisi. Ma finora nulla è stato detto, nulla è stato spiegato. Solo enunciati declinati al futuro.

Tuttavia non è che le opposizioni si comportino meglio. Anzi, fanno quasi peggio. Forse suggestionate dai media italiani, strapieni di situazioni critiche, di famiglie che non riescono a pagare le bollette da mesi, di aziende che chiudono; di ospedali, case di cura, palestre, alberghi, centri commerciali, centri sportivi, eccetera, eccetera, in difficoltà sempre maggiori, trasferiscono queste situazioni direttamente a San Marino. E allora cavalcano la tigre del dissenso, del disagio, dello scontro, della critica senza quartiere. Ma la situazione a San Marino è ben diversa. Sarebbe molto più utile, invece di gridare a vanvera, affiancarsi nei progetti di soluzione dei problemi e magari pungolare il governo in un cambio di paradigma che ormai non può essere più rimandato. Le famiglie sammarinesi povere ci sono, ma il fenomeno è monitorato. Vanno aiutate, indubbiamente, con un occhio di riguardo. Unitamente alle fasce a più basso reddito (che non abbiano la Ferrari nel garage). Ma non si può generalizzare e continuare a narrare una storia che non corrisponde alla realtà. Con il populismo fine a se stesso, non si va avanti.

Infine, le energie alternative. Stiamo coi piedi per terra: lasciamo perdere idrogeno e nucleare. Siamo grandi più o meno come Borgo San Giuliano, anche se siamo uno Stato. Meglio investire sul fotovoltaico e agganciarsi a progetti sull’eolico che stanno partendo nel circondario. Bisognerebbe fare un appello alle aziende energivore (che consumano più di un terzo del consumo totale) perché provvedano alla transizione ecologica. Bisognerebbe investire parte del debito pubblico nel fotovoltaico per i palazzi e gli uffici pubblici e bisognerebbe spegnere qualche luce perfettamente inutile, specie di giorno. Bisognerebbe sostenere le famiglie per progetti di isolamento termico delle proprie abitazioni e la conversione al fotovoltaico.

Tenendo ben presente che il problema vero, molto importante, del futuro prossimo immediato, sarà il costo del denaro.

a/f