Si è sparata con la pistola di una guardia di Rocca dopo avere visto il compagno impiccato. Se ne sono andati insieme, ieri mattina, Roberto Marchetti, 49 anni, artigiano sammarinese, e Angela Ilaria Lagno, 46, originaria di Camogli, ma residente a Pietracuta e titolare di un negozio di fiori a Gualdicciolo. In queste ore la magistratura di San Marino sta lavorando per ricostruire la dinamica di una tragedia che ha dell’incredibile e che vede coinvolta un giovane agente appena assunto, la cui arma è stata la causa involontaria della seconda tragedia e che ora è in preda alla disperazione. Il commissario della Legge, Simon Luca Morsiani, ha disposto le autopsie, mentre ieri sera gli investigatori della Gendarmeria stavano ancora ascoltando i testimoni del duplice suicidio.
Tutto si consuma poco dopo mezzogiorno. Marchetti ha una piccola azienda di falegnameria a Galazzano, in via Larice. Gli affari vanno male, come tutte le piccole ditte anche lui sta navigando a vista. Chi lo conosce sa che è molto demoralizzato, ma nessuno immagina che sta meditando di farla finita. Nessuno sospetta nulla, neanche quando ieri mattina Marchetti telefona ad alcuni familiari. Chiamate ‘strane’, piene di affetto, racconteranno agli inquirenti. Solo dopo hanno compreso che erano telefonate di addio. Ilaria, come la chiamano tutti, cerca più volte di contattarlo, ma all’ennesimo squillo senza risposta decide di andare a cercarlo all’azienda. E’ in preda all’ansia, come se avesse un presentimento. Quando arriva al laboratorio di Galazzano lo trova chiuso dall’interno, e Roberto non risponde. Ma è quando si avvicina alla vetrata del capannone che intravede l’orrore che è all’interno: Roberto si è impiccato.
La vedono battere disperata i pugni contro il vetro, le sue grida attirano i vicini che corrono verso la ditta. Basta avvicinarsi al vetro per vedere che il laboratorio è il teatro di una tragedia orribile. Ilaria è come impazzita, cercano di calmarla ma lei non sente nessuno, vuole solo raggiungere l’amore della sua vita, vuole morire anche lei. Scappa da chi tenta di fermarla, tenta in ogni modo di entrare all’interno. Nel frattempo qualcuno ha chiamato ambulanza e forze dell’ordine. Le prime ad arrivare in via Larice sono le guardie di Rocca. La donna ora sembra più calma, la vicina l’ha fatta sedere accanto a sè. Ma quella calma è solo apparente. La guardia di Rocca è in piedi, vicino a Ilaria, il suo volto è proprio all’altezza della pistola dell’agente che tutto può immagine tranne quello che sta per succere. La scena, racconteranno poi i testimoni, si svolge nella frazione di un secondo: la donna estrae l’arma, la glock d’ordinanza, dalla fondina. L’agente è preso alla sprovvista, ma tenta subito di strapparle la pistola. Non fa in tempo. Lo sparo fa calare un silenzio irreale, poi vedono il buco sul tubino nero di Ilaria e la macchia di sangue che si allarga. L’attimo dopo lei è a terra senza vita. Le persone sono attonite, incredule, come se avesse assistito a un film dove hanno fatto da comparse. Passa qualche secondo prima che realizzino che Ilaria si è appena uccisa, così come aveva promesso.
Alessandra Nanni, Il Resto del Carlino
