“Devo dire che Scaramella (ex 007 italiano a suo tempo al centro delle cronache giudiziarie, che sarebbe stato incaricato di trovare elementi che incastrassero Gabriele Gatti; ndr) e? stato piu? corretto di Buriani”… Gia? questo basterebbe a rendere esplosiva la “dichiarazione spontanea” rilasciata ieri in Tribunale da Gabriele Gatti, per anni e anni indiscutibilmente il personaggio politico piu? potente della Repubblica di San Marino.
E cio? per un motivo semplicissimo: mentre Mario Scaramella e? balzato alla ribalta delle cronache per vicende giudiziarie che lo hanno interessato, fra cui una calunnia nel 2012 ai danni dell’Avv. Sammarinese Alvaro Selva, e, soprattutto, per le dichiarazioni fatte dall’esule russo Yuri Felstinski, secondo le quali l’ex agente russo dell’FSB (ex Kgb) Aleksandr Litvinenko (morto nel novembre 2006 a Londra, in seguito a contaminazione con il polonio-210) “sosteneva di essere stato avvelenato da Scaramella” in una cena avuta con lui il primo novembre 2006. Un sospetto poi, pero?, mai confermato nei fatti, come hanno invece trovato conferma altre accuse come, ad esempio, “concorso in importazione, detenzione e porto di munizionamento da guerra, esplosivo e armi”, per la quale patteggio? una condanna a quattro anni.
Dunque, si diceva, mentre Scaramella e? noto per essere uno spregiudicato ex 007 italiano, Alberto Buriani e? stato, per anni, il simbolo sammarinese della lotta al malaffare, alla corruzione politica… Una sorta di Antonio Di Pietro, il giudice simbolo dell’italiana “Mani Pulite”, in salsa biancazzurra! Continuamente, ogni giorno, le sue gesta “eroiche” venivano esaltate dai media -da qualcuno di essi in particolare- e il solo incrociarlo per strada, per la “gente” del Titano, era motivo di soddisfazione…
Ebbene, secondo quanto sostenuto -peraltro argomentando- ieri in Aula da Gatti, questo “eroe” togato sarebbe stato piu? scorretto di Scaramella. Ma perche? lo stesso Gatti si e? cimentato in un raffronto fra questi due cosi? lontani e diversi personaggi?
Semplice -e ci si riferisce sempre alle parole dell’ex Segretario di Stato agli Esteri- perche? ambedue avrebbero avuto un ruolo, in sedi, ruoli e modi diversi, in piani finalizzati a delegittimare, distruggere politicamente e personalmente Gatti. Scaramella, si deduce “assoldato” da avversari politici, lavoro? mesi e mesi, arrivando anche a piazzare microspie, con il fine di trovare qualche scheletro nell’armadio del vertice democristiano, senza ottenere risultati ma, al contempo, senza neppure “inventarli”; Buriani, invece -e? il senso di parole riecheggiate ieri in Tribunale- con il fine di colpirlo e “affondarlo”, avrebbe creato una verita? da una fantasia e su questa avrebbe poi disposto il mandato di arresto. “Quindi -ha detto- dico che o si tratta di imbecillita? oppure di malafede. O si tratta di una mentalita? veramente criminale…”.
Difficile, a dire il vero, dare torto a Gatti sul fatto che alla base del suo arresto ci sia stata una “fantasia”… Del resto, lo scrissi gia? a suo tempo, quando fu pubblico il decreto di rinvio a giudizio: le accuse che erano alla base del mandato di arresto sono state riconosciute “fantasie” dallo stesso Buriani, che le mise nero su bianco per giustificare l’arresto di Gatti ma poi non le tradusse in accuse chiare inserendole nel decreto di rinvio a giudizio. Fu lo stesso Buriani, quindi, a riconoscere la totale insostenibilita?, in un processo, di quelle accuse di “associazione a delinquere” e di “attentato ai pubblici poteri”. Peraltro, se la seconda accusa appariva perlomeno “strana” fin dal primo minuto, la prima era formulata in maniera quasi assurda, come ha evidenziato anche lo stesso Gatti: “Se si accusa qualcuno di associazione a delinquere”, si dovrebbe sapere e specificare questa associazione “con chi sarebbe stata fatta”.
“Se uno legge quel mandato di arresto” non puo? concludere altro che vi “sono scritte delle stupidaggini incredibili”. “Invito tutti -ha raccomandato Gatti- a rileggere quel decreto! E’ una cosa curiosa ed interessante! Assurda, sbagliata e pasticciata e non ha nulla di diritto!”.
Quello di ieri di Gatti, nel corso dell’udienza che lo vede imputato, e? stato un lungo intervento, quasi uno sfogo finalizzato a dimostrare cio? e? emerso, per ora come semplice e fondato dubbio, gia? rianalizzando il Processo Mazzini, non a caso istruito sempre dallo stesso Giudice Alberto Buriani, il cui operato e? stato messo in dubbio dagli esiti, approvati all’unanimita? del Consiglio Grande e Generale, della Commissione di inchiesta parlamentare su Banca Cis. Esiti dove, addirittura, si solleva il dubbio -non dimostrato e, forse, non dimostrabile, seppure supportato da una testimonianza giurata (quella di Federico D’Addario)- che un altro arresto eccellente, quello del 24 giugno 2014 dell’ex Segretario di Stato Claudio Podeschi, anche lui democristiano, sia stato eseguito quasi su commissione, su suggerimento di Daniele Guidi, telefonicamente da un ufficio di Banca Cis.
“Nel giugno 2014 -si legge infatti nella relazione finale- una settimana prima dell’arresto di” Claudio Podeschi, “ho sentito Guidi che argomentava al telefono con persona ignota, continuando a insistere che un non ben identificato personaggio andava arrestato”.
Quindi, come e? il senso delle lunghe ed “esplosive” dichiarazioni spontanee di Gabriele Gatti, ci troviamo oggi di fronte ad un processo politico e non giudiziario? Se analizziamo la vicenda Gatti in forma avulsa dal contesto globale potremmo pensare di si?… Ma se la inseriamo nel contesto, ovvero la valutiamo sinergicamente al Processo Mazzini e alla relazione della Commissione di Inchiesta, penseremmo di no… Avremmo l’impressione, il forte sospetto che questo processo-Gatti sia l’ennesimo, forse l’ultimo, atto di un vero colpo di stato consumato nella piu? antica Terra della Liberta?.
Un sempre piu? pesante sospetto sul quale e? ora di fare chiarezza!.
Enrico Lazzari