Per certi versi siamo ormai abituati. Sono stati mesi, del resto, in cui si è arrivati a paragonare Draghi e Speranza a Hitler e Himmler, il green-pass vaccinale alla tessera fascista, l’Italia ad Auschwiz, arrivando a ridicolizzare, addirittura, il dramma dell’Olocausto. Grotteschi miracoli del popolo “novax”…
Se da questa tragicomica e pietosa rappresentazione il Titano ne era uscito quasi immune, oggi la strumentalizzazione politica di una minoranza consigliare che sembra aver innalzato il leader leghista Matteo Salvini a modello ideale di comunicazione politica sembra permettere al Titano di recuperare il terreno perduto rispetto l’Italia “novax”.
Tutto parte con l’invio, da parte del Commissario Inquirente Roberto Battaglino, di un “avviso di indagine” a chiunque abbia firmato un articolo – non una lettera in redazione ma un articolo – su Serenissima – quotidiano cartaceo molto “sensibile” alle posizioni politiche di Libera- prima del 31 marzo scorso.
Certo, con una attenta verifica preliminare si sarebbe forse evitato il trambusto odierno, visto che almeno alcuni dei destinatari risulterebbero regolarmente iscritti all’albo professionale… Ma poco importa, basterà una memoria difensiva per archiviare in tempi brevissimi la loro posizione.
Altri, avrebbero pubblicato pareri o approfondimenti su loro specifiche competenze e ciò lascia intendere che -qualora la Legge del 2014 non sia una normativa antidemocratica e sbagliata- anche la loro posizione debba venire stralciata in quattro e quattr’otto. Si vedrà…
Quel che è incontestabile, già oggi, è che Magistratura non sta facendo null’altro che il proprio dovere e il non aver avviato l’indagine, l’accertamento avrebbe potuto addirittura configurare, nel Tribunale, almeno il reato di omissione di atti d’ufficio, visto che alla base di tutto c’è un esposto depositato mesi fa dal leader “retino” Roberto Ciavatta, oggi contestato Segretario di Stato alla Sanità, dimissionario “pentito” e vertice “maximo” di una Sanità mai così in alla deriva come oggi.
A tentare di riportare a canoni di razionalità l’analisi della risonante strumentalizzazione ci ha provato il consigliere indipendente, pur nelle fila di Rete, Giovanni Zonzini in un post social, il quale, dopo aver contestato duramente ogni eventuale tentativo di limitazione della inviolabile libertà di espressione e di opinione, ha cercato di spiegare che non esisterebbe alcuna querela verso i singoli individui che hanno espresso opinioni o pubblicato scritti su Serenissima, ma esclusivamente un “esposto al Tribunale” su “condotte apparentemente irregolari relativamente alla gestione del giornale”. Precisando chiaramente che l’indagine o la querela non ha esplicitamente “a che fare con le opinioni ivi espresse”.
Ma, al momento, ciò non ci interessa. Confidando che ogni accusa risulti infondata all’analisi investigativa e che la normativa vigente non si riveli una Legge liberticida di stampo nordcoreano -peraltro approvata nel dicembre 2014, da un esecutivo Pds-Ap-Pdcs, al cui interno figuravano anche Segretari di Stato oggi nelle fila dei gruppi di opposizione che oggi cavalcano strumentalmente e, a vedere i social, efficacemente l’onda- l’aspetto più politicamente interessante di questa vicenda è che il Segretario di Stato alla Sanità, Ciavatta, sta creando non pochi problemi alla maggioranza.
Infatti, anche questa “tempesta” -pur strumentalizzata ad arte- si sta rivelando una pesante mannaia sull’immagine dell’esecutivo e dei partiti che lo compongono, presentato agli occhi dei cittadini, sia sui social sia sui media, specie su quelli sensibili ai temi delle opposizioni, o meglio di Libera e di Rf, un governo antidemocratico, più o meno velatamente, un regime autoritario che non esita a violare le libertà fondamentali dell’individuo e le regole basilari di ogni democrazia. Arrivando a lasciar intendere, implicitamente, che la magistratura non persegua i suoi doveri ma sia funzionale ai “bisogni” di un regime.
E il tutto solo perchè un membro di governo e leader di uno dei partiti che lo sostengono -si presume in forma autonoma e individuale- ha servito su un piatto d’argento l’occasione di scatenare la tempesta perfetta contro l’esecutivo. Serviva l’apparizione di Aladino dalla celebre lampada per capire che certe iniziative autonome sono “pericolose”? No… Appariva ovvio. Ovvio, ma non per il Segretario alla Sanità, peraltro autore di almeno un altro esposto -se ben ricordo- contro i vertici dell’Ente che doveva realizzare, per conto di Aass, la rete pubblica delle telecomunicazioni in partnership con a Zte.
Forse, più che cimentarsi nell’attività politica, il nostro Ministro avrebbe dovuto concentrarsi sulla carriera in Polizia… Sarebbe diventato, forse -mi si permetta la velenosa ilarità- un attento e temuto “sceriffo”.
Tornando a cose serie è importante evidenziare che, come sancito da principi costituzionali, il Congresso di Stato sia un organismo collegiale, dove l’iniziativa, la proposta, la riforma di ogni Segretario di Stato deve essere varata collegialmente dall’organismo.
Appare pesantemente fuori luogo, quindi, che un membro del governo vada per la sua strada, autonomamente, in iniziative certamente dal punto di vista legale e del diritto pienamente legittime per ogni cittadino come l’esposto alla magistratura.
Ma quando queste iniziative vengono assunte da un membro di un organismo collegiale le conseguenze ricadono -seppure spesso a sproposito- sull’intero organismo, specie nella deriva populista e giustizialista in cui anche la società sammarinese è piombata.
Se la -per usare un eufemismo- non eccellente gestione della sanità pubblica aveva trasformato il Segretario di Stato alla Sanità in una pesante palla al piede per il governo e l’intera maggioranza, quest’ultima vicenda evidenzia che lo scollamento fra lo stesso Ciavatta e il resto dell’esecutivo ha radici profonde e insanabili, perchè nessun gruppo può sopravvivere ad un suo elemento che va, autonomamente, per la sua strada in iniziative che poi ricadono sull’intero gruppo.
Era facile prevedere -anche alla luce della strada “salviniana” intrapresa dalle opposizioni in materia di comunicazione politica- che l’esposto verso un organo di informazione, sia se questo sia fondato o infondato, avrebbe scatenato il putiferio attuale, che neppure la Tv di Stato ha potuto ignorare.
L’altro aspetto politico è tutto interno a Rete, che oggi -in attesa delle conclusioni dell’indagine o di una eventuale sentenza- deve difendere il “suo” leader senza avere alcun argomento concreto per farlo e, forse, senza essere neppure al corrente dell’iniziativa che questi assunse a suo tempo.
Il Segretario di Stato alla Sanità appare quasi essere una “mina vagante” pronta ad esplodere, o, meglio, una sorta di “bomba a grappolo”, che genera tante piccole ma devastanti esplosioni disseminate nel tempo… Una “mina” piazzata sotto i piedi del governo, della maggioranza e della “sua” stessa Rete.
E una “mina” che governo e maggioranza non hanno la forza di disinnescare.
Solo Rete sembrerebbe ormai in grado di farlo. Del resto, la non eccellente azione governativa dello stesso ministro sarebbe stato uno degli elementi che hanno indotto una parte del gruppo consigliare “retino” a fare le valige. La deriva della sanità pubblica, poi, avrà un impatto quanto mai gravoso sul consenso di Rete alle prossime elezioni.
Mai come in questo delicato momento, immersi in un contesto internazionale quanto mai allarmante, San Marino ha bisogno di un governo coeso, unito, capace di marciare all’unisono verso una precisa meta… Ma ciò non è, perchè un elemento del gruppo si distanzia, imbocca “scorciatoie” e rientra sul percorso per seminare “trappole” in cui, regolarmente, casca l’intera comitiva…
Caro -si fa per dire, visto che neppure ci conosciamo- Ministro Ciavatta, colga questa palese occasione per fare un atto di responsabilità verso i suoi compagni di governo, i partiti che la sostengono e la sua stessa forza politica. Liberi i suoi compagni di avventura dall’abisso in cui li ha cacciati con questa ultima iniziativa giudiziaria rivendicando la sua totale e personale responsabilità nell’esposto-denuncia. Renda palese ciò con dimissioni, questa volta, irrevocabili…
Sarebbe un atto di incontestabile responsabilità e forza che, peraltro, libero da doveri di “collegialità”, le permetterebbe di spiegare ad una cittadinanza oggi convinta a torto di vivere in un regime hitleriano, l’eventuale legittimità della sua azione riabilitando se stesso e il suo partito che, negli anni scorsi, ha contribuito a far affermare.
E, magari, in presenza di una “archiviazione” o assoluzione nella vicenda, potrà difendersi efficacemente da eventuali denunce per calunnia che dovesse ricevere, o, in presenza di una eventuale condanna che chiuda questa vicenda, bearsi della “stella metallica” che potrebbe legittimamente poi appuntarsi al bavero della giacca…
Enrico Lazzari