UNA TRUFFA vera e propria dietro al sogno di poter far giocare il proprio figlio nel campionato spagnolo di calcio. E’ l’amara scoperta fatta dal noto imprenditore del Titano, Roberto Benedettini, padre di Elia, vent’anni, portiere della Pianese, squadra che milita nel campionato di serie D girone E, ma anche calciatore della Nazionale sammarinese. Una truffa che è costata al padre del nazionale sammarinese tremilaecinquecento euro. Tutto aveva avuto inizio mesi fa quando Benedettini senior era stato avvicinato da un sedicente procuratore di calcio, uno dei tanti che pullulano nei campi di tutt’Italia alla disperata ricerca di ‘fenomeni’.
«Tuo figlio può mirare più in alto che non la serie D nostrana», gli aveva scritto il fantomatico intermediario via email. E dopo qualche giorno, il manager ‘fasullo’ aveva confezionato una proposta di quelle allettanti.
«In Spagna, il club Lleida che milita nella Segunda Division girone B è interessato al ragazzo. Può fare una grande esperienza all’estero», gli avrebbe prospettato, stando alla denuncia che il padre sammarinese ha presentato in Procura a Rimini, tramite il suo legale Stefano Pagliai di Firenze. Nelle email il finto procuratore avrebbe anche inviato alcune bozze di contratto da sottoscrivere per poter mandare in porto l’operazione spagnola. Così Benedettini senior non aveva avuto nessuna esitazione quando il futuro manager del figlio gli aveva chiesto 3500 euro per risolvere ‘alcune questioni tecniche’.
Aveva pagato senza battere ciglio.
Poi, il papà del calciatore sammarinese dopo aver versato 3.500 euro al procuratore, aveva continuato a documentarsi sulla prossima squadra del figliolo ed aveva deciso di acquistare un biglietto per la Spagna, proprio per visionare direttamente la destinazione del suo ragazzo. Ma poco prima della partenza, era stato lo stesso sedicente procuratore a fermare il genitore dicendogli che c’era la possibilità di un contratto più vantaggioso in Italia: «C’è il Carpi in serie A che lo vuole». Ma Benedettini senior, insospettito dallo strano comportamento di quel procuratore che non era riuscito ad incontrare e che lo contattava via sms e via email, aveva deciso di vederci chiaro e, senza dire nulla al falso manager, si era messo in contatto direttamente con la società calcistica emiliana scoprendo però che del procuratore nessuno aveva mai sentito parlare. La truffa era stata servita.
«Tuo figlio può mirare più in alto che non la serie D nostrana», gli aveva scritto il fantomatico intermediario via email. E dopo qualche giorno, il manager ‘fasullo’ aveva confezionato una proposta di quelle allettanti.
«In Spagna, il club Lleida che milita nella Segunda Division girone B è interessato al ragazzo. Può fare una grande esperienza all’estero», gli avrebbe prospettato, stando alla denuncia che il padre sammarinese ha presentato in Procura a Rimini, tramite il suo legale Stefano Pagliai di Firenze. Nelle email il finto procuratore avrebbe anche inviato alcune bozze di contratto da sottoscrivere per poter mandare in porto l’operazione spagnola. Così Benedettini senior non aveva avuto nessuna esitazione quando il futuro manager del figlio gli aveva chiesto 3500 euro per risolvere ‘alcune questioni tecniche’.
Aveva pagato senza battere ciglio.
Poi, il papà del calciatore sammarinese dopo aver versato 3.500 euro al procuratore, aveva continuato a documentarsi sulla prossima squadra del figliolo ed aveva deciso di acquistare un biglietto per la Spagna, proprio per visionare direttamente la destinazione del suo ragazzo. Ma poco prima della partenza, era stato lo stesso sedicente procuratore a fermare il genitore dicendogli che c’era la possibilità di un contratto più vantaggioso in Italia: «C’è il Carpi in serie A che lo vuole». Ma Benedettini senior, insospettito dallo strano comportamento di quel procuratore che non era riuscito ad incontrare e che lo contattava via sms e via email, aveva deciso di vederci chiaro e, senza dire nulla al falso manager, si era messo in contatto direttamente con la società calcistica emiliana scoprendo però che del procuratore nessuno aveva mai sentito parlare. La truffa era stata servita.
Così all’imprenditore sammarinese non è restato altro che sporgere denuncia per truffa. La Polizia di Rimini sta adesso tentando di identificare il fantomatico procuratore.
Il Resto del Carlino