San Marino. È il momento di aprirsi … di Stefano Ercolani

Il settore bancario per San Marino è non solo strategico per la crescita ma proprio vitale.

E tuttavia che San Marino sia diventato un Paese dove è difficile fare banca è cosa nota. Lo scorso maggio è arrivata anche la conferma del Fondo Monetario Internazionale che lo ha documentato nel suo report con un focus che faceva il punto su un sistema chiuso che dovrebbe aprirsi.

Sappiamo che le radici della crisi del sistema bancario affondano nella crisi del settore immobiliare e che la sua ripartenza restituirebbe linfa vitale agli istituti bancari e all’economia tutta.

Perché allora non pensare di creare fondi immobiliari di diritto sammarinese con la possibilità di collocarli all’estero?

Il Paese è davvero appetibile e gli investitori internazionali, soprattutto da fuori Europa, sarebbero subito attratti dalla possibilità di sottoscrivere le quote di un fondo immobiliare. Certo, per farlo, occorrerebbe sbloccare la normativa sulle residenze, come raccomandato a maggio dal Fondo Monetario Internazionale. E poi si dovrebbe prendere a ripercorrere la strada degli accordi.

Se ad esempio si pensasse di collocare i fondi immobiliari di diritto sammarinese fuori dall’Europa, in Cina per esempio, si dovrebbero stipulare accordi ad hoc con la Banca Centrale di quel Paese. Se invece pensassimo al mercato europeo avremmo sia la strada dell’accordo di associazione con l’Europa che quella di sottoscrivere memorandum con i paesi di interesse. Ci sono infatti ancora alcune direttive europee da recepire, entro il 2018, per armonizzare i nostri fondi con gli standard internazionali.

La strada dell’accordo di asso- ciazione potrebbe però rivelarsi più lunga del previsto perché i nostri compagni di viaggio, Andorra e Monaco, hanno interessi molto diversi da San Marino e negli anni hanno stipulato vari accordi con altrettanti paesi ritenuti strategici. San Marino ha al momento solo due accordi, rispettivamente con la Croazia e con il Liechtestein.

Se vogliamo creare un contesto economico più favorevole alle imprese è necessario procedere con una spiccata azione riformatrice. Avendo ben presente che il cuore della crescita sta nel mercato immobiliare.

Non a caso la Nuova Zelanda dopo aver dato la possibilità agli investitori di Cina e India di acquistare parte del proprio patrimondo immobiliare ha impresso una scossa alla propria economia che secondo Banca Mondiale risulta ora prima classificata del doing business 2017, il report realizzato assieme al Fondo monetario e pubblicato lo scorso novembre.

Si tratterebbe di mettere sul mercato le quote del fondo immobiliare sammarinese e non di vendere direttamente agli investiti. Così facendo si avrebbe anche l’ulteriore vantaggio di una importante valorizzazione delle proprietà immobiliari dei cittadini sammarinesi.

Non siamo un bunker territoriale, non dobbiamo resistere ma aggredire il mercato e naturalmente ripartire.

Stefano Ercolani, Asset Banca

 

 

“COLORO CHE SI APPLICANO TROPPO NELLE PICCOLE COSE, DI SOLITO DIVENTANO INCAPACI DELLE GRANDI”.

LA ROCHEFOUCAULD