San Marino. E il trenino? Con quello che sta succedendo, sembra un progetto appeso a un filo… di Alberto Forcellini

Pedini è quello che è. È uno a cui non interessa la diplomazia, quello che ha nel cuore ce l’ha sulla lingua, fregandosene della grammatica e del bon ton. A volte, anche delle convenienze politiche. Anzi, gli capita addirittura di “sbordare”, che può voler dire “traboccare” cioè uscire fuori dai confini, oppure “strambare” come una barca a vela quando improvvisamente sbanda sottovento.  Sta di fatto che la sua conferenza stampa contro il governo di cui fa parte ha fatto inalberare le opposizioni, salvo poi farle arrabbiare ancora di più quando lo “screzio” si è ricomposto e dentro il Congresso di Stato è tornata l’armonia. Non è un caso che ieri sia stato preso di mira più di una volta in comma comunicazione, all’apertura dei lavori consiliari.

Pedini è uno che si infuria facilmente, specialmente se qualcuno pronuncia la parola “turismo”, settore che gestisce da “padre e padrone”, per altro riportando innegabili successi e qualche scivolone. Che però passa in secondo piano per quel suo fare un po’ “piacione” con cui riesce ad accattivarsi comunque il consenso popolare. Sorriso a 32 denti stampato sulla faccia, cravatta regimental d’ordinanza, pacca sulla spalla: e il gioco è fatto.

In controluce, il progetto di riunificazione delle sinistre, che preoccupa molto Libera, ma che è visto di buon occhio dalla maggioranza, con il silenzio “diplomatico” di Pedini e del suo Movimento Democratico. Il quale, dopo le fasi iniziali del processo, non ha più pronunciato parola.

Una delle cose più interessanti portate avanti da Federico Pedini Amati, Segretario di Stato al Turismo, è l’idea di riportare in vita il mitico trenino biancoazzurro. Nel giro di qualche mese ha portato a casa un risultato insperabile: l’interesse della controparte italiana al ripristino del tratto ferroviario San Marino – Rimini, poi lo stanziamento dei primi fondi per il progetto di fattibilità. Insomma, ha messo le gambe a quello che era un desiderio, un sogno, una speranza di tanti sammarinesi. I quali hanno ben chiari i vantaggi della riattivazione di un mezzo su rotaia. Che non è solo un romantico ricordo, ma la possibilità di dare nuovo sviluppo al turismo, quindi all’economia, ma anche al rispetto dell’ambiente.

Un paio di settimane fa, precisamente il 6 ottobre scorso, la comunicazione ufficiale dell’avvio della fase tecnico progettuale con uno studio di fattibilità, grazie anche allo stanziamento ministeriale di 2 milioni di euro proprio a questo scopo. Nel frattempo è stato istituito con delibera di Congresso il Comitato Tecnico-Operativo per la riattivazione del Treno Bianco-Azzurro.

Fin qui, diciamo che Pedini è stato davvero bravo, suscitando l’ammirazione e l’approvazione di tutti, anche di coloro ai quali il trenino importa poco o nulla. Ma è una questione di orgoglio nazionale.

Il problema viene adesso, anzi una lunga serie di problemi strettamente interconnessi tra loro. Cominciamo da quelli politici, perché in Italia il governo della scorsa estate praticamente non c’è più e quello nuovo non è ancora operativo. In ogni caso, appena si insedierà, si troverà in ben altre faccende affaccendato: il caro bollette (in Italia sono aumentate anche del mille per cento), i rifornimenti energetici, i rapporti con l’Europa, l’inflazione e il ristagno dell’economia (le aziende stanno chiudendo a raffica), 5 milioni di italiani in stato di povertà, la pandemia che non è ancora conclusa, eccetera, eccetera. Senza neppure accennare ai problemi politici che hanno inquinato la legislatura sin dal suo avvio. In parole molto povere, la classe politica italiana è tutta incentrata sulle poltrone piuttosto che sull’urgenza di affrontare i problemi.

A questo punto, la domanda sorge legittima: sarà ancora interessata, l’Italia, a proseguire l’impegno sul trenino di San Marino? Il fatto positivo è che la palla è passata dalle sedi politiche alle competenze della Fondazione delle Ferrovie dello Stato. La quale, dopo aver incassato l’adesione istituzionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, e del Turismo, custodisce e gestisce il grande Patrimonio storico delle Ferrovie italiane. Costituita il 6 marzo 2013, essa riunisce sotto la sua tutela un parco di rotabili storici composto da oltre 400 mezzi di cui circa 200 operativi, i fondi archivistici e bibliotecari, i musei di Pietrarsa e Trieste Campo Marzio, nonché le linee ferroviarie un tempo sospese, oggi recuperate ad una nuova vocazione turistica con il progetto «Binari senza Tempo».

Come dire, siamo nelle buone mani. E in ogni caso, ci vorrà sempre un agrement del nuovo governo. E in più bisognerà mettere sul piatto i problemi attuali di San Marino, che ha ben altre gatte da pelare e poco o nulla da investire in un nuovo progetto. A meno che si faccia qualche altro debito… La qual cosa potrebbe non piacere a nessuno della maggioranza, e neanche dell’opposizione.

Come dire: il trenino è appeso a un filo, a meno che Pedini non si lanci in un’altra “sbordata”.

a/f