Nel suo recente Congresso, Libera ha riaffermato la propria identità di partito riformista e responsabile, chiamato a guidare San Marino verso una nuova stagione politica. Il Segretario uscente, Matteo Ciacci, ha lasciato un’impronta significativa, contraddistinta da un approccio trasparente e inclusivo, volto a raccogliere le sfide moderne con uno spirito pragmatico e propositivo. L’eredità di Ciacci è quella di una politica che costruisce, che pone l’interesse collettivo al di sopra delle fazioni, creando una base solida per le future riforme. Senza dubbio, l’impegno e la dedizione che ci ha messo in questi anni, lo rendono degno di riconoscimento.
Libera rappresenta oggi una forza cruciale nella coalizione di governo, il cui contributo è imprescindibile per mantenere l’equilibrio politico e per affrontare le importanti questioni ancora aperte. Il rapporto tra Libera e la Democrazia Cristiana è determinante non solo per la stabilità dell’esecutivo, ma per dare una direzione chiara al Paese: le due grandi forze politiche, seppur divergenti per tradizione e visione, hanno la possibilità di trasformare le proprie differenze in uno stimolo positivo. La collaborazione tra Libera e Dc, infatti, è la chiave per realizzare quelle riforme strutturali di cui San Marino ha urgente bisogno. In fondo la pluralità può e deve arricchire il dibattito e contribuire a soluzioni più complete e inclusive.
Mi rivolgo ora al nuovo Segretario politico, Giulia Muratori: è essenziale che il suo partito adotti la strada del “sì”: un consenso operativo che vada oltre gli slogan elettorali e miri a risultati concreti. Libera è chiamata a spingere per riforme che rendano il Titano più aperto e capace di sostenere il proprio debito con progetti di sviluppo sostenibile. L’accordo di associazione con l’Unione Europea, le questioni sociali e il riassetto del sistema economico sono solo alcune delle sfide che non possono più attendere. Rimanere ancorati alla retorica della campagna elettorale sarebbe un errore fatale: ora è il momento di costruire, con una politica del fare che metta in secondo piano i dissidi e favorisca un approccio responsabile e coraggioso.
Tra i tanti interventi che si sono alternati, vorrei citare quello che ha destato maggiori polemiche, ovvero quello di Luca Lazzari del Partito dei Socialisti e Democratici, il quale offre, in questo senso, uno spunto di riflessione importante. Con onestà, Lazzari ha evidenziato alcuni punti critici del rapporto tra Psd e Libera, ma il suo tono schietto è la dimostrazione che l’amicizia politica è anche capacità di esprimere critiche costruttive. Tale tipo di dialogo, dove il confronto non è mai fine a sé stesso, ma è animato da una volontà di miglioramento, rappresenta una risorsa preziosa per mantenere vivi i valori del centrosinistra e per rispondere con concretezza alle forti aspettative della gente. La franchezza di Lazzari, lungi dal minare la collaborazione, sottolinea invece il desiderio di superare difficoltà e incomprensioni per offrire una proposta politica solida e concreta.
Nel solco tracciato da questo Congresso, Libera si trova quindi davanti a una prova decisiva: costruire un modello di governo che non solo mantenga le promesse fatte ai cittadini, ma che sappia anche adattarsi e rispondere ai mutamenti globali e alle esigenze interne. In un contesto che richiede risposte rapide e incisive, Libera ha l’opportunità di diventare il motore di una trasformazione che guardi al futuro con responsabilità. Nella consapevolezza che la politica è un’arte difficile, che consiste nel fare ciò che è necessario per il bene di tutti, anche quando non è popolare.
David Oddone
(La Serenissima)