Ogni ritorno a San Marino mi riporta al ricordo di mio padre, al lessico familiare della mia infanzia ed al clima di libertà in cui sono stato allevato, un clima che discende direttamente dalle tradizioni più antiche della nostra Repubblica: “relinquo vos liberos”, vi lascio liberi, era stato, secondo la leggenda, il messaggio di commiato del Santo scalpellino ai suoi discepoli.
Luciano Maiani
Sul web sta andando forte il tam-tam dell’identità e il “sei di…” è diventato un vero tormentone. Così non sono mancate le voci critiche e c’è chi ha subito parlato di nostalgia non soltanto del passato prossimo ma anche del presente perché esso, nella società in cui viviamo, si consumerebbe troppo velocemente. A San Marino il legame con il proprio Paese e con i concittadini è qualcosa di più profondo. La nostra è una comunità di lungo periodo con strutture mentali e organizzative che si sono formate nell’arco di molti decenni, se non addirittura di secoli.
Il Paese è un sottofondo musicale, è un museo a cielo aperto, un palcoscenico mondiale. Le consuetudini che lo contraddistinguono non escludono a priori l’innovazione e il cambiamento ma sono volte naturalmente a far convivere le novità con il passato che qui rappresenta un punto di riferimento. Non a caso Pierre-Jean Grosley nei suoi appunti di viaggio scrisse che per i suoi abitanti San Marino era come Itaca. Gente cioè conosciuta all’estero per la propria perizia e le proprie competenze con l’abitudine però di ricordarsi del proprio Paese e di esserne ambasciatori per la sua economia, per l’arte, per la scienza, per lo sport.
Penso al calciatore Massimo Bonini che continua a girare il mondo con Juventus the Legend, una squadra composta dalle vecchie glorie calcistiche della Juventus anni 80 facendo beneficenza. E penso anche al fisico nucleare Simona Rolli, ricercatrice al Fermi Lab di Bathavia o a Luciano Maiani, uno dei più noti fisici teorici a livello internazionale già presidente del Council del Cern, Laboratorio Europeo di Fisica delle particelle, il più grande dei centri del mondo di ricerca in questo campo. E proprio Luciano Maiani parlando ai Sammarinesi quando fu chiamato a pronunciare l’orazione ufficiale sottolineò come oggi più che mai per crescere è importante la disponibilità di personale altamente qualificato e come dunque occorra puntare sulla promozione dei giovani più brillanti e meno conformisti, valorizzando la diffusione della cultura e dei valori che ci contraddistinguono.
“E’ un cammino difficile, ha scritto, ma non impossibile, soprattutto perché i valori della cultura e della scienza si coniugano perfettamente con gli ideali di libertà e indipendenza che il nostro Paese, unico al mondo, ha saputo mantenere intatti nel corso dei secoli”.
Continuare a ‘sfornare’ eccellenze, come fa Israele, è l’unica strada per tornare a crescere. Da secoli del resto siamo considerati come persone piene di risorse e ingegno, dedite alla ricerca e alla cultura. Anche George Washington Erving quando venne a San Marino scrisse: “Poiché nulla che avesse a che fare con gli Stati Uniti era loro estraneo, non esisteva biblioteca che, come la loro, fosse stracolma di libri, di libelli e di documenti di ogni genere”.
L’esempio di molti concittadini illustri è incastonato nell’“imprinting” delle nostre anime e San Marino deve riprendersi quel ruolo che ha sempre avuto in passato.
Stefano Ercolani, Presidente di Asset Banca
La Tribuna.sm