La piazza si è già svuotata, ma le voci – e i messaggi affidati a “urlanti” cartelli – che ieri hanno riempito il Pianello restano a echeggiare nel dibattito pubblico. La manifestazione del 4 settembre, convocata dal gruppo Genitori Sammarinesi con l’appoggio di Unione Donne, CSU e USL, ha segnato un punto di svolta: non soltanto uno sfogo emotivo dopo la vicenda degli abusi che ha scosso la Repubblica, ma il primo passo di una pressione collettiva rivolta alle istituzioni.

Il tratto che accomuna tutte le testimonianze emerse è la volontà decisa di trasformare la paura in richiesta concreta: più controlli nelle scuole e nei centri di aggregazione, verifiche più severe sul personale educativo, collaborazione trasparente con le autorità italiane affinché non ci siano zone grigie nella circolazione delle informazioni. “Le famiglie chiedono strumenti di tutela, non rassicurazioni di circostanza” ha ribadito Elena Nanni, sottolineando che non si tratta di individuare i colpevoli – compito della giustizia – ma di accertare che situazioni del genere non abbiano spazio in futuro.
La sintesi degli interventi di ieri ha disegnato un quadro chiaro: da un lato il bisogno immediato di chiarezza sulle falle che hanno portato all’attuale inchiesta, dall’altro il desiderio di rafforzare leggi e dispositivi di protezione dei minori. Giovanna Reffi ha richiamato l’attenzione sulla necessità di capire “cosa non ha funzionato nel passaggio di notizie tra Italia e San Marino”, mentre Valentina Manduchi ha tradotto il malessere comune parlando di “certezza tradita”, riferendosi alla fiducia che i genitori ripongono nei luoghi dove lasciano i figli ogni giorno.
Se per qualcuno la custodia cautelare già disposta restituisce un senso di sicurezza, resta però il terreno di fondo: la prevenzione. L’eco del sit-in del Pianello, partecipato anche da famiglie giunte da Rimini, indica che la comunità sammarinese non intende archiviare in fretta quanto avvenuto.
Adesso il testimone passa alle istituzioni: sarà il modo in cui il Parlamento e gli organi competenti affronteranno il tema a stabilire se la mobilitazione del 4 settembre rimarrà un episodio isolato di indignazione o darà origine a una nuova stagione di controlli e garanzie sui diritti dei bambini.