
“Da una parte c’è un Ospedale che rappresenta un punto di riferimento importante, grazie ad operatori sanitari che si fanno in quattro per dare le risposte che la cittadinanza merita; dall’altro, sempre più persone si sentono abbandonate e sole, rassegnate al fatto che troppo spesso sono costrette a rivolgersi ad una sanità privata” per soddisfare le loro esigenze di prevenzione e salute. Suonare la “campanella” d’allarme tocca, questa volta, all’Unione Sammarinese dei Lavoratori, il più giovane fra i sindacati del Titano, che – dopo la Dottoressa Ivonne Zoffoli, Direttore dell’Ospedale (leggi qui), dopo l’appello dell’Ordine dei Medici di qualche giorno fa (leggi qui) – puntano il dito sulle gravi carenze del servizio sanitario. E, cosa importante, lo fanno in maniera costruttiva…
Perchè tutti sembrano prendere coraggio proprio oggi, dopo mesi e mesi in cui GiornaleSm sembrava quasi solo nel denunciare le stesse criticità che si ripercuotevano -e si ripercuotono tuttora- sull’utenza biancazzurra? Forse, l’avvicendamento alla guida della Segreteria di Stato alla sanità conseguente alle dimissioni di Roberto Ciavatta (Rete), ha riacceso le speranze dei sammarinesi, dei medici e di alcuni organismi? Sembrerebbe di sì…
Così, L’ordine dei Medici denuncia che “la carenza di medici” è un “grave problema che affligge il sistema sanitario sammarinese” e che non è stato risolto, negli anni, da chi aveva la responsabilità politica della sanità. Tanto che lo stesso Ordine ha annunciato l’istituzione di una propria “commissione di studio” finalizzata alla definizione di “una modifica legislativa del trattamento pensionistico, affinchè” si possa giungere, sul Titano, “quantomeno ad una comparazione a quello italiano”. Ma fare ciò, fra l’avallo dell’istituzione di un ennesimo costoso organismo non indispensabile o l’acquisto pluri-milionario di tecnologie non essenziali, non sarebbe di competenza del governo, nel caso una priorità della Segreteria alla sanità da portare in Congresso di Stato? Evidentemente, per quanto visto nell’“Era-Ciavatta”, per quanto visto con la Segreteria alla Sanità nell’“era” di gestione (politica) retina, così non è stato… Speriamo lo possa diventare nella nuova era appena iniziata, con Ordine dei Medici e Segreteria di Stato competente impegnati in una sinergia che permetta, nel più breve tempo possibile, di superare il problema maggiore del servizio sanitario e i disservizi che necessariamente, poi, ricadono sull’efficienza e qualità del servizio e, quindi, sull’utenza. Mi riferisco, ovviamente, alla carenza di medici determinata da un sistema legislativo, remunerativo e previdenziale penalizzante per gli addetti rispetto quello d’oltre confine.
Tutti, sia fra gli addetti che nel Paese, dopo le dimissioni di Ciavatta dalla Segreteria di Stato, sembrano aver ritrovato entusiasmo e speranza nella possibilità di riportare la sanità pubblica sammarinese agli standard di un tempo, quando a governarla erano gli esponenti di quella “cattiva politica” continuamente denunciata nelle piazze di Rete. Ma questa è un’altra storia, che una volta di più dimostra come l’antipolitica e il populismo possano affascinare, incantare le masse, ma poi alla prova dei fatti, chi conquista il potere cavalcandoli, finisce quasi sempre col rivelarsi peggiore del “male” che vorrebbe curare.
Lapidario, nei confronti delle politiche adottate per risolvere il problema negli ultimi anni, il commento dell’Ordine: la situazione attuale evidenzia come “i tentativi fatti per arginare la fuga dei medici, rendendo più attrattivo il sistema sanitario sammarinese, non possa essere risolto con leggi sulla libera professione e convenzioni con l’Università…”. Con, cioé, la politica dei sogni che esaspera la retorica a discapito della razionalità.
“Il messaggio è arrivato forte e chiaro –sottolinea l’USL–: per risolvere i problemi che attanagliano il sistema sanitario è vitale, anziché” concentrarsi sui “massimi sistemi, ripartire dalla base”. Come dire: dopo i mega-investimenti e stanziamenti da centinaia di mila euro -talvolta, spesso (parere personale) inutili o perlomeno non indispensabili- si devono ricreare le basi “distrutte” da anni di non oculata e saggia amministrazione politica e gestionale dell’ISS, garantendo la necessaria presenza di “specialisti, medici di base, guardie mediche oltre” al necessario “personale sanitario, socio-sanitario e amministrativo”. Il problema strutturale del servizio sanitario pubblico, anche anni fa, era la carenza di medici, non la mancanza del robot chirurgico da tre milioni e passa euro.
Ma, oggi, abbiamo il robot chirurgico (con i suoi pregi e i suoi difetti), ma non abbiamo i medici per evitare, all’utenza, liste di attesa “millenarie” per una visita specialistica o un esame particolare…
Non ignori, il nuovo Segretario di Stato alla Sanità, Mariella Mularoni (Pdcs), tutti gli appelli e le denunce di disservizi che, oggi, in San Marino in tanti hanno ritrovato l’entusiasmo di fare. Non servono altri “cerotti” appiccicati qua e là per ridare dignità al malato sammarinese. Serve un intervento radicale, capace di ricreare solide fondamenta su cui avviare la ricostruzione di un sistema “distrutto” da anni di malagestione. E la base non può che essere la presenza del personale medico, specialistico e paramedico necessario, ovvero la ridefinizione dei parametri legislativi e previdenziali in modo da rendere il sistema sammarinese, per i sanitari e parasanitari, vantaggioso -e non penalizzante come è oggi- rispetto quello italiano… Ogni diverso intervento sarebbe un inutile, magari costosissimo, cerotto…
Enrico Lazzari