
Con un intervento sul suo “Csdl Informa” -o disinforma, visto quanto sostenuto sulle liste di attesa in sanità, come scritto in precedenza (leggi qui)- il sindacato di sinistra ha riacceso il confronto sulle criticità delle liste di attesa che, talvolta, indurrebbero l’utenza sammarinese a ricorrere alla sanità privata, a pagamento. Tanto che, sulla base dell’analisi “imperfetta” prodotta dalla stessa Cdls guidata dal Segretario Generale Enzo Merlini, Libera ha colto la palla al balzo trasformando “l’accusa” sindacale in un attacco politico -seppure indiretto- verso l’attuale Segreteria di Stato alla Sanità, guidata da Mariella Mularoni (Pdcs) in seguito alle dimissioni di Roberto Ciavatta (Rete).
Se è già chiaro a tutti i lettori di GiornaleSm (leggi qui) che la conclusione tratta dal sindacato, secondo cui “le liste di attesa sono sempre più lunghe!”, è frutto di una analisi parziale e -forse- “partigiana” dei dati globali, è altrettanto vero che alcune liste di attesa sono ancora troppo lunghe e per nulla migliorate rispetto l’anno precedente… Ma, è forse inutile rimarcarlo, non sono al corrente di “disastri” perduranti e alimentati da politiche “distratte” lunghe anni, siano stati risolti in sei mesi con una sorta di bacchetta magica…
Come giudizio politico, quindi -e non sono mai generoso in termini di gestione della sanità pubblica sammarinese-, accontentiamoci di “sentenziare” sulla base di un concreto e certo trend di anche forte miglioramento della situazione. Un trend che si evince dall’analisi di dati più ampi di quelli presi in esame dalla Csdl. Quindi, dopo le dimissioni del “retino” Ciavatta, la situazione è complessivamente e mediamente migliorata, ma non mancano ancora oggi le criticità su cui intervenire con la massima urgenza.
Criticità che rischiano di compromettere il diritto alla salute, ad esempio, di chi attende una visita pneumologica, dove il tempo medio di attesa nell’ultimo trimestre 2023 è passato dalla media di 94 giorni a ben 133. Stessa situazione per una visita ginecologica dove il tempo medio è passato da 66 a 80 giorni; per una visita ortopedica si è passati da 42 a 46 giorni di attesa; per una visita urologica da da 31 a 47; per una visita neurologica da 27 a 37 giorni; per un esame endocrinologico, dove il richiedente deve attendere 8 giorni in più (38) di quanto era un anno prima e per un appuntamento in terapia antalgica i tempi sono quasi raddoppiati, passando da 16 giorni dell’ultimo trimestre 2022 a 30 giorni dello stesso periodo del 2023.
A fronte di ciò, però, va detto che nel periodo ottobre-dicembre 2023, l’attesa per un esame di radiologia tradizionale (prenotato, non passando da pronto soccorso, come accade per le urgenze) si è ridotto fino ad appena due giorni, mentre in circa 5 giorni è l’attesa per un esame al Laboratorio Analisi.
Ridotta all’estremo, poi, la coda per una visita oncologica che viene effettuata già ad un giorno dalla richiesta. Ma vediamo, nel dettaglio, in maniera schematica, quali sono gli ambulatori dove le attese si sono ridotte anche pesantemente nell’ultimo trimestre 2023 rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente:
– Visita Fisiatrica: da 8 giorni a 6,7, con ulteriore riduzione in dicembre quando i richiedenti dovevano attendere appena 4 giorni;
– Visita otorinolaringoiatra: da “liste chiuse” a soli 6,3 giorni;
– Visita chirurgica: da 33 giorni a 8,3 giorni;
– Visita proctologica: da 10,3 giorni a 5,7;
– Visita cardiologica: da 117,7 a 59 giorni;
– Ecg: da 10 a 8 giorni;
– Ecodoppler: da 110 giorni a 66;
– Ecocardio: da 117,7 giorni a 59;
– Moc: da 108,7 a 56,7 giorni;
– Visita gastroenterologica: da 52, a 49,3;
– Egds gastroscopia: da 95 giorni a 64,3;
– Pcs Colonscopia: da “liste chiuse” a 136 giorni;
– Visita diabetologica: da 21,7 a 16;
– Visita reumatologica: da 23 giorni a 11;
– Visita ematologica: da 20 a 9 giorni.
Unendo in un’unica base statistica tutti i dati delle prestazioni prenotabili al CUP, otteniamo la media di attesa, un dato eloquente che può dare una chiara e inequivocabile risposta al dubbio relativo al miglioramento o peggioramento della situazione nei due trimestri (ultimo 2022 e ultimo 2023) presi in esame.
Dunque, possiamo ora chiederci e ottenere risposta “scientifica”, i sammarinesi, gli utenti della sanità pubblica attendevano di più nel 2022 o nel 2023 per ottenere una prestazione sanitaria prenotata al CUP? Cecché ne scriva la Cdls e ne rilanci Libera, attendevano di più, circa il 24% in più, nel 2022 quando il tempo medio passato in lista di attesa si attestava in 58,4 giorni contro i 46,4 dell’ultimo semestre appena concluso.
Tanto, così, è stato fatto e con buoni risultati… Ma tanto, ancora, purtroppo, resta da fare. …E va fatto in fretta!
Enrico Lazzari