San Marino. E se dopo il successo della lotteria SMAC, andassimo a rispolverare il CCFS? … di Alberto Forcellini

Ho vinto al concorso Smac abbinato al Natale delle Meraviglie! Innanzi tutto chiedo scusa per questa formula in prima persona, che non è molto professionale. Però, questa vincita mi ha sorpreso, e mi ha reso felice. Insomma, 50 euro non sono una cifra esaltante, ma vedete voi se vi è mai capitato di trovarli per strada! La comunicazione mi è arrivata giovedì sera, sul tardi, direttamente sul telefonino, con accredito sulla Smac. Vuol dire che la prossima birretta al bar, la pago io!

Però questa cosa mi ha fatto riflettere. L’iniziativa è molto simile al Cashback Natale promosso dal governo italiano per incentivare i consumi e gli acquisti nei negozi, invece che su internet. Nonostante il meccanismo non sia così semplice, ha avuto un successo incredibile. C’è un sacco di gente che aspetta il suo 10 per cento sugli acquisti di Natale e l’extra bonus che funziona come una specie di lotteria.

A San Marino c’è già la Smac, ce l’hanno tutti, ed è molto semplice qualsiasi iniziativa di promozione. Vedi infatti il successo della lotteria natalizia: ideata in poco tempo, promossa con un semplice comunicato, usata da tutti. Ma se le cose stanno così, anche l’idea dei Certificati di Compensazione fiscale, presentati con una legge in prima lettura la scorsa estate, non sembrano una cosa così malvagia, proprio perché i CCFS non fanno altro che immettere liquidità nel sistema e incentivano i consumi interni, cioè fanno lavorare i nostri negozianti.

Invece, si è scatenata l’ira di Dio. Le opposizioni si sono abbandonate al dileggio (com’è loro costume) e il sindacato è salito sulle barricate: “Fermate i CCFS!”. Come si si fosse trattato di uranio arricchito. È vero invece che si tratta di uno sforzo di creatività politica ed economica per rispondere ad una crisi di liquidità che, ben lungi dall’interessare il solo sistema bancario, affligge oggi più che mai il settore dell’economia cosiddetta reale. Come funziona: una parte di stipendi, salari e pensioni viene pagata in CCFS per il valore 1=1 ovvero un CCFS equivale a 1 euro. Direttamente sulla Smac, su base volontaria. Nessuno ci rimette nulla. Poi, si possono spendere dovunque, tanto nei negozi, quanto per pagare le bollette, o la rata del mutuo. Anche nelle banche: i CCFS sono considerati moneta contante, sia in dare, sia in avere. Ovviamente, l’introduzione dei CCFS non viola gli accordi in materia monetaria e in ogni caso ogni tipo di transazione è valida solo all’interno del territorio sammarinese. Si pensi all’importanza di avere circa 6 mila frontalieri che invece di portare tutto il loro stipendio in Italia, ne spendono parte in territorio. Anche i sammarinesi potrebbero essere più invogliati a spendere dentro i confini che a fare sempre gli esterofili… Altrettanto ovviamente, più si consuma all’interno, più si generano entrate per lo Stato in termini di fiscalità diretta e indiretta. Tra l’altro, il progetto di legge prevede tutta una serie di misure di incentivazione per le aziende, per gli appalti e per altre attività, oltre a ipotizzare sostegni specifici per i disoccupati e le fasce più bisognose della popolazione. La situazione che stiamo vivendo la conosciamo tutti e purtroppo è generalizzata a livello mondiale. Non finirà presto e non sappiamo ancora quante incognite ci potrà riservare.  Allora si può dire abbastanza banalmente che è necessario condurre nuove politiche, possibilmente originali e innovative per costruire un nuovo paradigma di sviluppo, che possa garantire un futuro prospero e dignitoso alla nostra comunità e che evidentemente non può passare attraverso politiche depressive.

Cosa c’è che non va? Il fatto che il progetto di legge sia andato in Consiglio senza il confronto preventivo con il sindacato? Sembra una scusa piuttosto risibile, dal momento che ai lavoratori non viene leso alcun diritto e che un governo che governa ha il diritto/dovere di fare delle scelte. Forse perché si andrebbe a generare una sorta di credito di imposta che andrebbe ad aumentare il debito? Ma neanche questo è vero, perché alla fine si tratta solo di una minima parte del monte salari/stipendi ad essere convertito in CCFS, che comunque andrebbe subito messa in circolo attraverso l’acquisto di generi di consumo e non messa sotto il materasso.

C’è qualche articolo di legge che si potrebbe limare, perfezionare, migliorare? Sicuramente sì. Ma se invece di imbracciare il fucile, ci si sedesse a un tavolo con una serie di proposte costruttive, sarebbe sicuramente più utile per tutti. La lotteria SMAC di Natale è costata 5410,00 euro per mettere in palio 1000 premi, differenziati tra il primo (1000 euro) e gli ultimi (100 premi da 10 euro). Si parla di cifre piccole è vero, ma a livello di principio si è ripagata con i maggiori consumi interni, esattamente come dovrebbe accadere con i CCFS. Con grande soddisfazione di tutti, clienti ed esercenti. È un piccolo esempio, come il Cashback italiano, che dovrebbe insegnare qualcosa a tutti i soloni della finanza.

a/f