San Marino. E’ tempo di decisioni coraggiose – Editoriale di David Oddone su La Serenissima

Avrei voluto iniziare questo editoriale con una piccola spiegazione sul perché della mia decisione di accettare una collaborazione con La Serenissima.

Pensandoci bene, tuttavia, è già tanto se le persone leggono il giornale, pretendere anche si interessino delle vicende di chi li scrive, mi pare chiedere troppo visto che io per primo trovo più che fastidiosi l’autoreferenzialità e il pispissio di un giornalismo talvolta, ahimè, veramente inutile. La gente si trova a fare i conti con una realtà disperante ed è più che doveroso dar voce a questi problemi.

Mi propongo allora, per quanto possibile, di dare un contributo all’informazione che di questi tempi in cui tanti provano a manipolarla, non fa mai male. E mi piace farlo in questa cornice dopo aver letto e apprezzato le parole del Direttore nel suo primo editoriale. Prometto idee acuminate che verranno però presentate sempre nei dovuti modi.

Ciò non significa ovviamente essere moderati perché si perderebbe del tutto la missione del giornalista, il famoso cane da guardia della democrazia. Dal mio punto di vista dunque sarebbe ipocrita non mettere in evidenza ciò che tutti, eccetto forse chi si ostina a non volerlo fare, vedono: la forte necessità per il Paese di procedere con riforme che davvero non possono più attendere.

La maggioranza ha il dovere di portarle a compimento, a costo di essere impopolare. Altrimenti non avrebbe più senso di esistere. Del resto quello alle porte è un inverno da “lacrime e sangue”, non certo e non solo a San Marino. Il post covid, i venti di guerra, soprattutto gli speculatori, rischiano di mettere i cittadini in ginocchio e così le imprese. Molti sammarinesi e diverse aziende sono già letteralmente con l’acqua alla gola. Qualcuno non arriva a fine mese, i “clienti” della Caritas aumentano ogni settimana.

Gli imprenditori devono dire addio a investimenti e sogni.

In questo clima francamente mi pare difficile operare: forse sarebbe stato il caso di utilizzare a tempo debito gli ampi numeri di cui dispone il governo per “macinare” risultati.

Per carità, il covid non ha facilitato le cose, per utilizzare un eufemismo. Ciò non toglie che passata metà legislatura, ci si aspettava e ci si aspetta ben altro. Temo che al prossimo sciopero generale la situazione potrebbe implodere, accelerando un processo già in corso: incontri, inviti, abboccamenti sono lì a dimostrarlo.

Di certo nei mesi seguenti si dovranno fare i conti con lo scontento, lo sconforto e la rabbia della gente.

Serve una politica forte e non litigiosa. C’è la necessità di decisioni coraggiose.

Ci attendono momenti tutt’altro che semplici e credo che la stampa -quella che non ha come unico obiettivo di compiacere il potere – abbia ed avrà un ruolo sempre più importante.

Noi giornalisti abbiamo il dovere di ascoltare ogni campanello d’allarme ma anche quello di non cadere nel tranello di trascendere nell’invettiva gratuita o nella critica interessata da altro che non sia l’interesse pubblico.

Sono sicuro che la Serenissima abbia già colto tale sfida con la nuova Direzione.

Dal canto mio, ai tanti amici che già mi stanno scrivendo o telefonando (il Paese è piccolo… tutti sappiamo più o meno ciò che accade), vorrei ricordare, come scriveva George Orwell, che “la vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire”.

 

David Oddone

La Serenissima