Massimo Pazzaglini è un personaggio conosciutissimo in Valconca per via del suo impegno politico a suo tempo, nella destra, e del suo fattivo contributo al volontariato, quello vero. Sono in tanti a volergli bene: molti lo vanno a trovare per la sua schiettezza e simpatica. Alla sua storica bancarella nel centro di Morciano quando c’è il mercato il giovedì, c’è sempre un capannello di persone, anche diversi sammarinesi, pronti a scambiare una battuta o a chiedere un consiglio. Anche negli anni del suo impegno politico in prima persona, la parte del leone la ha sempre fatta la sicurezza. E oggi più che mai il problema torna alla ribalta. Per questo Pazzaglini ha voluto lanciare una provocazione molto, molto forte. È infatti diventato il primo abitante della Penisola dotato di microchip sottocutaneo.
Pazzaglini, proviamo a ricostruire i fatti. Da dove nasce questa decisione?
“La scorsa settimana il mio cane si è perso a Morciano e qualcuno, forse pensando che fosse randagio, ha chiamato le guardie zoofile. La prima cosa che hanno fatto chiaramente è stato verificare con la scanner chi fosse il proprietario attraverso il microchip. Sfortunatamente a quanto pare il chip non si leggeva bene e alle guardie zoofile non è restato altro da fare che portare il mio cane presso il canile di Riccione. Qui hanno fatto delle foto e le hanno postate su Facebook. Nella zona mi conoscono tutti e anche il mio cane, dunque in poco tempo sono stato avvisato di dove si trovasse e sono andato a riprenderlo. Gli è stato montato un nuovo chip, ho pagato quanto dovuto e il mio cagnolino è potuto ritornare a casa sua. D’altra parte chi non ama gli animali non si rende conto di quanto si soffra: lui per me è come uno della famiglia. Da qui mi è venuta l’idea del microchip…”.
Ci spieghi come è andata.
“Mi sono recato all’anagrafe canina dicendo che dovevo registrare un cane. Mi hanno chiesto i documenti e ho fornito il nome del cane – Massimo Pazzaglini, come me – dando una data di nascita simile alla mia, con l’anno chiaramente diverso. Così mi hanno dato un microchip”.
Chi glielo ha impiantato all’interno del braccio?
“Ovviamente i veterinari non lo avrebbero mai fatto, così mi sono recato da un amico fabbro, ci ha pensato lui”.
Non teme che possa provocarle problemi per la salute?
“Mi verrà la rabbia, che problema c’è?”.
Seriamente, non crede che rappresenti una gravissima violazione della privacy per non dire di peggio, una pratica del genere?
“Questa questione della privacy è di fatto una presa per i fondelli. Dov’è la privacy? Ormai tutto è tracciato, ci sono applicazioni che attraverso la targa ti dicono dove abiti, così se hai la macchina bella magari vengono a rubarti in casa. Non scherziamo. Visto che la privacy non esiste, almeno utilizziamo la tecnologia per aumentare la sicurezza”.
Può spiegare meglio il senso della sua provocazione?
“Sono arrabbiato con questo governo (quello italiano, ndr). Ormai tutti si spacciano per rifugiati quando non lo sono, poi accade quello che oggi vediamo. Se tutti avessimo un microchip, non ci sarebbero dubbi sull’identità e sui precedenti di chicchessia. In fondo se ti chiedono la tessera sanitaria sulla quale c’è il codice fiscale per un pagamento in internet e poi nessuno ti dice niente se compri mille euro di gratta e vinci è evidente che qualcosa che non va c’è. Al di là di tutto in ottica sicurezza qualcosa si deve fare, non è più possibile fare finta di nulla o fare i finti politicamente corretti”.
Al di là delle goliardate e del suo aspetto burbero, lei è molto conosciuto per il suo impegno civile, nel volontariato e a favore degli anziani…
“Con Sara di San Marino e il suo gruppo su Facebook ‘Amici di Norcia’ siamo andati nel paese a portare generi di prima necessità. I ragazzi sammarinesi hanno fatto una raccolta per i terremotati e domenica sono andato via con loro. E’ giusto fare qualcosa anche per chi soffre nel silenzio. Purtroppo le grandi televisioni vanno solo in due o tre posti grandi perché fa notizia, mentre i paesi piccoli non li guarda nessuno. Io ho portato dei giocattoli, della pasta e altri generi. Con Sara, Jordan, Manuel abbiamo fatto una allegra brigata, anzi vi consiglio di andare sulla loro pagina Facebook”.
Parlando di questi argomenti viene fuori la sua vera personalità, sbaglio?
“Guardi, l’augurio più bello è quello che viene dal cuore, fatto con sentimento. Aiutare le persone riempie il cuore. Vi consiglio invece che andare in un centro commerciale, magari di provare a dare il vostro contributo in un ospedale o in una casa di riposo. Vedrete, vi sentirete meglio anche voi”. La Tribuna Sammarinese