Oggi è l’ultimo giorno di lavoro per Dario Manzaroli quale direttore sanitario dell’Iss, incarico che ha ricoperte negli ultimi anni. Il medico ha scritto ieri una lunghissima lettera di commiato ai colleghi, che ci ha autorizzato a riportare. Dalla gradevole chiacchierata che contestualmente ci ha concesso è emerso il tratto di un professionista che ama il proprio lavoro. Dalla missiva, dove non mancano suggerimenti e critiche costruttive, si tocca con mano l’impegno profuso per lasciare ai sammarinesi un istituto in salute.
Ma andiamo ad analizzare un documento che si apre con un grazie ai colleghi: “Sono stati tre anni intensi di lavoro a contatto con un mondo professionale competente, in larga-larghissima misura motivato ed al servizio dei cittadini e dell’Istituzione”.
Si parte dalle critiche ai media, al populismo e alla denigrazione dei professionisti dell’ospedale: “Un indicatore significativo di questa tendenza – scrive Manzaroli – è il calo drammatico delle persone che pensano di fare il medico o altre professioni sanitarie a San Marino come ovunque in occidente”. Una situazione resa precaria anche dalle “remunerazioni ed il ruolo sociali che si sono molto ridimensionati; bisogna continuamente difendersi da accuse di mal-practice; si è costretti a fare vite disagiate con turni massacranti ed enormi responsabilità e relative onerose assicurazioni”. A voce Manzaroli ci ha spiegato come il “nostro sistema non è più attrattivo. Altro che casta, basta vedere con quali cifre andremo in pensione. E non possiamo neppure fare la libera professione!”.
Sempre nella lettera si chiede di puntare ancora di più e proseguire sulla strada della formazione in particolare dei giovani studenti sammarinesi: “Il Comitato Esecutivo uscente ha cercato di attivarsi su vari fronti di questa complessità: accordi con Università Pubbliche e Private per avere corsie preferenziali per studenti sammarinesi; adozione di un vasto programma di formazione continua, promozione dell’immagine dell’Istituto e dei suoi professionisti; loro tutela legale ecc.”.
Non mancano poi le stoccate all’intero sistema San Marino, dunque non solo all’Iss: “Le politiche degli ultimi trent’anni, consentite da una economia prevalentemente fittizia, hanno cercato consenso facile spargendo corruzione, assistenzialismo, deresponsabilizzazione, appiattimento dei redditi nella pubblica amministrazione ed una classe dirigente poco conscia del suo ruolo e renitente alle proprie responsabilità. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e tutt’oggi il Paese è fermo , soffocato da una burocrazia pletorica, spesso largamente demotivata ed incompetente, che salva se stessa moltiplicando all’infinito regole e contro regole che hanno invischiato tutto senza aumentare la trasparenza anzi rendendo tutto ancora più opaco”. A voce Manzaroli è ancora più chiaro: “Viviamo ancora con i fantasmi del passato e ci siamo lavati la coscienza pensando che quanto accaduto sia colpa solo di due o tre persone. Eppure chi è entrato nella Pa grazie al politico di turno, oppure chi ha realizzato un piano in più della propria casa, dovrebbe farsi un esame di coscienza perché era parte attiva di quel sistema. In tanti hanno beneficiato del denaro facile, ma lo scaricare sugli altri le responsabilità senza guardare noi stessi ci deresponsabilizza: così è impossibile pensare al presente e al futuro e migliorare una situazione che parla di 4000 dipendenti pubblici su 30mila persone”.
Per quanto attiene all’Iss, scrive ancora l’ormai ex direttore sanitario: “Se da un lato è impensabile che la politica non si faccia pienamente carico di un sistema di Sicurezza Sociale di un microstato che fra l’altro impiega irca 1000 dipendenti, dall’altro è altrettanto evidente che senza una gestione professionale autonoma, altamente professionalizzata e che risponde sui risultati e non sulle singole scelte, si va poco lontano e si hanno amministrazioni amorfe, burocratiche, demotivate e con un effetto deleterio sul comportamento dei singoli, più propensi a cercare padrini politici che a dimostrare valore professionale e raggiungimento di obiettivi”.
Critiche poi sui servizi Iss, ma dal punto di vista della sostenibilità futura: parliamo di “un sistema – si legge – fra l’altro che non consente al cittadino-utente una minima possibilità di scelta perché è vero che c’è tutto o quasi tutto ma con dimensione necessariamente ultraridotte spesso all’unicità del professionista preposta ad una data specialità”. Manzaroli chiarisce il punto a Tribuna: “Abbiamo professionisti importanti e specialità di altissimo livello, tanto che i pazienti vengono qui da fuori. Noi dovremmo fare la stessa cosa. E’ impensabile mantenere tante professionalità e specialità di livello con le nostre dimensioni, dunque sarebbe auspicabile realizzare accordi per mandare in certi casi fuori i nostri pazienti. Così com’è il sistema rischia di diventare insostenibile”.
Sul suo successore, Manzaroli ha le idee chiare e mette nero su bianco i possibili nomi: “Per il mio attuale ufficio esistono almeno tre profili sammarinesi adeguati: la dott.ssa Sorcinelli, la dott.essa Loredana Stefanelli ed il dott. Antonio Morri”.
Non manca il mea culpa su alcune decisioni prese dal suo comitato esecutivo e sul rapporto con la Caruso negli ultimi tempi: “Con la dott.ssa Caruso – scrive Manzaroli nella lettera – il rapporto è stato più difficoltoso specie nell’ultimo anno, con una divergenza netta sull’applicazione della riorganizzazione della Medicina di Base; sul rapporto con la politica e le distanze minime da mantenere per salvaguardare l’autonomia dell’Ente, su alcuni episodi tipo il rinnovo dell’incarico di Direttore di UOC Pediatria, o la querelle contro l’Ostetricia e l’associazione medica, la defenestrazione immotivata del coordinatore delle professioni sanitarie non mediche ecc.”. Ai nostri “microfoni” però Manzaroli riconosce i meriti dell’ex Dg: “E’ una grandissima professionista con lei ci sono stati solo alcuni contrasti tecnici. Il suo curriculum parla per lei, sulla sua professionalità non si discute. Ha sbagliato negli approcci forzando alcune situazioni e per questo è rimasta antipatica a qualcuno e conseguentemente è stata sfiduciata”.
L’ultimo passaggio interessante della lettera riguarda le sale operatorie: “L’ultimazione (scandalosa per la verità ) del blocco operatorio dopo 7 anni di lavori e traversie varie, ha consentito al comitato esecutivo uscente il potenziamento dell’attività chirurgica (il volano di un Ospedale che vuole definirsi tale)”. Perché si parla di “scandalo”? Così Manzaroli a Tribuna: “7 anni sono un’era geologica in medicina. Per ultimare le sale dovevano bastare 6 mesi. Il risultato è che ci troviamo con sale già datate. Detto questo restano senza dubbio funzionali e ci permettono una attività importante”.
Si arriva così ai saluti: “Lascio a Voi Cari Colleghi e Cari Amici, il compito di valutare il lavoro svolto e la sua validità o meno. Posso solo dire, in tutta onestà, che ho cercato di fare del mio meglio e con il massimo impegno possibile”. La Tribuna Sammarinese