Nonostante le nuove leggi, il bilancio e? in chiaro-scuro.
Il gruppo Antimafia riminese Pio La Torre ha stilato la mappa delle mafie in Emilia-Romagna nel periodo 2010-2015. La parte del leone – neanche a dirlo – la fa la Repubblica di San Marino, che “e? formalmente Paese sovrano ed estero, ma di fatto appartiene a pieno titolo alla Storia culturale e criminale dell’Italia”.
Il report si concentra su tre macroaree intra-regionali. La prima riguarda la parte occidentale dell’Emilia, ossia il distretto che comprende Piacenza, Reggio Emilia, Parma e Modena; come si avra? modo di appurare questa zona e? anche quella maggiormente interessata al fenomeno ’ndranghetista. La seconda area riguarda il distretto bolognese, in cui viene inclusa anche la provincia di Ferrara, mentre la terza area riguarda la Romagna (con le provincie di Ravenna, Forli?-Cesena e Rimini) e San Marino, il cui ruolo, descritto anche per le altre organizzazioni mafiose, rimane centrale.
La mafia campana
“Le numerose indagini che si sono susseguite a partire dal Febbraio del 2011 – si legge nel documento del Gap -, anno dell’indagine Vulcano I, hanno acclarato la presenza di alcune filiazioni dei clan camorristici sul Titano. Punto di partenza imprescindibile di tale indagine e? l’utilizzo di un metodo consolidato, che prevedeva l’utilizzo di societa? finanziarie (in particolare la Fincapital) e societa? di recupero crediti, per mascherare un giro di recupero crediti portato avanti con modalita? estorsive e spesso finalizzato a rilevare aziende operanti non solo a San Marino, ma anche nelle zone limitrofe. Sul Titano avrebbero operato pertanto diversi gruppi collegati in maniera fluida e non tradizionale con i clan della Campania.
Questa fluidita? non e? solo riferita ai rapporti con la casa madre, ma anche tra i vari gruppi nel senso che i personaggi coinvolti si muovevano agilmente all’interno di essi mostrando, a tratti, anche velleita? personali; il che? ha reso particolarmente complesso riuscire a districarsi in fase di analisi”.
E ancora: “I vertici dei clan venivano chiamati in causa molto spesso solo per incutere timore e le amicizie millantate per l’alone di paura che circonda i nomi di Schiavone, Zagaria e affini. Solo nel periodo conclusivo, in particolare con Mirror e Criminal Minds, vediamo un coinvolgimento piu? diretto dei vertici del clan. Staffa e Vulcano hanno aperto la strada togliendo finalmente il velo su quanto stava accadendo tra Rimini e San Marino: le estorsioni; la violenza; l’ombra dei casalesi e dei boss del napoletano. Mirror e Criminal Minds hanno reso pubblico un vero e proprio salto di qualita?, forse ancora un po’ grottesco ma non per questo meno pericoloso ed inquietante”.
La mafia calabrese
“…La Repubblica di San Marino, spesso utilizzata come polo di investimento e riciclaggio di denaro illecito (ma non solo). E? l’indagine denominata Decollo ed in particolare l’ultimo troncone della stessa, Decollo Ter (2011), che sconquassera? il panorama bolognese per quanto riguarda il traffico internazionale di stupefacenti. All’interno della vicenda finira? anche un istituto di credito della Repubblica di San Marino”.
La mafia siciliana
“Piu? recentemente, invece, il coinvolgimento della Repubblica di San Marino per la criminalita? siciliana viene in luce a seguito di un maxi-sequestro eseguito nell’ottobre 2014 dalla DIA di Palermo e Trapani. A subire il provvedimento e? l’imprenditore monrealese Calcedonio Di Giovanni, ritenuto da forze dell’ordine e magistrati ‘indissolubilmente intrecciato con i destini delle famiglie mafiose di Mazara del Vallo’ ed ‘entrato in affari anche con mafiosi di Castelvetrano, ad esempio Filippo Guttaduro, cognato di Matteo Messina Denaro, e in contatto con Pino Mandalari, commercialista di Toto? Riina (si veda Tribunale di Trapani, Sezione Misure di Prevenzione, 2014)’”.
Tutti fatti piuttosto noti, ma che messi nero su bianco e all’interno di un quadro lineare sia temporalmente, che geograficamente parlando, danno la dimensione di come il fenomeno mafioso abbia riguardato – e riguardi ancora – la Repubblica del Titano, Stato dove fino a poco tempo fa, c’era chi negava la presenza delle mafie stesse. Nel report non viene dato conto delle nuove norme varate dalla politica sammarinese, ne? dell’impegno in ottica Antimafia profuso in questi anni e riconosciuti dai maggiori organismi internazionali. Segno evidente che a livello d’immagine il Monte deve ancora scrollarsi di dosso un certa nomea.
David Oddone, La Tribuna