San Marino. Ecco la nuova legge sulla dirigenza medica

RETE-MD CRITICI: “VERTICI ISS SIANO SLEGATI DALLE INFLUENZE DEI PARTITI”

“Oltre allo stipendio tabellare si aggiungono anche indennità medica, indennità di complessità, indennità di responsabilità, indennità di esclusività e retribuzione di risultato”

Rete-Md critici contro la legge sulla dirigenza medica: “Il condivisibile intento di attrarre nuove professionalità è incoerente con i contenuti del provvedimento che, in pratica, trasforma i medici in Dirigenti e ruota attorno al perno del riconoscimento economico: oltre allo stipendio tabellare si aggiungono anche indennità medica, indennità di complessità, indennità di responsabilità, indennità di esclusività e retribuzione di risultato. Una struttura retributiva che si sovrappone a quella prevista dalla legge vigente determinando un vero e proprio conflitto normativo. Se almeno si trattasse di riconoscimenti economici legati al raggiungimento di obiettivi connessi al soddisfacimento dei diritti del cittadino, sarebbero quantomeno soldi ben spesi. Invece il protagonista assoluto continua a essere ‘l’obiettivo budget’ che, in- vece di essere considerato uno strumento per raggiungere obiettivi che mettono al centro la persona e il soddisfacimento dei suoi diritti, diventa un vero e proprio boomerang per la sanità pubblica”.

Prosegue Rete-Md: “Occorre creare le condizioni affinché i vertici dell’Istituto diventino veri e propri punti di riferimento per gli operatori sanitari e i cittadini. Per questo è fondamentale che siano slegati dalle influenze dei partiti, non cambino ad ogni cambio di governo (4 diverse dirigenze in 13 anni!) e abbiano il coraggio di arginare le ingerenze senza assecondarle. Occorre ripensare una struttura che oggi risulta sovradimensionata rispetto alle reali esigenze della popolazione, soffermandosi sui dati del piano sanitario che indicano chiara- mente su quali settori occorre indirizzarsi (problemi cardiocircolatori, neoplasie, malattie riconducibili alle attività lavorative) valorizzando sistemi più diffusi sul territorio ed evitando il sovraccaricamento della struttura ospedaliera.

Iperburocratizzazione e disumanizzazione del servizio sono poi due delle accuse più pesanti che i medici e gli operatori sanitari dimissionari hanno scagliato contro l’Istituto, non possono cadere nel vuoto”. Concludono i due movimenti: “Le istituzioni hanno lasciato che la sanità pubblica si reggesse sulla buona volontà dei professionisti sanitari che, da anni, cercano di garantire servizi di qualità nonostante l’assenza o l’inadeguatezza delle politiche sanitarie. Il vero cambiamento sarebbe quindi avere istituzioni capaci di essere dei punti di riferimento e non delle mere dispensatrici di indennità a pioggia. Questa storia l’abbiamo già vista e sappiamo tutti come va a finire”.

Credit: La RepubblicaSM