San Marino. Ecco i passaporti più potenti: il Titano al 47esimo posto

Una società di consulenza canadese, la Arton Capital, ha recentemente stilato il “Passport Index 2017”: una classifica dei passaporti di tutto il mondo in cui è possibile determinare quante nazioni si possono visitare senza richiedere un visto. Si andrà dunque a creare una vera a propria graduatoria per determinare quanto è “potente” un passaporto (e di conseguenza la sua nazione).
La società canadese, attiva dal 2006, ha esaminato i passaporti di 199 nazioni. Sul gradino più alto del podio si è piazzata la Germania: col passaporto tedesco si ha la possibilità di visitare senza richiedere un visto ben 157 paesi. A una sola lunghezza ci sono Singapore e Svezia. Con 155 paesi visitabili ci sono Danimarca, Finlandia, Francia, Spagna, Svizzera, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti.
La vicina Italia succede in classifica con 154 paesi assieme ai Paesi Bassi, Belgio, Austria, Portogallo, Giappone ed anche il piccolo stato del Lussemburgo.
Scorrendo la lista si arriva anche alla Repubblica di San Marino. 137 paesi possibili senza un visto formale per la nostra piccola Repubblica, allo stesso livello di Israele e di un piccolo paese come Andorra.
Se vogliamo inoltre fare un confronto con i piccoli paesi d’Europa questa sarebbe la classifica: Lussemburgo 151 paesi, Malta 149, Liechtenstein 146, Cipro 144, Monaco 142, Andorra e San Marino 137 e Montenegro 101. Curiosità: con il passaporto di Città del Vaticano, è possibile visitare 129 paesi: non male per uno stato che conta nemmeno 1000 abitanti e dunque ben più potente di altri stati europei.
Nelle zone basse della classifica del “Passport Index 2017” invece troviamo i paesi meno potenti. La maglia nera va all’Afghanistan con soli 23 paesi visitabili, ma anche una volta entrati nel paese si deve comprare un visto. Seguono il Pakistan con 26 e l’Iraq con 28. Nelle zone basse anche nazioni quali Siria, Somalia, Etiopia, Sud Sudan e Sri Lanka. Nelle ultime posizioni quindi ci sono soprattutto paesi africani e mediorientali, in particolare quelli con una situazione politica molto instabile.
Guardando la classifica è possibile dare alcuni indicazioni, seppur banali. Tra i Paesi alleati, ad esempio quelli europei, ci sono meno richieste di ottenere un visto formale rispetto a paesi le cui relazioni diplomatiche non sono sicure o instabili. Altra considerazione ovvia è che economie più stabili e sviluppate hanno maggior libertà di movimento rispetto a paesi (africani e medio-orientali) sottosviluppati.
Nel 2015 è stato effettuato lo stesso studio e dopo due anni possiamo annotare qualche cambio significativo. Al primo posto vi erano Stati Uniti e Regno Unito con 147 paesi, quest’anno si ritrovano al decimo ed undicesimo posto. L’Italia passa dal sesto posto con 144 paesi visitabili senza visto al dodicesimo posto, come detto, con 154 paesi.
Nel 2015 poi il paese con meno paesi visitabili erano le Isole Salomone, Birmania, Sud Sudan, São Tomé e Príncipe e Palestina (28 paesi).
La Repubblica di San Marino perde due paesi rispetto al 2015 e la nazione che ha guadagnato più paesi sono state le Isole Marshall (+35 nazioni visitabili senza visto).
Sul sito ( https://www.passportindex.org/ , consultabile solo in lingua inglese) oltre alle classifiche si può anche vedere in dettaglio paese per paese quali nazioni sono visitabili senza visto e cosa serve invece per quelli mancanti. Per i paesi liberi vi sarà l’etichetta verde (“Visa Free”), per i paesi che richiedono visto all’arrivo etichetta blu (“Visa on arrival”), per i paesi richiedenti visti speciali tipo Stati Uniti etichetta gialla (“eTA”, Electronic Travel Authorisation) e quelli con visto precedente alla partenza etichetta rossa (“visa required”). Una risorsa dunque anche per i viaggiatori – sammarinesi e non – che vogliono informarsi per la prossima vacanza. Il sito inoltre da anche la possibilità di confrontare sino a quattro passaporti contemporaneamente: ad esempio per un cittadino sammarinese che vuole visitare l’India si dovrà munire di visto preventivo mentre ad un italiano basterà pagare l’Electronic Travel Authorisation; per la Cina invece un sammarinese non necessiterà di visto mentre un italiano dovrà munirsene. La Tribuna Sammarinese