Lo avevamo intuito, ora gli analisti economici ce ne danno conferma: la Cina supererà gli Stati Uniti e diventerà la prima economia al mondo entro il 2028, cinque anni prima di quanto inizialmente stimato. Lo prevede il Centre for Economics and Business Research, secondo il quale il sorpasso avverrà prima del previsto a causa del Covid. La Cina, secondo le stime, crescerà quest’anno del 2%, l’unica grande economia a crescere. Il Pil americano si contrarrà invece nel 2020 del 5%, consentendo così a Pechino di accorciare le distanze. Crediamo di affermare semplicemente un dato oggettivo se scriviamo che per qualcuno il Covid, economicamente parlando, è stata una manna dal cielo. Non tutto naturalmente è oro quello che luccica. Il contenimento della pandemia ha infatti acuito in tantissimi Paesi l’ingerenza dello Stato nella privacy delle persone. Si dirà in nome della sicurezza, in questo caso sanitaria. La Cina è certamente riuscita a sconfiggere il virus prima di tutti gli altri e ne ha tratto un vantaggio economico, ma anche politico. La propaganda racconta infatti che la forma di governo “democratica” non tuteli abbastanza. Un film che sa di già visto e sentito, ma si sa, la storia è ciclica. E forse per questo chi la ha studiata comincia seriamente a preoccuparsi. Non deve allora stupire la recente notizia di un tribunale di Shanghai che ha condannato a quattro anni di detenzione Zhang Zhan, la blogger che aveva diffuso notizie sull’epidemia di Covid-19 da Wuhan. Lo donna è accusata di aver pubblicato “informazioni false” per i suoi report sulle fasi iniziali della risposta cinese alla pandemia, ampiamente condivisi sui social a febbraio scorso. Si trova dal maggio scorso in detenzione e deve rispondere pure del reato di aver creato disordini. Un escamotage giuridico che viene largamente usato contro attivisti e dissidenti in Cina. Oltre a Zhang anche Chen Qiushi, un ex avvocato diventato giornalista, è stato arrestato a gennaio. Anche il giornalista Li Zehua, che si è recato a Wuhan per raccogliere informazioni dopo la scomparsa di Chen, è scomparso all’inizio di febbraio ma è stato rilasciato ad aprile. C’è o dovrebbe esserci una responsabilità enorme, ancora più grande, per chi si appresta a diventare la prima economia del pianeta. Naturalmente con la crisi globale diventerà sempre più difficile per chiunque “imporre” la democrazia e il rispetto dei diritti umani a Pechino. Eppure non può e non deve passare il messaggio che uno Stato totalitario, invasivo, centrale, onnisciente e che solo all’apparenza è infallibile, possa realmente proteggere i propri cittadini. Non c’è bene più prezioso della libertà, ma come accade spesso, ci si accorge delle cose importanti, solo quando essere vengono a mancare.
David Oddone