San Marino. Editoria, Consigliere Marco Podeschi, Upr: “la legge? Passi attinti a piene mani da Wikipedia”

marco podeschiLa proposta di legge su editoria e professione giornalistica è un po’ l’argomento del momento, alla luce anche del recente convegno sulla libertà di stampa e dopo la sospensione dei lavori in commissione Esteri.

Abbiamo chiesto un parere al riguardo a Marco Podeschi, rappre- sentante dell’Unione per la Repubblica che ha analizzato il progetto e la cui esperienza professionale l’ha portato a conoscere e relazionarsi con il settore dei media e del gior- nalismo.

Qual è la sua opinione riguardo la proposta elaborata dalla segreteria di Stato all’Informazione?

“considerando che esiste un vuoto nelle norme che regolano la professione degli operatori dell’informazione è un deciso passo avanti, necessario per un settore che è cresciuto in un regime di deregulation, appoggiandosi fino ad oggi alle norme italiane. E questo è ciò a cui mi sarei limitato: regolare la professione di giornalista e le norme che debbono essere alla base. La segreteria di Stato è andata però oltre, unendo elementi e fattori che hanno poco a che spartire: mettere insieme nel progetto di legge giornalisti, editori, autorità di controllo per il settore editoriale e dell’informazione è un grave errore. Ho avuto modo di dirlo al segretario di Stato iro Belluzzi negli incontri preliminari per la legge, l’ho ribadito durante i lavori in commissione. l’Upr ha una visione diversa, in termini strutturali. Vorremmo una legge più semplice, con meno organismi, che non abroghi la commissione di Vigilanza e soprat- tutto non faccia commistione fra chi opera come imprenditore nel settore dell’informazione e chi lavora nell’informazione”.

È ciò di cui San Marino ha bisogno in questo momento?

“in parte si. Serve un contratto unico del settore dell’informazione, servono delle norme deontologiche per chi fa informazione, non serve l’Autorità per l’informazione, prevista al famoso articolo 7, punto su cui si sono arenati i lavori in commissione. Non serve che la politica, e soprattutto che il governo, entri come un coltello nel burro nel settore dell’informazione inteso nel suo complesso. Personalmente mi sarei limitato a definire la normativa su i giornalisti, rimandando poi in una fase successiva altre regolamentazioni, solo se strettamente necessarie”.

Perché è stata sospesa la discussione in commissione?

“Dovrebbe chiederlo ai commissari di Bene comune. la mia impressione è che la maggioranza si sia resa conto che la legge ha criticità in alcuni aspetti. Uno su tutti l’abolizione della commissione di Vigilanza, unico organismo nell’arco istituzionale presieduta dall’opposizione. Mi pare che la maggioranza si sia fermata ai soli ragionamenti legati all’esercizio della professionale giornalistica. il progetto di legge Belluzzi è molto di più: ci sono aspetti che incidono direttamente nel settore economico legato all’informazione, ci sono aspetti che agiscono anche sulle regole del gioco fra maggioranza e opposizione. Penso sia stata assunta una posizione di buon senso con la sospensione. Upr ha presentato molti emendamenti e si può intervenire ancora in modo sensato e costruttivo sulla legge e qui non è una questione politica”.

La proposta di legge mutua diversi aspetti dall’Italia, come il mantenimento della suddivisione tra professionisti e pubblicisti, ma non solo. Come giudica questi aspetti?

“Sono aspetti minimi, per chi fa il giornalista, oggi assenti dal nostro ordinamento. Era folle continuare a vivere una situazione in cui leggi italiane, mi riferisco alle norme per l’ordine professionale dei giornalisti, di fatto regnavano a San Marino. ci sono altri aspetti forse un po’ troppo ‘copiati’ nel progetto di legge, con in alcuni articoli, passaggi presi a piene mani da Wikipedia”.

Il mondo dell’informazione sammarinese ha subito numerosi e profondi mutamenti in questi anni, anche nel numero dei media. L’antica terra della libertà secondo lei, è anche una terra dove è presente la libertà di stampa?

“è aumentata la possibilità di fare informazione e di esprimere opinioni, siti internet di informazione, blog, social network. la liberà di stampa vera si misura però nella capacità degli operatori dell’informazione di dare notizie, cercare notizie, non essere condizionati. Ritengo non sia semplice in un paese in cui a oggi non c’è un contratto di lavoro del settore, in cui chi edita con la carta stampata si muove in grosse difficoltà, c’è una contrazione rilevante della raccolta pubblicitaria data dalla crisi economica e c’è chi, mi permetta, fa le fotocopie dei giornali facendo un danno agli editori e ai giornalisti e in questo purtroppo lo Stato ha qualche responsabilità. Ci sono aspetti minimi di natura etica che ancora non sono contemplati, le faccio un esempio, è normale che il presidente o i membri del consiglio di amministrazione della tv di stato siano dirigenti di partito? Per me no, Upr aveva presentato un ordine del giorno in consiglio Grande e Generale bocciato senza esitazione dalla maggioranza”.

Oltre alla nuova proposta di legge, cos’altro andrebbe fatto per affermare una vera libertà di stampa in Repubblica?

“oltre alle leggi serve cultura, avere consapevolezza del ruolo che l’informazione esercita per la crescita di un paese e per la sua stessa democrazia. San Marino ha però un grave limite, siamo una piccola enclave all’interno dell’italia e diverse testate giornalistiche che fanno informazione non sono editate a San Marino e quindi non saranno di fatto soggette alla nuova legge in materia di informazione. Mi dispiace che in questa corsa al futuro si siano dimenticate figure di riferimento sammarinesi nel settore dell’informazione, una su tutte Clara Boscaglia, primo corrispondente Ansa a San Marino o che fino a 30 anni fa l’informazione a San Marino era solo il Resto del Carlino, i giornali di partito e Notizia periodico d’informazione del Dipartimento Affari Esteri”. (…) San Marino Oggi