Preferisco Socrate come corruttore della gioventù, piuttosto che quegli esperti in tuttologia sessuale che indottrinano i nostri ragazzi sulle gravidanze indesiderate e precoci, evitando con cura che i genitori se ne possano render conto.
È questa l’educazione sessuale di stato che proponiamo nelle nostre aule scolastiche, ben attenti che non ci siano testimoni i docenti della stessa classe?
Dobbiamo soltanto accompagnare i ragazzi, con il loro bisogno di affetto e di autenticità, a vivere esperienze traumatiche e – si perdoni l’espressione – soltanto animalesche?
Forse i nostri giovani meritano di più.
Certamente (anche in occasione delle sventure che hanno colpito la vicina Romagna) sono i giovani stessi che hanno saputo dare una immagine di sé infinitamente più bella e generosa.
Che gli educatori siano all’altezza del loro cuore!
Potrebbero aiutarci queste parole di un autore classico sul tema dell’amore, parole che non mi pare abbiano perso di attualità: «La lettura di queste pagine potrebbe essere una delusione per chi si aspetta una facile istruzione sull’arte di amare. Questo volumetto, al contrario, si propone di dimostrare che l’amore non è un sentimento al quale ci si possa abbandonare senza aver raggiunto un alto livello di maturità. Vuole convincere il lettore che ogni tentativo d’amare è destinato a fallire se non si cerca di sviluppare più attivamente la propria personalità; che la soddisfazione, nell’amore individuale, non può essere raggiunta senza la capacità di amare il prossimo con umiltà, fede e coraggio. Senza queste virtù è impossibile amare veramente. […]
È l’amore un’arte? Allora richiede sforzo e saggezza. Oppure l’amore è una piacevole sensazione, qualcosa in cui imbattersi è questione di fortuna? Questo volumetto contempla la prima ipotesi, mentre è fuor di dubbio che oggi si crede alla seconda. […]
L’amore non è la conseguenza di un’adeguata soddisfazione sessuale, ma la felicità sessuale – e la conoscenza della cosiddetta tecnica sessuale – è una conseguenza dell’amore.» [E. Fromm, L’arte di amare]
Mi permetto un consiglio a genitori ed educatori, e lo riprendo dalle parole rivolte ai giovani da un autentico maestro dei giovani, amato e ricambiato: «Giovani, non “lasciatevi vivere”, ma prendete nelle vostre mani la vostra vita e vogliate decidere di farne un autentico e personale capolavoro! […]»
Solo così, mettendosi insieme e con impegno reciproco, potremo ridare ai giovani quella speranza che il loro cuore desidera e quell’amore che rende la vita degna di essere vissuta…
«Il giovane che diventa uomo, pur se può usufruire dell’assistenza e dell’aiuto di altri – a cominciare dall’opera insostituibile dei genitori – dovrà in definitiva costruirsi con le sue forze. Non si tratta di sollecitudine e di chiusura egoistica in se stessi. Si tratta unicamente di fedeltà della propria verità di essere umani, portatori di un proprio irripetibile destino.
Sappiate, dunque, carissimi giovani, “prendere in mano” la vostra vita. Fatelo in nome di quel nucleo interno indistruttibile, che è la vostra libertà personale: un grande e prezioso dono, che Dio vi ha fatto e che Dio stesso rispetta. Quando si tratta delle scelte di fondo, quando – vi ripeto – urgono le decisioni, allora l’iniziativa spetta a voi: tocca a voi muovervi e camminare!»
Come adulti appassionati del bene dei giovani è questo che dobbiamo favorire in coloro che ci sono affidati. E per fare questo bisogna sapere dare tempo, incontrarsi e imparare a giudicare. Non saremo soli in questa opera meritoria.
P.S.: A volte capita, ascoltando quello che i giovani hanno compreso dei tentativi (spesso maldestri) di dare una cosiddetta educazione sessuale, di apprendere insegnamenti non adeguati alla loro condizione ed età. E forse pensiamo che i nostri ragazzi non abbiano capito bene. Chiediamo ai genitori di informarsi, di farsi raccontare quello che i vari esperti raccontano senza tema di essere contraddetti, vista l’assenza degli educatori responsabili, e che pare che a volte contengano il suggerimento degli stessi esperti di non farli sapere ai propri genitori. Si aprirebbero tanti occhi e ci si muoverebbe in difesa di un vero amore e del rispetto delle tappe educative dei ragazzi stessi.
don Gabriele Mangiarotti