San Marino. Effetto vaccini, la curva epidemica dovrebbe cominciare a scendere verso fine mese … di Alberto Forcellini

La campagna vaccinale funziona. E funziona bene!” Detta da esponenti di primo piano dell’opposizione, all’inizio dell’attuale seduta consiliare, la frase assume una rilevanza significativa. Soprattutto dopo due mesi di attacchi senza quartiere alle scelte politiche sui vaccini e sulle presunte mancanze proprio in merito alla campagna vaccinale. Implicitamente è un riconoscimento sia alla struttura ospedaliera, sia a quelle scelte politiche così tanto contestate.

Eppure è meglio non fidarsi. “Timeo Danaos et dona ferentes” (temo i Greci anche quando portano doni). Sono le parole che Virgilio (Eneide II, 49) fa pronunciare a Laocoonte quando vuol dissuadere i Troiani dall’accogliere nella città il cavallo di legno lasciato dai Greci sulla spiaggia, davanti alle mura.

Infatti, le critiche arrivano in immediata sequenza, soprattutto sui centri sanitari, ridimensionati nelle loro attività e servizi; e sul sistema di prenotazione informatico, che non è predisposto per selezionare le domande ripetitive e le fasce di età non appropriate, obbligando gli operatori al controllo manuale.

Tutte cose a cui bisognava pensare prima? Forse sì, ma nessuno si aspettava una pandemia, né la terribile evoluzione che ha avuto. È facile fare le critiche, dopo. Prevedere tutto prima, senza avere il libretto delle istruzioni, è sicuramente più difficile. Quello che conta sono i fatti, non l’interpretazione dei fatti, soprattutto quando essa si articola sulle fake.

Innanzi tutto i contagi. La variante inglese ha portato una diffusione del virus che ha fatto registrare in due giorni un numero di nuovi positivi, che prima si aveva in una settimana. È consequenziale che l’ospedale vada in affanno, che abbia bisogno di nuovi spazi per le zone rosse, che debba riorganizzare le altre attività. Compresi i centri sanitari. Senza chiudere tutto, come avvenne un anno fa. Ma l’ospedale non è incontrollabile come titola certa stampa. È esattamente il contrario.

Tutto questo mentre si fanno tamponi in una percentuale che è la più alta al mondo (in rapporto alla popolazione); mentre si gestiscono a casa propria i pauci sintomatici (sono più di 400); mentre si vaccinano oltre 6oo persone al giorno (anche in questo caso San Marino è ai livelli più alti della classifica mondiale). È stata appena superata la soglia del 20 per cento di vaccinati. Entro fine settimana, si toccherà il 25 per cento. L’elenco delle priorità prevede la suddivisione in due maxi categorie: le fasce a rischio per età e le fasce a rischio per questioni patologiche o attività lavorativa, e via a scalare fino a raggiungere la famosa “immunità di gregge”. Non ci sono categorie privilegiate: se a fine giornata avanza qualche dose inutilizzata, gli operatori hanno un elenco di persone che vengono chiamate e che vengono vaccinate se sono disponibili ad arrivare in dieci minuti. Insomma, non si chiama il primo che passa, come succede altrove. Né si spreca nulla. Parola di Alessandra Bruschi, direttore generale ISS.

La curva epidemica dovrebbe invertire la rotta tra fine marzo e i primi di aprile. È in quel periodo infatti che si vedranno gli effetti delle seconde dosi, che l’ISS comincerà a somministrare dal 22 marzo, pur continuando l’elenco della prima dose nelle fasce successive di priorità. In questi giorni si stanno vaccinando gli ultra sessantenni e sono state aperte le prenotazioni anche alle mamme che allattano. Non c’è nessun Paese al mondo che ha questo risultato.

È ovvio, ci sono molte altre partite aperte, sia sul piano sanitario, sia su quello economico. Ma crediamo di non sbagliare dicendo che in una contingenza così difficile, imprevista, inimmaginabile, complicatissima e mortale, San Marino abbia saputo dare una grande prova. Prima a livello di struttura sanitaria, e subito dopo a livello di cittadinanza, che ha imparato a prenotarsi, a non saltare la fila e ad aspettare con pazienza il proprio turno.

a/f