SAN MARINO. Elego appoggia il Comitato Promotore e domenica vota si alla proposta referendaria

Siamo alla vigilia del voto di un importante referendum, quale è
l’interruzione volontaria di gravidanza.
San Marino è uno Stato laico e come tale dovrebbe essere in grado di
analizzare i temi in maniera laica e distaccata. Bisogna avere la
sensibilità di affrontare la materia nel rispetto delle idee e libertà altrui,
scevri da ogni ideologia e da quelle che sono le proprie credenze.
Purtroppo la nostra legislazione in materia afferma che a San Marino la
donna può abortire solamente in caso di pericolo di vita, senza
considerare le condizioni in cui è avvenuto il concepimento, anche a
seguito di violenza sessuale, aggiungendo quindi al dramma altro
dramma, una vera e proprio tortura per la donna che si vede obbligata a
portare avanti una gravidanza non desiderata, rimanendo di fatto in un
paese di stampo medievale, oscurantista e restrittivo, rispetto al mondo
che ci circonda, e questo è evidente ogni qualvolta entriamo a contatto
ed interagiamo su queste tematiche con paesi moderni ed avanzati.
Basta leggere qualche testata giornalistica straniera per capire come
San Marino, la “Terra della Libertà”, viene considerata.
Anche l’Europa esorta gli Stati a garantire che l’aborto sia legale nei loro
Paesi, in quanto ritiene che il ricorso a tale pratica sia un diritto
fondamentale della donna, che dovrebbe essere rafforzato e non può
essere in alcun modo indebolito e revocato.
Come sempre quando si affrontano queste tematiche si portano al
tavolo considerazioni, al limite della dignità e che nulla hanno a che fare
con il tema dell’interruzione volontaria di gravidanza. Chi è contro a
questo referendum, non tiene conto di tante cose, ma soprattutto non
prende in esame in maniera scrupolosa i danni, gli enormi danni che si
riversano su tutte quelle donne e famiglie che nel silenzio e nella
vergogna, vengono lasciate sole ai confini dell’emarginazione sociale.

Una scelta che non va giudicata, ma ascoltata se veramente si vogliono
sostenere e guidare le donne in questo particolare momento della loro
vita.
Noi di Elego siamo consapevoli che se una donna vuole interrompere la
gravidanza, nessuno la potrà fermare. L’iniziativa referendaria vuol farci
riflettere su una questione di tutta rilevanza e rispetto, non solo per le
donne, ma anche per le famiglie; ci chiediamo se si vuole continuare a
navigare nel buio, facendo guerre medioevali, mentre vengono lasciate
sole donne e famiglie, o si vuole affrontare il problema con
abnegazione, umiltà e senso di responsabilità.
Se una donna, una famiglia, non può o perlomeno crede di non poter
portare avanti la gravidanza in questo paese, è risaputo che si rechi
subito fuori confine e fa, in piena solitudine, quello che ritiene a tutti i
costi di dover fare.
Solo introducendo l’interruzione volontaria di gravidanza possiamo
intercettare queste donne, avere a disposizione una casistica per poter
costruire una rete di prevenzione ed aiuti, miranti a sostenere la donna e
la famiglia nel loro difficile percorso.
Lasciare le cose come sono oggi, vuol dire continuare a non vedere il
problema, delegarlo ad altri, girarsi dall’altra parte.
Ogni volta che la società ha ampliato le libertà di scelta; legge sul
divorzio, unioni civili, gli effetti che si sono raggiunti sono stati concreti
ed evidenti, non solo sulle singole persone, ma sull’intera comunità.
Noi di Elego appoggiamo il quesito referendario e domenica prossima
voteremo SI; un si per un ulteriore passo di civiltà e democrazia.

L’Ufficio Stampa di Elego