SAN MARINO. Elego: Come siamo arrivati a questo punto?

 

 

Oggi ci troviamo di fronte ad una San Marino totalmente diversa, sotto ogni
aspetto: politico, istituzionale, economico, finanziario e sociale. Tutto ciò porta
ad una sola considerazione: come siamo arrivati a questo punto?
Come intervenire, subito e con determinazione, sul fronte dell’emergenza in
atto? Il Governo non può permettersi di indugiare e rimanere immobile sulle
grandi riforme, improrogabili per la stabilità e lo sviluppo del Paese. Ma
purtroppo, tutt’ora, non si intravvedono risultati apprezzabili né,
tantomeno, progetti studiati.
Per il Movimento ?lego, “per una Nuova Repubblica” emerge chiaramente la
necessità di progettare nuovi e mirati interventi quanto prima: il Governo, per
dare corso al proprio programma e mandato elettorale, non può non tenere in
forte considerazione di fissare un’agenda di lavoro coerente e con scadenze
brevi e certe, avviare un primo piano risolutivo, che deve essere condiviso e
che ridisegni la San Marino dell’immediato futuro.
Siamo di fronte, infatti, a più emergenze, ma dobbiamo partire da quelle
essenziali: oltre a quella sanitaria, che purtroppo non ci ha risparmiato il
secondo atto, c’è quella economica, più delicata.
Da un lato diamo atto che si sta affrontando la prima con attenzione e senso
pratico, privilegiando protocolli e controlli piuttosto che chiusure e restrizioni
(tra l’altro di difficile applicabilità, in quanto le finanze non lo permettono),
dall’altro permane la preoccupazione di un collasso finanziario senza
precedenti.
Dunque, i ritardi dovranno rimanere solo un ricordo futuro, adesso è l’ora dei
fatti concreti.
In queste ultime settimane al centro dell’attenzione è stata la gestione ed il
superamento della crisi del settore bancario, in attesa ormai da tempo di
grande ristrutturazione finanziaria.
E’ chiaro che un piano organico di rinnovamento richiede risorse ingenti e,
come sappiamo, queste verranno reperite attraverso l’indebitamento estero,
almeno quanto pare l’impegno degli ultimi mesi da parte dell’Esecutivo, ma la
cui realizzazione è ancora priva di successo finale.
Il tutto è principalmente legato alla grande operazione dei titoli di Stato? Se
sarà una strada praticabile ed investitori vorranno impiegare denaro nel
nostro Stato, dobbiamo, altresì, pensare come sopperire al finanziamento del
debito pubblico e quello relativo ai “Titano Bond”, tenendo in debita
considerazione che l’assestamento di Bilancio approvato proprio in questi
giorni prevede un disavanzo 2020 di 95 milioni di euro.

Il preoccupante deficit, tra un gioco di emendamenti non concordati tra i partiti
di maggioranza e Governo, è risultato imbarazzante.
Pertanto, i nodi da sciogliere sono diversi ed ognuno ha la sua dovuta
importanza: dalle banche alle riforme, dal sistema sanitario alla giustizia, fino
al debito pubblico ed all’Europa.
Il problema di fondo al momento è la liquidità, sia delle imprese, che
dello Stato.
L’indisponibilità assoluta di risorse economiche a disposizione del Paese
rappresenta il vero problema da superare.
Quindi, è doveroso accelerare il più possibile il reperimento delle risorse
finanziarie, inevitabili per sostenere le attività presenti sul territorio
sammarinese e di conseguenza l’occupazione, che determina la serenità di
ogni famiglia.
Senza piano economico e senza interventi atti a sviluppare l’economia,
continueremo a commettere sbagli macroscopici ed emorragie di denaro
pubblico, che alimentano esclusivamente tutto ciò che non è produttività.
Quello che dovrebbe fare la politica è aumentare lo stato sociale, proteggere
il cittadino e dare libero sfogo all’economia (la tassazione dovrebbe servire
per rendere ancora più efficiente uno Stato), sviluppare politiche di solidarietà
e non essere uno strumento per fare cassa: usato in questa maniera altro
non è che una strozzatura che affligge da tempo l’economia sammarinese.
Insomma, San Marino la guerra non è solo contro il Coronavirus, ma
principalmente contro l’assenza di progetti concreti a sostegno della grande
crisi economica.
La politica, a detta della società sammarinese, non sta dando segnali di
svolta, non genera serenità e consenso fra i cittadini, oramai al limite della
tenuta economica e sociale.
Lo stallo politico-istituzionale, che noi di ?lego ci auguriamo sia solo
momentaneo, è evidente e non vorremmo che anche questo Governo non sia
in grado di far fronte all’emergenza Paese.
Sarebbe una vera tragedia.

 

 

?lego