Sono Michela Pelliccioni, ho 42 anni, sono avvocato e lavoro in banca e mi occupo di recupero crediti, ma soprattutto sono una donna ed una mamma che deve conciliare il desiderio di sentirsi appagata nel lavoro, non relegandolo ad una semplice necessità di sopravvivenza, con quello altrettanto importante di crescere ed educare i figli.
Io credo che San Marino abbia sottovalutato per troppo tempo le esigenze della famiglia, non facendosi trovare pronto ai cambiamenti che negli ultimi decenni l’hanno trasformata in modo radicale. Questo Stato si è dimenticato del numero crescente di separati e dei problemi economici connessi alla necessità di provvedere ai figli, sobbarcandosi da soli le spese di vitto ed alloggio, prima condivise.
San Marino è uno Stato che vive di paradossi, ad esempio fa pagare ai giovani (e non) la patrimoniale, mentre non riesce ad intervenire in maniera efficace su sprechi che non sono e non possono più essere in linea con i tempi. Il bene della nostra Repubblica è strettamente legato alle sorti della stessa e lo Stato non può essere assente il questo cambiamento.
Il sostegno della famiglia è fondamentale anche per favorire un recupero della natalità che negli ultimi anni sta diminuendo. Una società che non fa più figli rischia il tracollo del sistema pensionistico e, ancor prima, un impoverimento economico e culturale che deve essere evitato.
Lo Stato deve intervenire in varie maniere, prima di tutto con una modifica e un rafforzamento delle norme esistenti a tutela della maternità e paternità , che si rendono necessarie per raggiungere davvero le “pari” opportunità.
Non è concepibile ad esempio, che tra le norme esistenti a tutela della lavoratrice in gravidanza o puerperio risulti espressamente vietato il solo licenziamento e non vengano al contempo previste anche tutte le forme di tutela possibili per evitarne anche il demansionamento.
Altro punto caldo sono sicuramente i congedi parentali. Alcuni dolorosi casi di cronaca ci hanno mostrato quanto indietro sia San Marino nel tutelare le famiglie che si trovino a vivere tragedie famigliari che comportino la necessità di assistenza continua ad un proprio caro in stato d’infermità.
I congedi parentali vanno adattati ed implementati senza collegamenti a rigidi vincoli temporali, tenendo in considerazione anche la modifica degli assetti familiari.
Risulta urgente anche una riforma fiscale più favorevole alle famiglie con prole, inserendo nella normativa disposizioni che possano creare una maggiore equità fiscale per chi ha più figli, perché queste famiglie con una maggiore spesa già contribuiscono indirettamente a creare gettito.
I tempi sono maturi anche per una revisione delle forme e delle previsioni di rimborso del Fondo Servizi Sociali.
In ultimo, come ho già più volte indicato durante questa campagna elettorale, c’è un progetto a cui tengo in modo particolare e che vorrei portare avanti, la creazione di un sistema efficace ed efficiente di dopo scuola, perché nel 2020 non si debba più scegliere tra fare i figli ed andare a lavorare. Oggi una famiglia che lavora trova nei nonni e nei baby sitter, per chi se li può permettere, le uniche possibilità di aiuto. Creare nuove strutture e nuove iniziative in ambito educativo sarebbe anche una soluzione per riallocare insegnanti che a causa della minore natalità potrebbero rimanere senza lavoro. Per riuscire nell’obiettivo sarà fondamentale intensificare e migliorare il coordinamento dei mezzi di trasporto, anche in collaborazione con le società sportive, sia per agevolare i ragazzi ad avvicinarsi ad una disciplina sportiva sia per supportare le famiglie nel gestire l’accompagnamento dei figli in orario lavorativo.
Il cambiamento di questo paese deve partire dalla vostra matita, quella che userete l’8 dicembre per scegliere il vostro domani.
Io mi auguro che sia un domani che sceglierete con cura, un Domani Motus Liberi!
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