Un investitore prima di avvicinarsi ad un paese verifica sempre una serie di parametri, quali: fisco snello, burocrazia leggera, accesso al credito favorevole, regole certe ed uguali per tutti, possibilità di commercializzare a livello internazionale, tutele per l’investitore stesso. San Marino oggi corre un grave rischio che non è solo quello di non attrarre imprenditori da fuori territorio, ma di vedere le proprie attività economiche andarsene altrove.
Ecco alcuni esempi banali delle difficoltà che un’impresa incontra ogni giorno: si è ancora assoggettati alle marche da bollo cartacee, al timbro a secco delle fatture con l’aggiunta del T-notice (nuovo adempimento che di fatto non ha snellito la burocrazia); permane il T2 per le importazioni (che non verrà risolto con la riforma dell’IVA perché è un problema doganale e San Marino non ha una dogana propria); a tutto ciò si aggiungono i mancati accordi con l’Italia in materia di fatturazione elettronica, utilizzo abituale delle carte di credito (che per gli imprenditori sammarinesi rappresenta un aggravio dei costi) e l’impossibilità per chi fa e-commerce da San Marino di accedere ad alcuni dei più importanti market place come ad esempio Amazon; da ultimo, ma non per questo meno oneroso, la mancanza di un rappresentante fiscale, tema su cui si dibatte da vari anni e che impone a chi commercia con l’Italia di avere un doppio commercialista (uno per parte sammarinese e l’altro per parte italiana che funga da sostituto d’imposta pagando contemporaneamente oltre all’IVA anche la monofase, il cui recupero è solo parziale e avviene dopo un’infinità di adempimenti che di fatto rendono il guadagno della vendita quasi irrisorio, oltre che scoraggiare chi si avventura in questo tipo di commercio).
In un mondo che avanza ad altissima velocità San Marino procede a passo di lumaca. Là dove la tecnologia interviene a risolvere tutta una serie di criticità, San Marino è ancora allo scontrino cartaceo, anche per quel che riguarda la SMAC e le fatture .
Eppure non sarebbero tante le cose da fare per migliorare la situazione. Io penso ad un Paese attrezzato di firma elettronica riconosciuta, posta certificata e di tutti quegli strumenti che rendono la vita dell’imprenditore più semplice. Una Paese in cui la PA sia veramente amica delle imprese. Dove lo snellimento sia reale e faccia guadagnare tempo e ridurre la necessità di ricorrere ai professionisti per ogni minimo problema. Dove i testi di legge unici evitino di dover conoscere decine di decreti e regolamenti interni. Dove fare impresa sia facile e redditizio. Il tempo stringe, la concorrenza morde e le risorse sono sempre più esigue. Si deve ripensare ad un modello economico più attuale ed attrattivo se si vuole competere col resto del mondo e non rimanere chiusi nel proprio recinto. Questa è la San Marino che immagino. Questo sarà il mio impegno.
Andreina Bartolini, n.