San Marino. Elezioni: una scelta tra continuità e rinnovamento (l’editoriale di David Oddone)

Campagna elettorale partita ufficialmente, perché “ufficiosamente” è dai fatti della votazione sulla Reggenza che si assiste al teatrino della politica.

Sento tanto parlare e chiedere rispetto per i candidati.

Giustissimo, direi doveroso. Ma prima ancora viene il rispetto e il ripristino della verità.

Una narrazione che parte da molto lontano, perché le tangenti, la compravendita di voti, le società anonime, i tariffari, i lotti, l’economia opaca, le cartiere, non sono certo frutto degli ultimi governi.

Non ricordare la “San Marino da bere” è da ipocriti. Lo può fare solo chi è in malafede o chi è colluso. Tracciamo intanto questa chiara linea di demarcazione.

Poi veniamo ad Adesso.sm. Ne potrei dire e scrivere a bizzeffe – lo ho fatto a suo tempo – ma mi limito a rievocare drammaticamente il bilancio farlocco di Carisp, e il tentativo per fortuna non riuscito, di svendere la nostra sovranità e la nostra millenaria Repubblica. Mi chiedo davvero, scorrendo alcuni nomi nelle liste, come taluni personaggi abbiano ancora la faccia tosta di presentarsi agli elettori.

La stessa identica onestà intellettuale mi porta a rammentare altresì, come sia stata Libera a staccare la spina a quella nefasta legislatura, bloccando i piani criminali della cricca e permettendo che le malefatte venissero a galla. Quella stessa Libera che poi finì all’opposizione, pagando un tributo altissimo per la propria lealtà alla Repubblica. Questo è quanto. Chi racconta cose diverse mente, sapendo di mentire. Che fare allora? Chi votare se un po’ tutti hanno la coda di paglia? Nostro Signore direbbe: chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Meglio allora restare tutti fermi, immobili.

Eppure a movimentare ulteriormente una campagna elettorale sicuramente velenosa, ci ha pensato un recente “sondaggio elettorale” pubblicato da un sito internet, il quale ha scatenato un acceso dibattito, evidenziando un possibile testa a testa tra la Democrazia Cristiana e Libera. Se i dati riportati rispecchiassero la realtà, gli elettori si troverebbero di fronte a una scelta determinante per il futuro del Paese.

Il sondaggio, nonostante per quanto mi riguardi abbia autorevolezza pari a zero, è comunque sulla bocca di tutti. Peraltro propone un trend che non è difficile cogliere girando fra la gente. Esso suggerisce che la Dc resterebbe, pur ridimensionandosi, il primo partito con 19 consiglieri, seguita da Libera con 14. Questi numeri non solo indicano una predominanza delle due principali forze politiche, ma prefigurano anche scenari di possibili alleanze per garantire una governabilità stabile. Appare insomma sempre più evidente come la formazione del prossimo governo richiederà non pochi compromessi.

Ma a chi affidarsi? I sammarinesi si trovano a dover scegliere tra la continuità rappresentata dalla Dc e il cambiamento proposto da Libera. La Dc, con la sua lunga tradizione e la sua esperienza di governo, offre una sicurezza consolidata. Dall’altra parte, Libera rappresenta la promessa di un rinnovamento e di un approccio diverso alla gestione dei tantissimi dossier sul tavolo. Tale scelta, dunque, non è solo una questione di preferenze politiche, ma riflette una più ampia valutazione tra conservatorismo e riformismo.

Non c’è dubbio però che una grande coalizione tra Dc (più Ar) e Libera (più Ps e Psd), capace di formare almeno sulla carta una maggioranza solida di 38/40 consiglieri, sebbene complessa da gestire, potrebbe rappresentare la soluzione più pragmatica per fronteggiare la gestione di partite complesse, quali il processo di associazione alla Ue, così come la congiuntura internazionale che appare ogni giorno di più una polveriera pronta ad esplodere.

È evidente che chiunque vincerà, dovrà dimostrarsi all’altezza delle aspettative degli elettori. La responsabilità non sarà solo quella di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, ma anche di lavorare in maniera coesa e costruttiva per il bene comune. La capacità di mettere da parte interessi particolari e divergenze ideologiche sarà cruciale.

“Il prezzo della grandezza è la responsabilità”, avrebbe detto Churchill ad Harvard il 6 settembre 1943, tra lacrime e sangue. L’auspicio è che quei momenti bui non debbano ritornare.

E per questo l’Antica Repubblica ha il dovere di portare la propria storia di pace e libertà all’interno della Ue, passando prima attraverso elezioni che rafforzino il più possibile coloro che hanno le idee chiare sul dove condurci.

 

David Oddone

(La Serenissima)

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