La squallida vicenda che ha visto il tentativo di svendita della Banca di San Marino, si è conclusa felicemente con il diniego espresso da Banca Centrale sull’operazione bulgara, ma lascia aperte alcune questioni.La mossa affaristica sostenuta anche politicamente e la latitanza del governo su un problema strutturale e strategico, hanno creato sicuramente danni economici e reputazionali alla banca in questione.
COLORO CHE INVECE DEGLI IMPRENDITORI PORTANO A SAN MARINO I PRENDITORI ANDREBBERO INDIVIDUATI E GIUDICATI CON ESEMPLARE SEVERITA’. E’ pertanto importante che l’indagine giudiziaria appena iniziata faccia piena luce sul torbido che emerge dalla grave vicenda.
Il Paese ha bisogno di trasparenza e di una politica finanziaria per porre rimedio ai clamorosi errori compiuti e per guidare la gestione del Bilancio, il ripianamento del debito pubblico, il consolidamento e l’ammodernamento del sistema bancario.
Quanto alla Banca di San Marino, va preso atto che il percorso di adeguamento seguito ha portato all’utile del 2023 ( 1.045.870 ) e del 2024 ( 1.821.206 ) e al miglioramento dell’indice di solvibilità dal 6,50% al 13,39%. Seguendo questo percorso e rafforzandolo con una patrimonializzazione di 20/30 milioni, la BSM si può consolidare. Con la emissione di un titolo ibrido di questo importo sottoscritto dalle altre banche ( c’è il precedente della Cassa di Risparmio ed è consentito dalla legge bancaria ) e con una gestione oculata e rigorosa che chiuda definitivamente con un passato di operazioni ” folli, inqualificabili “, come le ha definite il Presidente, può ritornare il sereno.
Emilio Della Balda














