La stampa filo governativa scrive di un nuovo attacco mediatico contro San Marino in seguito alla pubblicazione da parte italiana di una sbalorditiva intervista di un gioielliere sammarinese il quale descrive come continua a frodare il fisco italiano, ma anche quello sammarinese.
Mi sembra invece che l’attacco micidiale alla Repubblica venga fatto proprio da sammarinesi che sputtanano il Paese col quale si sono arricchiti e col quale hanno goduto di un potere enorme.
L’attacco viene dai nostri governanti illegittimi che nominano diplomatici inseguiti dalle polizie di tutto il modo e usano i loro aerei privati; che si inginocchiano davanti al PM italiano per salvare la pelle; che danno interviste fuori di testa; che non vogliono la trasparenza e lo stato di diritto; che mettono all’indice i giornalisti che raccontano i fatti.
L’attacco viene dai nostri fatturieri che, attraverso la corruzione, vendono la merce perfino ai Ministeri italiani; che continuano a trafficare e a fare carte false con famiglie mafiose per evadere il fisco italiano; che, in piena foga demenziale e con gli occhi iniettati di dollari, spiegano per filo e per segno come si fa ad evitare, con la solita truffa, l’obbligo della voluntary disclosure promuovendo la vendita di oro e di diamanti in nero.
L’attacco alla Repubblica lo fanno i politici amici di Vallefuoco che hanno introdotto in territorio 22 clan mafiosi e 15 obbedienze massoniche, oltre alla cricca romana con la quale si sono inciuciati; che hanno regalato centinaia di milioni agli evasori coprendoli nei modi più squallidi a spese di tutti i cittadini; che non sono stati capaci di impostare una politica estera dignitosa e hanno cercato solo foto e strette di mano; che hanno indebolito l’economia; che hanno messo il tappeto rosso a banditi finanziari internazionali; che hanno indebitato lo Stato al punto di renderlo una bandierina logora e sfilacciata che sventola al soffio del garbino.
L’attacco mediatico ce lo cerchiamo con un accanimento masochistico perché dominano coloro che non vogliono bene alla Repubblica e meriterebbero l’esilio perpetuo.
Emilio Della Balda