San Marino. Energia, l’autonomia resta un miraggio. L’intervista a Emanuele Valli, Direttore AASS

aassI costi legati alla produzione interna di energia sono ancora troppo alti. Bisogna diminuire la dipendenza da terzi abbattendo il più possibile i consumi interni.

Dottor Valli, San Marino ha sempre dipeso quasi totalmente dall’estero per l’approvvigionamento di diverse fonti di energia. Attualmente la situazione sul Titano è ancora la stessa?

“Fondamentalmente si. Per quanto riguarda l’acquisto di energia elettrica al momento il nostro fornitore è l’Enel. Abbiamo un contratto in essere con questa compagnia, tuttavia in base alle regole del mercato libero possiamo sempre valutare in futuro di prendere in considerazione altri fornitori. Per il gas invece vengono emessi appositi bandi annuali ai quali solitamente partecipano tra le 50 e le 60 aziende estere. Quest’anno abbiamo scelto di avviare una partnership con Eni. Relativamente all’acqua infine a San Marino sono presenti alcune fonti idriche interne, ed il nostro paese intrattiene rapporti commerciali con Romagna acque. Abbiamo un accordo di acquisto-cessione con Hera, all’interno del quale distribuiamo acqua a diversi comuni italiani limitrofi al territorio della nostra Repubblica”.

Quali sono i costi relativi a queste forniture?

“Fare un discorso univoco in materia di costi tra le diverse forniture è difficile, in quanto si lega a doppio filo alle condizioni del mercato. Sull’energia elettrica ad esempio il mercato è libero e la competitività dei fornitori abbassa i prezzi, mentre sul gas il mercato al momento è monopolistico e limitare i costi è già più difficile. Le spese inoltre sono spesso legate anche ad altri fattori. Il grosso problema dell’acqua ad esempio non è acquistarla, ma distribuirla; per farlo quest’anno lo Stato ha speso circa 750.000 euro in energia elettrica”.

Potrà mai San Marino raggiungere una propria autonomia energetica?

“Oggettivamente se non si hanno materie prime sul territorio nazionale si fa molta fatica a raggiungere una qualsivoglia autonomia energetica, già il termine è di per se ambiguo. Per intenderci, qui a San Marino non abbiamo pozzi di gas naturale da poter sfruttare”.

Cosa si può fare dal punto di vista pratico per limitare le spese annesse all’approvvigionamento di energia?

“Quello che possiamo fare per abbattere i costi, e credo che da questo punto di vista l’attuale esecutivo stia lavorando nel modo migliore, è attuare uno scrupoloso efficentamento energetico su tutti i grandi edifici pubblici e sugli impianti a nostra disposizione. Su alcune strutture si può inoltre valutare di effettuare specifici interventi di ottimizzazione energetica valutando bene i costi e gli eventuali risparmi annessi. Ad esempio si potrebbe prendere in considerazione di fare la cogenerazione alla centrale termica a vapore dell’ospedale. Sono convinto che al momento ridurre al minimo i nostri consumi interni sia la strada migliore da percorrere per diminuire la dipendenza da terzi nell’acquisto di fonti di energia”.

Quali sono le prospettive nel breve periodo per la nostra Repubblica? Lei crede che sia conveniente effettuare un forte investimento sulle energie rinnovabili in questo momento?

“Io credo che investire sulle fonti di energia rinnovabile abbia un senso pratico e logico solo quando si raggiunge un equilibrio tra i costi legati all’impianto e i ricavi relativi alla vendita dell’energia prodotta. Al momento bisogna rendersi conto che i costi connessi alla costruzione ed al mantenimento di questi impianti sono troppo alti, stiamo parlando di tanti milioni di euro annui a carico dello Stato, con una inevitabile ricaduta sulle bollette che i contribuenti sammarinesi si vedranno recapitare a casa. Costruire grandi impianti in questo settore al momento credo non abbia molto senso, soprattutto alla luce di quanto sta accadendo da altre parti Europa, dove tanti dei paesi che negli anni precedenti avevano investiro fortemente sulla rinnovabili quali Spagna, Francia e Germania, stanno al momento riducendo fortemente gli incentivi. Diverso il discorso se ci riferiamo alle scelte dei singoli cittadini collegate a piccoli impianti da installare nelle proprie abitazioni; queste soluzioni, anche per un discorso civico ed etico, andrebbero incentivate”.

Lorenzo Ercolani, La Tribuna