San Marino. Enrico Lazzari: ”Novax in “estasi” per la nuova pillola… Ieri il festival-social di una confermata e costosa irrazionalità!”

Da ieri, in Italia -ma prestissimo anche a San Marino visto che l’Iss sembra averne opzionate un quantitativo importante- la medicina potrà contare su un’arma in più nella lotta domiciliare al Covid-19: la pillola Molnupiravir o, come verrà commercializzata, Lagevrio.
Non mancano ovviamente, le controindicazioni, prima fra tutte quella relativa all’alto costo del medicinale che dovrebbe superare i 600 euro a confezione, che contiene 40 pillole da 200 milligrammi ed è sufficiente per un paziente.
Il suo utilizzo sarà riservato soprattutto ai non vaccinati “a rischio”, ovvero afflitti da patologie come il diabete, problematiche cardiocircolatorie, insufficienza renale e così via nell’elenco di quelle malattie che, unite al Covid, hanno troppo spesso reso la medicina impotente contro il coronavirus che da due anni affligge il pianeta.
Nello specifico, come si legge nel suo “bugiardino”, è indicato per pazienti non ospedalizzati causa Covid che presentino “almeno uno fra i seguenti fattori di rischio associati all’evoluzione in malattia severa: patologia oncologica/oncoematologica in fase attiva; insufficienza renale cronica (esclusi pazienti in dialisi); broncopneumopatia severa; immunodeficienza primaria o acquisita; obesità; malattia cardiovascolare grave o diabete mellito non compensato”.
Il farmaco, continuano le prescrizioni, dovrà essere assunto nella misura di 800mg (quattro capsule) ogni 12 ore per la durata di 5 giorni. Dai due mesi della fase tre della sperimentazione era emerso che questo rimedio farmacologico avrebbe ridotto del 50%, ovvero dimezzato, il rischio di complicazioni gravi. Purtroppo, già in queste prime fasi di fase 4 l’efficacia si è pesantemente ridimensionata attestandosi, come confermato dai primi studi basati su dati raccolti durante la “commercializzazione”, appena al 30%… Meglio di niente verrebbe da dire… Ridurre di un terzo l’occupazione di ospedali e terapie intensive -quest’ultime per quasi l’ottanta per cento occupate da novax- dei non vaccinati sarebbe un grande risultato, sia in termini di vite salvate che in termini di riduzione dell’emergenza e, quindi, delle misure di contenimento in atto.
E fin qui nulla di nuovo rispetto quanto già noto e ampiamente diffuso dai media. La novità odierna è la conferma dell’irrazionalità novax. Chiunque, ieri, navigando nei social e curiosando sui gruppi Telegram di “categoria” non ha potuto ignorare l’entusiasmo per “la cura che sostituisce il vaccino sperimentale”… Come se questa fosse risolutiva e miracolosa, come se fosse stata testata per 40 anni prima di venire approvata, come se non fosse a sua volta in fase 4 dopo due mesi di fase 3 di sperimentazione e come se tutti sapessero “cosa c’è dentro”. Ma, soprattutto, come se questa fosse priva di qualunque effetto collaterale o di rischio.
Irrazionalità pura… Tanto che, scorrendo il bugiardino, sono quasi inorridito leggendo il punto 4.6: “Le donne potenzialmente fertili devono utilizzare un metodo di contraccezione efficace, che includa necessariamente un metodo di barriera, per l’intera durata del trattamento e per almeno 4 giorni dopo la fine del trattamento con Lagevrio. Gli uomini, partner di una donna potenzialmente fertile, devono utilizzare un metodo contraccettivo efficace, che includa necessariamente un metodo di barriera, per l’intera durata del trattamento con Lagevrio e per almeno 3 mesi dopo la fine del trattamento con Lagevrio”.
Del resto, “non vi sono dati relativi all’uso di Lagevrio in donne in gravidanza”. Ma “gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva”, ovvero, la somministrazione orale del farmaco “a ratte gravide durante il periodo di organogenesi ha provocato letalità embriofetale e teratogenesi a esposizione di N-idrossicitidina 7,5 volte quella raggiunta nell’uomo alla dose raccomandata, e ridotta crescita fetale a esposizione di NHC ? 2,9 volte quella raggiunta nell’uomo alla dose raccomandata”.
Dunque, “Lagevrio non è raccomandato durante la gravidanza e in donne in età fertile che non usano misure
contraccettive efficaci. Le pazienti in età fertile devono essere informate di eseguire un test di gravidanza che escluda lo stato di gravidanza prima di assumere il farmaco”. E non è, ovviamente, l’unico effetto collaterale che potrebbe scatenare il farmaco che, anzi, in un paziente su 10, quindi nel 10% dei pazienti a cui viene somministrato, genererebbe patologie del sistema nervoso e/o patologie gastrointestinali.
Eppure, la filosofia novax accetta, anzi esulta per l’arrivo di questo farmaco, nonostante -almeno sulla base dei dati noti fino ad ora- presenti fattori di rischio e possibili reazioni avverse ben più allarmanti di qualunque vaccino.
Ma i vaccini arricchiscono “bigpharma” obietterà qualcuno di loro… Certo, ma non dimentichiamo che un vaccino costa da 30 a 140 volte in meno di quanto costa la cura di un paziente con il nuovo Lagevrio, che,m peraltro, ha una efficacia di circa un terzo del vaccino nel ridurre il rischio di complicazioni gravi che richiedano ospedalizzazione e assistenza respiratoria.
Quindi, ben venga ogni nuova arma nella lotta al Cornavirus e nella salvezza di vite. Costi quel che costi! Ma si resti razionali… Perchè contro l’irrazionalità non esiste ancora oggi alcuna cura. Nè alcun vaccino! Come non esiste alcun governo abbastanza “cazzuto” per tutelarci dai danni che stanno procurando i troppi novax all’intera comunità!…

Enrico Lazzari