Hanno chiesto di essere giudicate con rito abbreviato le 24 persone coinvolte nell’inchiesta sul parco eolico “Wind Farm” di Isola Capo Rizzuto.
Tra le persone coinvolte spiccano anche due sammarinesi Roberto e Maximiliano Gobbi, rispettivamente di 51 e 39 anni.
Sul parco eolico Wind Farm di Isola Capo Rizzuto, secondo l’accusa, avrebbe messo le mani la famiglia di ‘ndrangheta degli Arena. La richiesta e? giunta nel corso dell’udienza preliminare davanti al gup di Catanzaro che si e? svolta venerdi? mattina. Il nome della famiglia Arena dietro l’affare del parco eolico tra i piu? grandi d’Europa.
Ad avviso dei sostituti procuratori della Dda di Catanzaro, Domenico Guarascio e Paolo Petrolo, fra il 2005 ed il 2012, tramite societa? italiane, svizzere e sammarinesi sarebbe stata camuffata la presenza del clan Arena all’interno della societa? del parco eolico.
Inoltre, secondo i pm proprio alla potente cosca crotonese e in particolare al boss Nicola Arena va “ricondotta la titolarita? dei capitali illeciti impiegati”. L’operazione avrebbe consentito al clan di Isola un immediato ritorno economico “consistente – e? detto nel capo d’imputazione – nella corresponsione dei canoni di locazione dei terreni su cui insiste il parco, per lo piu? riconducibili alla famiglia Arena, nonche? successivamente ulteriori vantaggi economici derivanti dall’assegnazione di gran parte dei lavori a imprese direttamente o indirettamente riconducibili alla famiglia”.
Dominus dell’intera operazione sarebbe stato Pasquale Arena, dirigente del Comune di Isola e fratello di Carmine ucciso nel 2004. Tra gli imputati ci sono anche alcuni dirigenti della Regione Calabria che avrebbero dato parere favorevole riguardo la compatibilita? ambientale del parco eolico “pur in assenza di istruttoria alcuna”.
L’inchiesta era scattata nel 2010, e aveva visto un susseguirsi di sequestri, dissequestri e risequestri di quote e aree. Per i 24 indagati, quindi anche per i due sammarinesi, era stato chiesto lo scorso ottobre il rinvio a giudizio.
Roberto e Maximiliano Gobbi, per i quali il Pm aveva chiesto il rinvio a giudizio entrarono nell’indagine della procura di Catanzaro in quanto titolari della Seas, societa? sammarinese con in mano il 30% delle quote della “Vent1 Capo Rizzuto Srl”, societa? che secondo la procura di Catanzaro – ribadiamo – era riconducibile alla famiglia di ‘ndrangheta degli Arena.
A dicembre del 2014 il Commissario della legge Simon Luca Morsiani aveva disposto il sequestro delle quote della societa? Seas. La vicenda – come abbiamo detto – apertasi nel 2010 aveva visto una prima rogatoria a San Marino. A questa era seguita anche la sospensione della societa? Seas da parte del Congresso di Stato. Poi, qualche mese dopo, riattivata, mentre in Calabria era stato disposto il sequestro del parco eolico.
Il coinvolgimento della Seas riguarda la sua partecipazione al 30%, nella “Vent1 Capo Rizzuto Srl”. La societa? del parco eolico vede infatti il 34% in mano alla Tiger energy project gmbh (Germania); il 30% Seas Srl (Repubblica di San Marino); il 19% nyhuis beteilingungs gmbh & co. Kg (Germania); il 10% pommer & schwarz erneuerbareenergien gesellschaft m. (Germania); il 7% Eden Alfred Josef (Germania).
Il parco – ricordiamo infine – era stato messo sotto sequestro e il provvedimento era a suo tempo scaturito da un’attivita? investigativa, grazie a una collaborazione sinergica del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalita? Organizzata (SCICO) di Roma, diretta ad accertare l’ingerenza della criminalita? organizzata nell’intera operazione economi- finanziaria relativa alla realizzazione del parco eolico.
La Tribuna