In questi giorni si torna a parlare dei crediti non performanti delle banche cioè dei crediti (prestiti) di difficile riscossione da parte delle aziende di credito nei confronti della propria clientela. Il Cantone delle botte, trasmissione di San Marino Rtv andata in onda il 10 Aprile scorso, ha fatto dell’argomento un interessante approfondinento parlando di costituzione di un “contenitore” di detti crediti (veicolo) e di conseguente “cartolarizzazione” cioè di emissione di obbligazioni con a garanzia gli immobili sottostanti ai crediti non performanti. Vi invito a rivederla anche se in questa sede vorrei toccare alcuni aspetti importanti e non approfonditi in trasmissione.
La prima cosa che emerge è la confusione che è stata fatta tra liquidità e patrimonio delle banche. La prima è la capacità di rimborso delle somme dei correntisti (anche dei fondi pensioni) l’altro è il capitale che serve per poter gestire l’intera attività della Banca. Un istituto di credito con poco patrimonio ma alti livelli di liquidità ha maggiore forza di rimborso delle somme depositate di altre banche con maggiore capitale. Il patrimonio, a grandi linee, deve essere proporzionato ai prestiti che concede più che ai depositi che possiede. Un altro aspetto è che i fondi pensione sono già utilizzati dalle banche quindi non arriva nuova liquidità (estremamente necessaria al sistema) se gli stessi fondi sottoscrivono le obbligazioni del veicolo una volta effettuata la cartolarizzazione perché appunto già clienti delle banche sammarinesi. Interessante poi il passaggio in cui Tamagnini sostiene che la politica bancaria la deve fare la politica e non Banca Centrale. Mi trova perfettamente d’accordo ed è una tesi da me sostenuta da sempre nel famoso concetto di “autonomia con i vari contappesi” di Banca Centrale (vedi Prof. Bossone), soprattutto in piccoli Paesi come il nostro. Tra l’altro la dimostrazione della autonomia controllata è stata palesemente effettuata dalla maggioranza di questa legislatura con Cassa di Risparmio (e non purtroppo con Asset) per evitare un potenziale commissariamento della Banca di Stato, facendo intervenire per un breve periodo il Comitato per il Credito e Risparmio. Molto interessante l’intervento di Morganti in cui ad un certo punto ha sostenuto che per valutare i crediti di una banca ci vogliono mesi e mesi. Gli vorrei ricordare che la valutazione di Asset, e di conseguenza del suo presunto sbilancio, si basa principalmente e quasi esclusivamente su 600 posizioni crediti valutate in 9 giorni da Giambattista Duso ed un suo collega. Vorrei chiedere al Dott. Morganti se per i crediti Asset bastano 9 giorni mentre per la valutazioni di altri crediti di altre istituzioni occorrono mesi e mesi.
Stefano Ercolani