San Marino. Ercolani scende in campo in politica: l’intervista di Michele Cucuzza

Nasce in questi giorni con l’intento di iniettare nuova linfa vitale alla politica, il movimento Azzurra che si palesa subito con i nomi e i cognomi del suo direttivo dove figurano Stefano Ercolani, Barbara Tabarrini e Bruno Macina. Dei motivi che hanno spinto l’ex banchiere a fondare un Movimento ne abbiamo parlato direttamente con lui.

Dott. Ercolani, dopo tutto quello che è accaduto da un anno a questa parte fa impressione che lei voglia ancora impegnarsi in prima persona, esponendosi al punto da fondare un movimento politico. E’ sicuro che questa decisione non danneggi ancora di più la sua immagine?
“Io sono chi sono e non ho un’immagine da tutelare, avevo una banca da guidare che si è fatto di tutto per far andare fuori strada sebbene io abbia cercato di farla resistere impegnandomi fin che me lo hanno lasciato fare. Per quella banca mi sento ancora responsabile e il mio mestiere ovviamente rimane quello del banchiere. Un mestiere che amo e al quale ho dedicato la mia vita di studio e di lavoro. Così mentirei se adesso dicessi di voler fare il politico, ciascuno anela soltanto a poter fare quello per cui è nato. In questo Paese però non c’è più nemmeno la libertà minima di poter fare il proprio mestiere con onestà ed è qui che entra in gioco la politica. Se basta vincere le elezioni per mettere in ginocchio una realtà sana e farla chiudere, allora qualcosa davvero non va e diventa urgente cambiare il volto alla politica. E’ stato questo il mio primo pensiero dopo che Asset era stata fatta chiudere. Non per farla riaprire, a questo penserà come io mi auguro il Tribunale, ma per fare in modo che cose simili non possano mai più ripetersi. E tuttavia avevo un problema di credibilità visto che attendevamo la sentenza di Forlì. Poi la sentenza è arrivata e tutti hanno potuto toccare con mano quello che dicevamo da sempre, ovvero che sul banco degli imputati non c’eravamo Barbara ed io, molte delle accuse a nostro carico sono decadute, ma il sistema San Marino. Lì è arrivata la svolta e non ho più avuto dubbi sulla necessità di una mia discesa in campo per difendere un sistema che nessuno più sta difendendo e per riportare il benessere laddove ora c’è disoccupazione e povertà, non soltanto materiale”.

A ben vedere in questi anni ha avuto sempre l’ambizione di ritagliarsi un ruolo di primo piano parlando alla gente per esempio attraverso i suoi articoli.
“In realtà non ero tanto interessato ad avere una vetrina tutta mia ma mi premeva poter dare un contributo. La banca non era soltanto un istituto di credito ma un contenitore di idee che circolavano e che era giusto non rimanessero confinate tra le sue mura. C’erano nei miei articoli i contributi di tutti visto che tra le abitudini che ho sempre avuto c’era e c’è quella dell’ascolto. Il mettersi in ascolto dell’altro è invece ciò che più manca oggi, in tanti mi hanno chiesto di andare avanti con il mio progetto, di non fermarmi, di poter attraversare assieme il futuro. Abbiamo cominciato con Repubblica sm, fondando un giornale libero che potesse rappresentare un punto di riferimento per coloro che erano rimasti orfani di un progetto che credevano solido”.

In effetti una delle cose che più colpisce nella sua storia è che lei non si è mai nascosto agli occhi della gente per la quale visto il suo ruolo avrebbe comunque potuto rappresentare un capro espiatorio. Non ha mai avuto timori in questo senso?
“Io non sono né scappato con la cassa, né ho avuto un ruolo nel portare la banca al punto in cui è. La gente questo lo sa bene visto che io sono sulla stessa barca di tanti correntisti che oggi non possono disporre dei propri soldi. Le persone sanno che sono uno di loro e che combattiamo dalla stessa parte. Sono sempre stato presente per dare consigli e anche per rassicurare e sedare gli animi perché non è nel mio stile andare allo scontro diretto. Prima o poi sono convinto che giustizia sarà fatta. La preoccupazione è più che altro per il Paese che una volta imboccata la strada dell’indebitamento non potrà più tornare indietro. E si è fatto di tutto per fare in modo di imboccare quella medesima strada”.

Come si è giunti a questo punto?
“Lo Stato non è macchina che si guidi da sola. La trasformazione in realtà di proposte e decisioni richiede una certosina opera di analisi e conoscenza dei problemi. Le conoscenze, per quanto si sia tentato di disprezzarle, contano e hanno un peso. I risultati dei dilettanti allo sbaraglio e il loro livore nei confronti di qualcuno sono sotto gli occhi di tutti. Chi non ha conoscenze è costretto a subire continuamente il ricatto di chi sa o vorrebbe far credere di sapere. Così questo governo si è affidato ai consulenti esterni che hanno fatto il proprio comodo escludendo a priori dalla classe dirigente i sammarinesi e facendo finire nel nulla la spinta degli elettori verso il rinnovamento”.

Se lei però è solo non andrà lontano. A questo ha pensato?
“Io non posso fare altro che provarci, non è un bell’esercizio stare a guardare senza far nulla mentre gli altri distruggono. Ma come me in tanti non sono rimasti alla finestra e stanno provando a dare una mano. Io ho il sostegno di molti imprenditori che al momento non si sentono ancora di uscire per così dire allo scoperto. Mai era accaduto che far sentire la propria voce e dire di pensarla in un altro modo costasse così caro. E’ anche questo un grave problema che affligge la nostra democrazia. Azzurra nasce con l’intento di far tornare le persone a sentirsi libere di realizzarsi e realizzare i propri progetti nella cornice di un Paese che anziché continuare a cospargersi il capo di cenere dovrà finalmente acquisire la consapevolezza di poter rappresentare un’eccellenza”.

Quali sono i problemi che le stanno più a cuore?
“Il debito pubblico, la certezza del diritto, i rapporti con l’Italia, oggi praticamente inesistenti, e una minore presenza dello Stato nell’economia”.

A chi si rivolge il Movimento?
“A tutte quelle persone che non hanno paura di esprimere il proprio malcontento, che credono ancora che una soluzione ai vari problemi ci sia come c’è. Il movimento è aperto all’ascolto di tutti, chi vuole può scrivere a questo indirizzo: movimentoazzurra@gmail.com”.

Potrebbero squalificare il Movimento evocando i poteri forti?
“I veri poteri forti sono quelli attuali che non lasciano spazio a nessun tipo di pensiero se non al proprio”.

Lo ha detto lei, chi esce allo scoperto viene attaccato. Non teme altri attacchi?
“Ho già subito di tutto e so che chi ha me come obiettivo non smetterà di colpire. E chi è colpito giustamente o ingiustamente risente sempre di quei colpi visto che non si è purtroppo invulnerabili. Solo che fanno più male i colpi inferti al Paese. Fermare quelli è la mia priorità”.

Michele Cucuzza, Direttore di Repubblica Sm