San Marino. Erik Casali, Partito Socialista: ”Sull’accordo UE serve chiarezza e un referendum. Non si può decidere al buio”

Trascrizione dell’intervento di Erik Casali nel corso della conferenza stampa del 23 giugno 2025 del Partito Socialista

”I commenti sull’accordo di associazione che si sentono a volte tendono un po’ a mistificare la realtà.

Noi da subito abbiamo avuto una posizione chiara, non abbiamo mai ragionato da tifosi, perché una buona parte della politica ha ragionato come fanno i tifosi, vinco io, vinci tu, vinco io, vinci tu.

Noi abbiamo sempre detto, ma se un accordo che è un tocca sana per l’economia di questo piccolo paese, perché non diffonderlo, perché non rendere tutti partecipi, perché non è lo stesso governo ad accendere il referendum per chiedere conforto alla popolazione, perché abbiamo sempre detto che se è vero che l’accordo è buono, è meritevole, ma chi è quel pazzo che va a sfidare una cosa del genere, vera, illustrata, spiegata, chiara a tutti nelle finalità, chi è che avrebbe ilcoraggio di mettersi contro?

Erik Casali, partito socialista

Ma diciamo nessuno, noi invece avremmo un paese che forte del risultato, se è vero che si deve andare, potrebbe presentarsi in Europa, a braccetto addirittura con la vicina Italia, perché originariamente il  peccato è iniziato un po’ da lì. I governi che hanno preceduto questo incarico hanno, secondo noi, in molte situazioni cercato di bypassare l’accordo con l’Italia, cosa che invece MonteCarlo non ha fatto e poi si è ravveduta e gli ha permesso di fare l’accordo con la Francia.

Noi forse dovevamo rivedere quell’accordo lì, che è abbastanza vetusto, che non è più conveniente per nessuno dei due, inserendo la materia finanziaria, si è visto che sulla questione delle banche è lì che l’Italia punta il dito e il fatto che si doveva fare un memorandum ed è rimasta una cosa campata in aria per dieci anni, ci ha fatto capire che l’effetto del memorandum poteva essere anche un ridimensionamento della nostra banca centrale, che ha un esercito di dipendenti.

Ma detto questo, quello che a noi ci preoccupa, siamo andati anche a dei dibattiti pubblici, l’ultimo in casa della democrazia cristiana ero andato io, che quello che diciamo noi è quello che dice tanta gente, insomma se dobbiamo (comprare una casa nuova vogliamo sapere com’è fatta questa casa, ma questo a tutela un po’ di tutti, perché io fossi uno dei 70 consiglieri mi preoccuperei di non dormire la notte, andare a votare e portare un paese dove ci saranno i nostri figli che dovranno affrontare tutto quello che non è chiaro sia in questo accordo.

E’ un’enorme responsabilità e siccome è un paese piccolo ci conosciamo tutti, tutti noi abbiamo parlato con consiglieri addirittura con segretari di Stato che non sanno l’intero accordo e questa è una cosa gravissima!

Perché esprimere un parere su altri pareri non genera una buona decisione, il parere del parere, è una cosa che non ha molto senso che pochi consiglieri sappiano un po’ l’iter della cosa, pochi segretari di Stato e poi dopo bisogna andare a votare e poi bisogna aderire a quello che l’Unione Europea ci impone, io che sono uno che legge anche un elenco telefonico ho cominciato a leggerlo questo accordo di oltre mille pagine, ci sono dei punti dove è veramente difficile capire che cosa vogliono dire, ne ho trovato uno dove dice che l’accordo vale per tutti i paesi che vogliono aderire con l’accordo di adesione all’Unione Europea se anche non è firmato dal paese richiedente che saremmo noi può andare avanti lo stesso per due anni per volere dell’Unione Europea, tant’è che qualcuno dei nostri governanti ha liquidato la questione dicendo beh vuol dire che se fra due anni non ci troviamo bene torniamo indietro, nel frattempo siamo rovinati perché in due anni si è dimostrato, il nostro paese ha chiuso delle banche in qualche settimana, ha rovinato una parte dell’economia in qualche giorno, non in due anni, quindi questa è una posizione molto grave, molto leggera, noi chiediamo che si faccia referendum e non ci permetteremo di dire mai vota sì o vota no, non è una materia che ci appassiona da questo punto di vista, ci interessa che il paese possa andare a votare e che decida il paese se la maggioranza saranno sì e se la maggioranza saranno no, ma senza referendum è difficile fare una cosa del genere perché se visto che i partiti politici sono abbracciati su questa base di questo accordo sembra che nessuno lo possa mollare e secondo me se si accende il referendum si fa un servizio al paese e forse anche al governo in carica perché più tempo passa e dovessero precipitare le cose rischia di diventare un referendum contro il governo e allora sono dolori per la politica perché se salta tutto a gambe all’aria torniamo indietro di botto di 10 12 14 anni e questo non fa bene a questo paese un po’ sofferente quindi noi sosteniamo che si debba andare a votare che si faccia un referendum che il governo stesso potrebbe anticipare la popolazione ad accenderlo se non lo farà per l’aria che tira e per quello che abbiamo visto ci saranno delle persone che sapranno come accenderlo il referendum.

Erik Casali