La segreteria alla Cultura valuta in questo modo di risparmiare 75mila euro.
Insieme alla riorganizzazione del sistema scolastico di cui abbiamo dato notizia ieri la Finanziaria del 2013 prevedeva un altro decreto importante: il riordino delle propine d’esame. Per la precisione l’articolo 35 imponeva una riforma della “disciplina dei compensi in favore dei docenti impegnati nelle commissioni d’esame per lo svolgimento degli esami” nelle scuole medie e superiori a partire dal prossimo anno.
Anche in questo caso il segretario di Stato alla Cultura Morganti ha tardato di un mese rispetto alla scadenza del 31 marzo. Il decreto infatti è stato emanato il 29 aprile e prevede diverse novità che porteranno ad un risparmio stimato dalla segreteria di Stato di circa 75mila euro. Fino ad oggi tutti gli insegnanti delle medie inferiori e superiori che partecipavano alle prove d’esame ricevevano un compenso.
Oggi invece tale funzione viene fatta rientrare fra le competenze già retribuite della docenza e quindi chi è impegnato negli esami continua a ricevere solo l’indennità di insegnamento che invece è stata tolta a tutti gli altri nel periodo estivo. Come precisa l’articolo 1 del decreto, percepiranno un compenso extra soltanto i docenti impegnati nella predisposizione delle prove scritte a cui verranno corrisposti mediamente 30 euro all’ora.
Il decreto stabilisce che nelle scuole medie l’impegno massimo sia di 10 ore per ogni insegnante “titolare della disciplina oggetto delle prove e un impegno non superiore alle 4 ore per ogni altro membro della commissione”.
Per quanto riguarda le scuole superiori invece le ore aumentano. Per la prima prova scritta l’impegno massimo previsto è di 24 ore per gli insegnanti di Italiano e di 6 ore per gli insegnanti di Storia-Filosofia, Diritto, Scienze e Fisica.
Il tetto di 24 ore resta anche nella seconda prova mentre per quanto riguarda la terza prova il massimo sarà di 7 ore. Tale compenso non viene riconosciuto ai Com- missari delle materie oggetto della prima o della seconda prova, qualora la loro materia non sia oggetto della terza prova. Se l’anno scorso così le propine sono costate circa 125mila euro, questo anno col nuovo sistema la segreteria alla Cultura valuta di spendere al massimo 50 mila euro.
La Tribuna