Ha fatto un grande scalpore in Repubblica l’articolo pubblicato ieri su queste pagine, che ha provato a dare una lettura alternativa alla guerra internazionale ai paradisi fiscali. Un pezzo piuttosto articolato, dove in estrema sintesi emerge come non si stia portando avanti una reale lotta al nero e al riciclaggio, piuttosto Stati Uniti in testa, stiano solamente cercando di cambiare i centri di potere, magari sostituendo la Svizzera con il Delaware.
In ogni caso chi vuole riciclare, ha oggi molti mezzi a propria disposizione. A partire dal gioco d’azzardo on-line che molto va di moda e che si vorrebbe implementare anche sul Titano.
L’allarme emerge dal report Jackpot! Money Laundering Through Online Gambling redatto da McAfee, la sussidiaria di Intel che si occupa di soluzioni di sicurezza. Parliamo peraltro di un settore che secondo le stime è destinato a crescere ancora del 30% nei prossimi tre anni.
Le conclusioni dello studio confermano come la criminalità informatica stia utilizzando questo canale digitale per ottenere facilmente denaro contante “pulito”.Gli enormi volumi di transazioni e flussi di cassa dei siti dedicati all’online gaming, in altre parole, sono strumenti ideali per mascherare il riciclaggio di denaro: in- genti somme di origine illegale possono essere cioè ripulite all’ingresso con una scommessa e ritornare agli illegittimi proprietari sotto forma di vincite al gioco d’azzardo telematico. Danari che a seconda della giurisdizione, sono esentasse e soprattutto non rintracciabili.
Il web clandestino rende tutto più semplice
Il report certifica inoltre la semplicità del processo di riciclaggio. Questo perché il numero di siti non autorizzati supera di oltre 10 volte quello degli operatori autorizzati, senza contare il fatto che molti sono i siti che operano nel “Dark Web”, il web clandestino, sfruttando anche le valute virtuali.
In questo scenario in cui i flussi di denaro si spostano molto velocemente all’interno e tra nazioni diverse, come spiega in una nota Troels Oerting, il responsabile dell’European Cybercrime Centre, entrano in gioco i cyber-criminali, che vedono nel gioco online una nuova e assai remunerativa “opportunità di business” a rischio limitato. Insomma dei nuovi “spalloni” che spostano con relativa semplicità e sicurezza questo danaro virtuale.
Ecco cosa succede nella pratica
Nel denunciare un fenomeno dalle dimensioni sempre più consistenti,
McAfee ha identificato tre aree critiche alla base dello sfruttamento del gioco d’azzardo online per riciclare il denaro frutto di attività illegali. La prima di queste è l’anonimato dei giocatori. In molti siti di gioco d’azzardo infatti diventa un punto di vanto proprio il fatto che ai propri clienti è garantito un elevato livello di riservatezza, tanto che in alcuni casi gli utenti non sono tenuti a fornire alcuna informazione personale per accedere. Da qui il vantaggio per i pirati informatici nell’acqui-stare illegalmente valute virtuali in forma completamente anonima.
Nei casinò online i trasferimenti di denaro avvengono attraverso svariate modalità: carte di credito e debito, carte prepagate, bonifici bancari, transazioni Ach (Authomated Clearing House), assegni, gateway di pagamento, debiti e crediti su fatture telefoniche. Scambiare i soldi nelle sale da gioco virtuali avviene in tutti i modi, tranne naturalmente che in contanti!
Il terzo ostacolo è infine rappresentato dalla numerosità dei siti on-line, così tanti da rendere vano il lavoro di monitoraggio delle forze dell’ordine. A novembre 2013, si legge nel report, c’erano circa 104 giurisdizioni internazionali che regolavano un totale di 2.734 siti di gioco su Internet, facenti capo a 867 diversi proprietari. La percentuale di siti “canaglia” sul totale non è trascurabile e cresce significativamente in proporzione al continuo aumento dei siti illegali che nascono ogni giorno (una decina almeno).
E’ possibile dunque intervenire?
A leggere, come evidenziato da uno degli autori dello studio, il Chief technology officer di McAfee a livello Emea, Raj Samani, che “consapevolmente o inconsapevolmente gli operatori di casinò online stanno alimentando il proliferare della criminalità informatica, rendendo facile ottenere denaro liquido dai crimini perpetrati” cadono le braccia e si percepisce una certa impotenza. E questo perché via via che i siti per il gioco d’azzardo diventano più diffusi e popolari (con più giochi, più opzioni di accesso e sempre più metodi di transazione), gli operatori diventano loro malgrado ignari complici dei cybercriminali che nascondono guadagni illeciti.
San Marino prenda coscienza del fenomeno
Secondo Samani tuttavia la parola d’ordine è cooperazione: devono unirsi le autorità transfrontaliere, le forze dell’ordine, gli Internet service provider, le società di sicurezza Informatica, il mondo accademico e le istituzioni finanziarie. È la stessa industria del gioco d’azzardo online che deve, in buona sostanza, chiudere questo circolo vizioso, interrompendo le pratiche illegali del crimine informatico. Ma di modalità d’intervento concrete al momento neppure l’ombra. Tengano presente tutto questo le autorità sammarinesi, qualora decidessero per davvero di puntare sul gioco d’azzardo on-line per rimpinguare le casse del Paese.
David Oddone