DONNE VITTIME DI UOMINI = FEMMINICIDI
Non sempre subire violenza significa ricevere un pugno, uno schiaffo o un calcio , troppo spesso arriva anche la morte. Donne vittime di mariti, fidanzati, ex compagni , persone di famiglia, che ti dovrebbero proteggere e amare.
Il tutto all’interno di un sistema sociale, ancora oggi, patriarcale, maschilista e retrogado, in cui la parità di genere, è un obiettivo molto lontano.
Non esiste tempesta emotiva, gelosia, tradimento, modo di vestire, che possa anche minimamente “giustificare” un gesto abominevole come quello compiuto da chi muove un solo dito contro una donna.
E’ inaccettabile, oggi, avvertire ancora l’urgenza di rilanciare un messaggio tanto semplice quanto purtroppo disatteso e tradito nella concreta realtà quotidiana .
Se in nove casi su dieci, le donne non denunciano gli abusi, le molestie e le violenze, bisogna chiedersi cosa non funziona.
Quando una donna decide di denunciare e si siede su “quella” sedia davanti alle forze dell’ordine, “quella sedia” è pesante, porta con sé sofferenze, umiliazioni, pregiudizi. Per questo va presa per mano e accompagnata durante tutto il lungo e non facile percorso.
Chi interagisce con una donna che ha subito violenza deve avere la competenza, la formazione e la preparazione per farlo; deve essere in grado di ascoltare in modo attento, empatico, attivo; leggere i segnali “sentinella”, cogliendo ogni silenzio, ogni sguardo abbassato, le espressioni del viso, il linguaggio non detto, senza mai giudicare.
“ Femminicidi “ è questo il termine corretto da utilizzare, anche se a volte i mass media fanno finta di non conoscerlo. Donne vittime di uomini, c’è bisogno di sottolinearlo, perché i femminicidi non sono omicidi qualsiasi: una donna uccisa durante una rapina non è un femminicidio, è un omicidio in cui si dice solo che qualcuno è morto.
Sono femminicidi, invece, le donne uccise in quanto donne, perché considerate non persone ma “cose” di “proprietà”, da possedere, esseri non pensanti da mettere e spostare come l’uomo vuole.
I femminicidi in Italia nel 2021 sono, più di 80
Una strage che identifica chiaramente cosa sia la violenza di genere: un fenomeno criminale che, al pari degli altri fenomeni criminali, come le mafie, dev’essere combattuto con la stessa fermezza e tenacia.
Ricordiamoci che “quella” donna che viene uccisa potrebbe essere nostra madre, nostra figlia, nostra sorella. Non voltiamo lo sguardo altrove.
Come Comitato Nazionale Sammarinese FAIR PLAY, abbiamo voluto aggiungere quattro parole, come :” vita, amicizia, relazione e compagne” per dimostrare che il rispetto delle regole, nello sport e nella vita, trova sempre la sua naturale collocazione.
DECALOGO DEL FAIR PLAY NELLO SPORT E NELLA VITA
Qualunque sia la mia funzione nello sport e nella vita, anche se non attore, ma spettatore, mi impegno a:
- fare di ogni incontro sportivo, amicale e relazionale un momento di privilegio, una specie di festa, qualunque sia l’importanza della posta in gioco e della gara;
2.conformarmi alle regole e allo spirito del percorso di vita scelto e dello sport praticato;
- rispettare le mie compagne/i di vita, i miei avversari , come me stesso
- accettare le decisioni, di chi ci giudica, nella vita e nel gioco, sapendo che come me, tutti hanno diritto all’errore, ma che tutti, faremo di tutto per non commetterne
- evitare la cattiveria e le aggressioni con azioni, parole o scritti;
- non adoperare espedienti o inganni per ottenere un risultato;
- restare degno nella vittoria come nella sconfitta;
- aiutare ognuno con la mia presenza, la mia esperienza e la mia comprensione;
- portare aiuto ad ogni essere umano, sportivo e non in difficoltà;
- comportarmi da vero ambasciatore del gioco leale e corretto, nella vita e nello sport, aiutando a far rispettare intorno a me i principi suddetti-
Prendendo questo impegno, mi riconosco come persona vera, leale e sportiva, sempre.