Un anno fa scrissi un articolo allarmato, angosciato e arrabbiato sulla crisi della politica. Sul suo degrado.
Avevo sottolineato in rosso la sfiducia dei cittadini verso i partiti e la perdita a valanga di ogni credibilità della ”casta” del Palazzo.
E speravo che si fosse raggiunto il fondo. Ci restava solo di risalire, sia pure con difficoltà. Mi sbagliavo.
Oggi un attento cittadino, di fronte allo schifo che continua a succedere ogni giorno, si sta rendendo conto che la mala politica ha un sottofondo di ulteriore degrado. Puzzolente.
Mi fermo qui nella denuncia. Non perché non abbia coltelli affilati per infierire nella piaga. Non mi piace unirmi a quelli che (a ragione) oggi urlano, sparano contro questo governo, contro questo o quel personaggio politico indegno.
In certi baracconi dei circhi delle feste paesane, i ragazzi si divertono a lanciare palle di gomma per buttare giù birilli, barattoli, marionette o personaggi cattivi. Si può fare altrettanto anche nel circo della politica. Ma quei personaggi hanno la molla e risorgono di scatto. Poi…. chi fa centro, al massimo riceve un pesciolino rosso in regalo. Non ne vale la pena.
Preferisco, forse un poco ingenuamente, lanciare un grido sull’urgenza di dare un’anima alla politica.
Oggi stiamo vivendo una crisi profonda. Che non è solo sociale, economica, mancanza di lavoro. E’ dentro in ognuno di noi. E’ di natura esistenziale, non in senso filosofico, individuale, ma in senso politico. Stiamo perdendo quella rete di protezione che l’uomo come animale politico, secondo la definizione aristotelica, ha diritto di trovare nella polis, nella sua città. Questa rete oggi è spezzata e non ci protegge più.
Il buon governo e la buona politica, che avevano questo compito, hanno fallito e oggi sentiamo sulla nostra pelle il tradimento storico dei cattivi politici. Aggiungo una pennellata di colore che rende ancora più oscuro il quadro d’insieme, che va oltre il nostro cortile. Anche a livello mondiale non stiamo meglio, con una disastrosa povertà di leadership.
Si parla con enfasi dei grandi della terra. A me sembrano più dei leader dimezzati, poco credibili e impegnati solo a farsi rieleggere. Ci siamo accorti che in questi ultimi anni non si fa nulla di concreto, per affrontare i grandi drammi del mondo?
La politica mondiale è come un treno senza conduttore. Forse un capotreno c’è, è la grande finanza internazionale. Ma io non mi fido di questi signori.
Ritorniamo a San Marino. Cosa fare se dai rubinetti della politica esce da tempo acqua sporca?
Abbiamo due strade. La prima mi fà sorridere. E’ quella che propongono alcuni partiti, uomini politici, vari personaggi “illuminati”. Basta cambiare la rubinetteria.
In politichese: esce un personaggio chiacchierato, ne entra un altro. Esce dalla maggioranza un partitello e lo sostituisce un altro. Ma l’acqua continuerà a venire giù sporca. La seconda strada mette in discussione l’acquedotto. Vuole esaminare le falde acquifere.
Se per caso fossero inquinate? Come quelle della Terra dei Fuochi. Sono convinto che i valori fondanti la democrazia, l’etica della politica, i comportamenti sociali si siano inquinati, imbastarditi con le oligarchie dei poteri forti, con l’intreccio politica-affari, con la prassi del voto di scambio.
E’ un’affermazione scontata. Vi chiedo scusa se la ripeto spesso. Proviamo ad individuare un paio di cause. Da anni assistiamo ad un lento e progressivo dissolversi delle due principali forme storiche di etica socio-politica: quella del cattolicesimo popolare e quella del socialismo storico. Sia in Italia che a San Marino.
Queste, nelle loro forme originarie, avevano autorevolezza e credibilità. Pur nella loro profonda differenza, ispiravano comportamenti sociali virtuosi, che facevano riferimento a idealità e a grandi traguardi, che andavano oltre i pur legittimi interessi di partito): come la politica a servizio del bene comune, la difesa della parte debole della società, ecc. Queste due sorgenti di acqua buona si sono inquinate. Non importa fare una graduatorie delle scorie più inquinanti. O fare un test di pericolosità del liquame che è penetrato giù. Lo ha già fatto la storia recente. Certamente i partiti cattolici si sono logorati nella gestione del potere politico e i valori sociali cristiani di riferimento sono stati più proclamati che praticati nella guida politica. I cattolici hanno preferito stare al calduccio del “centro” e della conservazione.
Certamente i partiti di ispirazione socialista hanno perso per strada gli ideali egualitari, lasciandosi tentare dall’ideologia liberista e mercantile. Queste due sorgenti di acqua buona, da cui possono sgorgare spinte ideali e tensioni per l’ attuazione della democrazia, si sono prosciugate. Signori partiti della famiglia cattolica e delle sinistre, non sarà il caso di sfogliare di nuovo il vostro miglior album di famiglia? Per ripudiare uomini e default di moralità. Per recuperare le energie pulite delle origini.
La seconda causa di inquinamento della politica dipende dal deficit etico che ha colpito anche la cittadinanza.
E’ la scarsa attività di di- sinquinamento esercita- ta dai noi cittadini. Alla base di una buona po- litica ci devono essere buoni cittadini.
Alla base di buoni partiti ci devono essere buoni iscritti e militanti. Questi sono complici del tradimento degli ideali storici, ispiratori delle loro formazioni politiche. Sammarinesi, non lasciamoci ingannare dagli idraulici della politica. Ci vogliono covincere che tutto si metterà a posto con il giochetto di pezzi sostituiti a Palazzo. Seguiamo, appoggiamo e diamo credito a coloro che vogliono una bonifica radicale del sistema.
Come cittadino continuo a sperare nella messa in campo di iniziative non convenzionali da parte della Reggenza: “Riassunti i supremi po- teri dello Stato…..”. Non glielo potremmo chiedere in massa?
Domenico Gasperoni